TURGHI, Carlo Maria Domenico Adeodato
Predicatore, nato il 5 agosto 1724 a Parma, ivi morto il 2 settembre 1803. Frequentate le scuole di filosofia e di retorica dirette dai gesuiti, nel 1739 (o nel 1741) entrò nell'ordine dei cappuccini in Carpi. Ordinato sacerdote, fu lettore di teologia a Modena, dove prima rivelò le sue doti di grande oratore, Piacenza e Parma. Nel 1755 tenne il sua primo quaresimale a Borgo di Val di Taro. Nel 1759 fu eletto definitore e guardiano del convento di Parma; nel 1768 ministro provinciale e chiamato quale predicatore ordinario alla corte di Parma. Don Ferdinando nel 1778 lo nominò precettore del principe ereditario. Il 13 maggio 1788 PioVI lo elesse vescovo di Parma.
Si fa iniziare da lui il vero rinnovamento dell'eloquenza sacra. Benché ricchi di maniere e di voci francesi, proprie del tempo, tanto il Quaresimale e le Omelie quanto le prediche alla corte, le orazioni funebri e i panegirici si fanno leggere ancora per originalità di argomentazione, per forza e modernità di idee, per zelo evangelico, per libertà di movenze, che fecero tacciare il T. di giansenismo. Ancora non è stato invece ben fissato il posto che egli occupa nella storia politica del tempo, quale scrittore politico e quale consigliere del duca di Parma, da cui era molto ascoltato. Le sue Opere complete, in 20 tomi, furono pubblicate a Venezia nel I832 (v. anche A. Turchi, Opere inedite, 5 tomi, Ancona 1843).
Bibl.: A. Pezzana, Continuazione alle memorie degli scrittori e letterati parmigiani, VII, pp. 257-300 (sempre importante); P. Placido di Pavullo, A. T. fu giansenista?, Reggio nell'Emilia 1933; G. M. Allodi, Serie cronologica dei vescovi di Parma, Parma 1856, II, pp. 411-446; E. Santini, L'eloquenza italiana dal concilio tridentino ai nostri giorni, I: Gli oratori sacri, Palermo 1923, cap. 5°; F. Zanotti, Storia della predicazione, Modena 1899, pp. 403-410. Cfr. poi i mss. 640, 1459 e 1702 e le lettere nella Regia Biblioteca Palatina: i documenti sono nell'archivio vescovile.