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MADERNO, Carlo

di Gustavo Giovannoni - Enciclopedia Italiana (1934)
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MADERNO, Carlo

Gustavo Giovannoni

Architetto, nato a Bissone nell'anno 1556, morto a Roma il 30 gennaio 1629. È una delle maggiori figure del periodo di transizione tra l'architettura del tardo Rinascimento e quella del periodo barocco. Venuto a Roma assai giovane, forse chiamatovi dallo zio Domenico Fontana, lavorò con questo come stuccatore e decoratore nelle grandi opere intraprese sotto Sisto V. Risulta infatti menzionato in pagamenti nel 1588 per i lavori provvisorî in occasione della festa del Corpus Domini e nel 1591 per la decorazione del catafalco di Sisto V, eseguito sui disegni del Fontana; e lo troviamo a collaborare con Giovanni Fontana, fratello di Domenico, ai disegni per la fontana di Loreto.

Da questo campo modesto di lavoro il M. si è progressivamente elevato alla preparazione e al grado di architetto, dapprima completando opere già iniziate e imitando i caratteri stilistici di altri artisti, come il Fontana e Giacomo della Porta, poi acquistando una sua fisionomia, affrontando temi sempre più vasti, divenendo non solo uno degli architetti più celebrati di Roma, ove svolse tutta la sua attività, ma anche l'architetto ufficiale pontificio sotto Paolo V, quando ancora non erano in pieno splendore gli astri maggiori del Bernini, del Borromini, di Carlo Rainaldi, di Pietro da Cortona.

Tra i suaccennati lavori di completamento di edifici già avviati sono da segnalarsi il coro e la cupola di S. Giovanni dei Fiorentini iniziati da Giacomo della Porta, il palazzo Aldobrandini, poi Patrizi, in Piazza S. Luigi dei Francesi, anch'esso da attribuirsi nella parte principale allo stesso architetto, la parte superiore della facciata di S. Giacomo degli Incurabili al Corso, lasciata incompiuta da Francesco da Volterra, il palazzo Lancellotti ai Coronari e altre opere minori.

Opere complete ed organiche dell'artista e forse i suoi capolavori, sono: nell'architettura civile il palazzo Mattei, eretto tra il 1606 e il 1616 per il marchese Asdrubale Mattei di Giove, e nell'architettura sacra la facciata della chiesa di S. Susanna, recante nel fregio la data: 1603.

Il palazzo Mattei segue il severo tipo architettonico dei palazzi romani, quali lo avevano tracciato il Fontana, il Della Porta e B. Ammanati, svolgendo e in parte volgarizzando i motivi sangalleschi del modello insuperato di palazzo Farnese: facciata a sviluppo longitudinale con bugnato d'angolo e predominio di parete piena, cortile a pianta quadrata con portico ad arcate di tipo classico, ampia scala a rampe contigue facenti capo al braccio di portico sul cortile. Ma nel palazzo Mattei, più che negli altri esempî, squisito è il senso delle proporzioni, ampia la concezione scenografica, curato il particolare; il fine decoratore riappare negli ornati di stucco dello scalone e nella ricca conformazione del cortile, ove, seguendo una moda già apparsa nella villa Medici e nella villa Borghese, le pareti sono rivestite di bassorilievi, targhe e nicchie, e antiche sculture vi s'inseriscono sì da farne un vero museo all'aperto. Con la facciata di S. Susanna assume forma definitiva lo schema di prospetto della chiesa della Controriforma, quale in Roma era apparsa, dopo i primi tentativi del Sangallo nella chiesa di S. Spirito in Sassia e di Guidetto Guidetti in S. Caterina dei Funari e dopo i disegni vignoleschi, nelle opere di Giacomo della Porta, come le facciate del Gesù e della Madonna dei Monti: un duplice ordine architettonico sormontato da timpano, ritmicamente disposto a racchiudere il portale, la finestra centrale, le nicchie. La composizione ha qui assunto una saldezza di linea e un rilievo forte e sicuro, e lo schema ha raggiunto la sua espressione più significativa, per evolversi in seguito nelle esagerazioni barocche, quali in Roma le chiese di S. Maria in Campitelli e dei Ss. Vincenzo e Anastasio, e fuori di Roma il duomo di Brescia, S. Carlo a Torino, le chiese di Catania.

Ma il nome del M. va più che ad ogni altra opera unito al completamento di S. Pietro in Vaticano, avvenuto sotto il pontificato di Paolo V.

La pianta a schema centrale, che si era mantenuta attraverso tante vicende, venne trasformata in quella a croce latina con l'aggiunta di due campate anteriori, e vi si addossò la facciata, nella quale il M. riprese il disegno michelangiolesco del grande pronao, ma riempì gl'intercolunnî dell'ordine gigantesco e vi ricavò due piani, immaginando ai lati le due torri, che non vennero eseguite. Non v'ha dubbio che il concetto "chiaro e luminoso" della mole vaticana e le condizioni di prospettiva della grande cupola abbiano sofferto per quest'ultima fase archittettonica; che però più che al M. deve imputarsi alla congregazione dei cardinali convocata dal pontefice, in cui il concetto della chiesa longitudinale, adatta alla liturgia e rispondente alla tradizione, prevalse sull'aspirazione di pura bellezza degli artisti del Cinquecento. Non fu forse l'opera del M. all'altezza del tema, ma neanche possono a essa negarsi qualità alte di armonia e grandiosità.

Altre opere, o certe del M. o a lui attribuite con attendibilità, sono la cappella e l'altare maggiore in S. Maria della Pace, la cappella Lancellotti in S. Giovanni in Laterano, l'inizio della chiesa di S. Maria della Vittoria, l'erezione della colonna di S. Maria Maggiore, lavori nel palazzo Aldobrandini (poi Chigi) e nel Palazzo del Quirinale. Soprattutto importante è l'inizio del palazzo Barberini, poi completato dal Bernini e dal Borromini, dove del M. è il concetto del grande movimento della massa: nuova forma del tipo ideato da B. Peruzzi per la Farnesina. (V. tavv. CLV e CLVII.

Bibl.: F. Baglioni, Vite dei pittori, scultori, architetti, Roma 1642; L. Pascoli, Vite dei pittori, scultori, architetti, Roma 1730; F. Milizia, Memorie degli architetti, ecc., Roma 1768; II; M. Ferabosco, Architettura della basilica di S. Pietro, Roma 1620; C. Fontana, Il tempio vaticano, Roma 1694; P. Letarouilly, Les édifices de Rome moderne, Parigi e Liegi 1843; A. Bertolotti, Artisti lombardi a Roma, Milano 1881; C. Gurlitt, Geschichte des Barockstils in Italien, Stoccarda 1887; H. Wölfflin, Renaissance und Barock, Monaco 1908; A. Riegl, Die Entstehung der Barockkunst in Rom, Vienna 1908; M. Briggs, Barock-Architektur, Berlino 1914; A. Muñoz, Roma Barocca, Milano 1919; id., C.M., Roma s.a.; S. Ortolani, S. Andrea della Valle, Roma s.a.; V. Golzio, Il palazzo Barberini, Roma s.a.; N. Caflisch, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929 (con bibl.); G. Giovannoni, Saggi di architettura del Rinascimento, Milano 1931, cap. 9°; N. Caflisch, C.M., Monaco 1934.

Vedi anche
Domenico Fontana Architetto (Melide, Lugano, 1543 - Napoli 1607). Venuto a Roma ventenne, lavorò dapprima come stuccatore, poi (dal 1570) il card. F. Peretti, il futuro Sisto V, lo prese al suo servizio affidandogli l'elaborazione del nuovo piano regolatore di Roma (nell'ambito del quale realizzò nuovi tracciati viarî ... Francesco Borromini Borromini (o Borromino; propr. Castèlli), Francesco. - Architetto (Bissone 1599 - Roma 1667), col suo antagonista G. L. Bernini è una delle due più originali e importanti figure dell'architettura del sec. 17° in Italia. Dopo un soggiorno a Milano, venne forse nel 1614 a Roma, dove fu impiegato come intagliatore ... Capriani, Francesco, detto Francesco da Volterra Capriani ‹-i-à-›, Francesco, detto Francesco da Volterra. - Architetto (m. Roma 1594). A Roma, dove visse e operò lungamente, le sue costruzioni hanno un notevole interesse per la storia dell'architettura tra manierismo e barocco: la chiesa di S. Giacomo degli Incurabili, poi compiuta, dopo la sua morte, ... Pàolo V papa Pàolo V papa. - Camillo Borghese (Roma 1552 - ivi 1621). Fu eletto pontefice nel 1605. All'inizio del pontificato entrò in conflitto con Venezia, che aveva promulgato leggi restrittive in materia di proprietà ecclesiastica, cui Paolo V papa rispose lanciando l'interdetto contro la città (poi revocato ...
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carlo s. m. – Denominazione generica di monete emesse da sovrani di nome Carlo; fu data allo scudo (filippo) di Carlo II re di Spagna e dell’imperatore Carlo VI, e a una moneta d’oro del valore di 5 talleri di Carlo duca di Brunswick....
san Carlo
san Carlo locuz. usata come s. m. (pl. san Carli). – Moneta d’argento con il tipo di s. Carlo emessa da Carlo Emanuele I duca di Savoia nel 1614, del valore di 9 fiorini, aumentato via via negli anni seguenti (nel 1630 era superiore di...
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