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BRAGAGLIA, Carlo Ludovico

di Stefania Carpiceci - Enciclopedia del Cinema (2003)
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Bragaglia, Carlo Ludovico

Stefania Carpiceci

Fotografo e regista cinematografico, nato a Frosinone l'8 luglio 1894 e morto a Roma il 4 gennaio 1998. Tra i più fecondi e longevi artigiani del cinema italiano, realizzò una sessantina di film nel corso di un'attività registica quasi trentennale, attraversando diverse stagioni e toccando i generi più disparati, tra cui il comico-sentimentale e la commedia (negli anni Trenta e Quaranta), l'avventuroso, il cappa e spada e il peplum (negli anni Cinquanta e Sessanta), con alcune fugaci incursioni anche nel film drammatico e in quello musicale. Sensibile ai gusti del pubblico, ligio alle esigenze produttive, non nascose mai una certa predisposizione al cinema commerciale, nonostante un insolito debutto, avanguardistico e un po' surrealista, con O la borsa o la vita (1933), film interpretato da Sergio e Rosetta Tofano.

Fratello di Anton Giulio e Arturo, svolse inizialmente l'attività di fotografo. Abile nella sperimentazione tecnica, e raffinato nella realizzazione artistica, divenne celebre nel primo decennio del 20° sec., insieme ad Arturo, per i ritratti fotografici delle grandi dive del cinema muto italiano (da Soava Gallone a Francesca Bertini, da Lyda Borelli a Pina Menichelli). Collaborò all'ambizioso progetto del 'fotodinamismo', che Anton Giulio, seguace del futurismo e amico di F.T. Marinetti, teorizzò nel 1911. Richiamato alle armi all'indomani dello scoppio della Prima guerra mondiale, venne congedato come grande mutilato e decorato al valore militare nel 1917. Riprese l'attività artistica accanto ad Anton Giulio, con il quale fondò, diresse e amministrò, a Roma, un centro espositivo, la Casa d'arte Bragaglia (1918), e un teatro d'avanguardia, il Teatro degli indipendenti (1921). Operò anche come regista teatrale, mettendo in scena testi, tra gli altri, di E. O'Neill, U. Barbaro, F.T. Marinetti. Chiusa l'esperienza del teatro, fu assunto nel 1930 come fotografo alla Cines di Stefano Pittaluga, dove, l'anno successivo, fu anche assistente alla regia di Mario Almirante e aiuto regista e sceneggiatore di Anton Giulio per Vele ammainate (1931). L'occasione della sua prima regia gli si presentò, finalmente, nel 1933, quando ormai la Cines era già in mano a Emilio Cecchi, con O la borsa o la vita. Film ambizioso e sperimentale, tratto da una commedia radiofonica di Alessandro De Stefani, interpretato da un Tofano quanto mai burattinesco e dinoccolato e diretto in uno stile che ricorda quello di René Clair, fece presagire alcune doti del regista, in realtà poco espresse negli anni che seguirono. Fatta eccezione per Animali pazzi (1939), dai toni ancora surreali, su soggetto di Achille Campanile e secondo film interpretato da Totò, o per La fossa degli angeli (1937), dalle tonalità anticipatamente realistiche, che egli derivò da un'idea di Cesare Vico Lodovici e ambientò alle cave di Carrara, per il resto l'attività registica di B. fu al servizio di una cinematografia di consumo, costellata di successi e disseminata di film di genere: commedie come Non son gelosa (1933), Un cattivo soggetto (1933), Quella vecchia canaglia (1934), Belle o brutte si sposan tutte… (1939), Pazza di gioia (1940), Una famiglia impossibile (1940), Alessandro, sei grande! (1940), La scuola dei timidi (1941), Violette nei capelli (1942), Se io fossi onesto (1942), La guardia del corpo (1942), Il fidanzato di mia moglie (1943), Tutta la vita in ventiquattr'ore (1943), Lo sbaglio di essere vivo (1945) e Le cameriere (1959); film di avventura, in costume o storico-mitologici come Il falco rosso (1949), A fil di spada ‒ Don Ruy (1952), Il segreto delle tre punte ‒ I cospiratori della Conca d'oro (1952), Il falco d'oro (1955), La spada e la croce ‒ Maria Maddalena (1958), Gli amori di Ercole (1960) e Ursus nella valle dei leoni (1961); film drammatici come Il prigioniero di Santa Cruz (1941), La forza bruta (1941) e L'altra (1947), e musicali come il metacinematografico Fuga a due voci (1943), La vita è bella (1943) e Albergo Luna, camera 34 (1946).

Diresse, tra i grandi attori comici, Totò, in Totò le Mokò (1949), Totò cerca moglie (1950), Figaro qua… Figaro là (1950), Le sei mogli di Barbablù (1950) e 47 morto che parla (1950); i fratelli De Filippo, in Casanova farebbe così! (1942), Non ti pago! (1942); Renato Rascel, in L'eroe sono io (1952); Ugo Tognazzi, in Una bruna indiavolata! (1951), e Nino Manfredi, in Caporale di giornata (1958). È rimasto celebre per la rapidità con cui realizzava i suoi film, che girò spesso in poche settimane, producendone talvolta anche sei in un anno. Diresse gli ultimi nel 1962 (I quattro monaci) e nel 1963 (I quattro moschettieri). Visse fino a centotré anni e negli ultimi tempi si dedicò a raccogliere le memorie di famiglia.

Bibliografia

F. Savio, Cinecittà anni Trenta. Parlano 116 protagonisti del secondo cinema italiano (1930-1943), Roma 1979, pp. 168-74; M. Verdone, I fratelli Bragaglia, Roma 1991; L. Antonelli, E.G. Laura, Nato col cinema: Carlo Ludovico Bragaglia. Cent'anni tra arti e cinema, Roma 1992.

Vedi anche
Anton Giulio Bragàglia Bragàglia, Anton Giulio. - Regista e scrittore di teatro (Frosinone 1890 - Roma 1960), fu il più celebre dei fratelli Bragaglia. Rispetto a Carlo Ludovico e ad Arturo fu attivo più nel teatro che nel cinema. Direttore e collaboratore di riviste d'arte e di cultura, nel 1919 fondò a Roma la Casa d'arte ... Camillo Mastrocìnque Mastrocìnque, Camillo. - Regista italiano (Roma 1901 - ivi 1969); fondatore nel 1930 a Parigi del Théâtre des marionettes italiennes, col quale compì una tournée europea, esordì nella regia cinematografica nel 1936 dirigendo, in collab. con G. Salvini, Regina della Scala. Eclettico e discontinuo, ha ... Mario Mattòli Mattòli, Mario. - Regista italiano (Tolentino 1898 - Roma 1980); creatore della compagnia Za Bum, fu direttore di numerose compagnie teatrali. Nel cinema dal 1933, ha diretto: Tempo massimo (1934); Amo te sola (1935); Questi ragazzi (1936); Felicita Colombo (1937); Abbandono (1940); Ore 9, lezione di ... Amleto Palèrmi Palèrmi, Amleto. - Regista (Roma 1890 - ivi 1941). Nel cinema dal 1914, diresse moltissimi film, interpretati prima dalle dive del muto (L. Borelli, P. Menichelli, F. Bertini), poi da celebri comici (A. Musco, Totò): Madre (1916); Die lebende Maske (Enrico IV, 1926); La donna di una notte (1930); La ...
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carlo s. m. – Denominazione generica di monete emesse da sovrani di nome Carlo; fu data allo scudo (filippo) di Carlo II re di Spagna e dell’imperatore Carlo VI, e a una moneta d’oro del valore di 5 talleri di Carlo duca di Brunswick....
san Carlo
san Carlo locuz. usata come s. m. (pl. san Carli). – Moneta d’argento con il tipo di s. Carlo emessa da Carlo Emanuele I duca di Savoia nel 1614, del valore di 9 fiorini, aumentato via via negli anni seguenti (nel 1630 era superiore di...
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