SPEGAZZINI, Carlo (Carlos) Luigi
– Nacque il 20 aprile 1858 a Bairo, in Piemonte, unico figlio di Carolina Turina, maestra di origini piemontesi, e di Luigi, ex militare dell’esercito austriaco, nato a Montebelluna, in Veneto.
Dopo i primi anni tra Torino e Chiari, nel 1866, con l’ingresso del Veneto nel Regno d’Italia, la famiglia si stabilì a Conegliano, vicino a Treviso. Spegazzini intraprese gli studi classici nel prestigioso collegio Marco Foscarini di Venezia, ma nel 1876, in seguito a difficoltà economiche, tornò a Conegliano, iscrivendosi all’appena istituita Regia Scuola di viticoltura ed enologia, dove si diplomò nel 1879.
Spegazzini si appassionò fin dai tempi della scuola a studi di botanica e micologia anche grazie alla guida di Pier Andrea Saccardo, dal 1879 prefetto dell’orto botanico dell’Università di Padova, che influenzò profondamente la sua carriera scientifica. A lui il giovane inviava piante e funghi di area veneta raccolti durante le sue escursioni, corredando le lettere con dettagliate descrizioni e classificazioni. Sulla base di questi primi studi, già tra il 1878 e il 1879, iniziò a pubblicare alcuni lavori sui funghi veneti nelle riviste Michelia, Revue mycologique e Rivista di viticoltura ed enologia.
Appena diplomato, Spegazzini lasciò l’Italia insieme all’amico Emanuele Schileo. Inizialmente diretti in Brasile, una volta giunti a Rio de Janeiro i due preferirono l’Argentina, stabilendosi a Buenos Aires. Qui Spegazzini diventò ben presto una figura di riferimento per le sue competenze nel campo della botanica pura e applicata, della micologia e della patologia vegetale. Contribuì in maniera significativa all’esplorazione e descrizione della flora di ampie regioni del Paese e del Sudamerica in generale, restando sempre in contatto con l’Italia, dove nel 1914 visitò il maestro Saccardo nella sua casa di Vittorio Veneto.
Tra il 1881 e il 1882 partecipò in qualità di botanico e di rappresentante dell’Università di Buenos Aires all’esplorazione della Patagonia e della Terra del Fuoco organizzata dal tenente di vascello della Regia Marina militare italiana Giacomo Bove con il sostegno del governo argentino, a cui presero parte anche il geologo Domenico Lovisato e lo zoologo Decio Vinciguerra. Nonostante il naufragio subito il 31 maggio 1882 nella baia di Slogget, sulla costa meridionale della Terra del Fuoco, della loro goletta San José, che provocò la perdita di gran parte delle collezioni botaniche raccolte durante il viaggio, il bilancio della spedizione fu positivo (Relazione botanica del dott. Spegazzini, in Bollettino della Società geografica italiana, s. 2, VIII (1883), 20, pp. 120-130). Conoscitore di molte lingue, Spegazzini ne approfittò per studiare i dialetti e i costumi delle tribù fuegine degli Yaghan e dei Tehuelche nativi della Patagonia (Costumbres de los Patagones, in Anales de la Sociedad científica argentina, 1884, vol. 17, pp. 221-240; Apuntes filológicos sobre las lenguas de la Tierra del Fuego, ibid., 1884, vol. 18, pp. 131-144), con cui, sul finire del 1883, fu incaricato dal governo argentino di redigere un trattato di amicizia.
Nel 1885 si trasferì a La Plata, la nuova capitale della provincia di Buenos Aires che lui stesso aveva da poco contribuito a fondare. Vicino ad altri naturalisti argentini, come il paleontologo Florentino Ameghino, oltre a insegnare varie materie scientifiche all’Università di La Plata, ricoprì numerosi incarichi governativi, occupandosi per esempio di caucciù e canna da zucchero, rilievi idrologici, agrologici e cartografici di ampie aree dell’Argentina, oltre che di viticultura ed enologia. A lui si deve anche il consistente arricchimento degli erbari del ministero dell’Agricoltura. Membro della Sociedad científica argentina e dell’Academia nacional de ciencias en Córdoba, fu autore di circa 170 pubblicazioni di argomento micologico e botanico, comprendenti varie memorie sulle cactacee argentine e sulle laboulbeniacee, microscopici funghi parassiti di insetti (tra cui Revisión de las laboulbeniales argentinas, in Anales del Museo nacional de Buenos Aires, 1917, vol. 29, pp. 445-688), e una Flora de la Provincia de Buenos Aires, pubblicata nel 1905 negli Anales del Ministerio nacional de agricultura. Particolarmente rilevante fu il suo contributo alla micologia del Sudamerica, di cui è ritenuto l’iniziatore, collaborando sul versante entomologico con vari specialisti italiani e stranieri, da Carlo Emery a Carlos Bruch. Le collezioni zoologiche da lui raccolte sono disseminate in istituzioni di tutto il mondo, dal Museo di scienze naturali di Buenos Aires al Museo civico di storia naturale di Genova.
Nel 1884 sposò Marie de la Crùz Rodriguez, dalla quale ebbe undici figli, a cui diede dei nomi ispirati a composti chimici degli idrocarburi, a cominciare dalla primogenita Carolina Etile. Pochi di loro gli sopravvissero.
Morì per un malore improvviso a La Plata il 1° luglio 1926. Lasciò in eredità la sua abitazione, insieme alle sue ricche collezioni botaniche e micologiche, la sua biblioteca e la sua strumentazione scientifica all’Università di La Plata.
Opere. Oltre ai contributi citati, fu autore di numerose pubblicazioni, tra cui: Fungi patagonici, in Boletín de la Academia nacional de ciencias en Córdoba, 1887, vol. 11, pp. 5-64; Fungi fuegiani, ibid., pp. 135-311; Plantae patagoniae australis, in Revista de la facultad de agronomia y veterinaria, III (1897), 30-31, pp. 485-589; Fungi argentini novi vel critici, in Anales del Museo nacional de Buenos Aires, 1899, vol. 6, pp. 81-288; Recopilación, en edición facsimilar, de todos los trabajos o referencias sobre cactaceas, recopilación, apéndice e indice por R. Kiesling, Buenos Aires 1984.
Fonti e Bibl.: Presso la Biblioteca dell’orto botanico dell’Università di Padova sono conservate un centinaio circa di lettere di Spegazzini a Saccardo (1874-1916), b. Ar.B.56.B-57.A, ff. 16, 17, 18. Le sue carte scientifiche e i suoi erbari, con numerosi tipi, sono al Museo di La Plata, nell’Istituto universitario di botanica che porta il suo nome, inaugurato nel 1930. A detta del personale dell’Istituto, l’archivio personale e la corrispondenza sono rimasti agli eredi. Si veda inoltre anche A.M. Arambarri et al., Spegazzini’s drawings of fungi. A digitized library, www.cybertruffle. org.uk/spegazzini (5 ottobre 2018).
Tra le commemorazioni principali, si segnalano: A.C. Scala, in Anales de la Sociedad científica argentina, 1919, vol. 88, pp. 231-237, 243-250; W.A. Murrill, in Mycologia, 1924, n. 16, pp. 200 s.; A. Trotter, in Archivio botanico e biografico italiano, 1927, n. 3, pp. 226-257; J.F. Molfino, in Anales de la Sociedad científica argentina, 1929, vol. 108 (numero speciale dedicato a Spegazzini con altri contributi su di lui), pp. 7-77; Id., Inauguratíon del Museo S., in Revista del Museo de La Plata, 1930, n. 32, pp. 387-394. Si vedano inoltre: E.J. Godley, Botany of the southern zone exploration, 1847-1891, in Tuatara. Journal of the biological society, 1970, vol. 18, pp. 49-93 (in partic. pp. 76-78); L. Katinas - D.G. Gutiérrez - S.S. Torres Robles, Carlos S. (1858-1926). Travels and botanical work on vascular plants, in Annals of the Missouri botanical garden, 2000, n. 87, pp. 183-202; Iid., Type material of Carlos L. S. in the Museo de La Plata herbarium, Argentina. III: cactaceae, in Darwiniana, 2004, n. 42, pp. 177-200; Il botanico C. S. dalla Scuola enologica di Conegliano al Nuovo Mondo, Vittorio Veneto 2008 (in partic. C. Fassetta, C.L.S., pp. 9-22, B. Carpenè, La nascita e la formazione di uno scienziato: C.L.S., pp. 71-100, J. Borisov - C. Di Pasquale, Vita e opere di S. in Argentina, pp. 101-127); F. Font, Carlos S.: Icones cactacearum. Photo album and photographs of cactaceae from Dr. Carlos S. in the herbarium of the Museum of pharmacobotany Juan A. Domínguez, Faculty of pharmacy and biochemistry, University of Buenos Aires, in Dominguezia, 2016, vol. 32, 1, numero monografico, http:// www.dominguezia.org/volumen/articulos/3210.pdf (5 ottobre 2018).
(Carlos)
Luigi