Poeta (Milano 1630 - ivi 1699). Segretario del senato, curatore dei confini, professore di latino e greco nelle scuole palatine, soprintendente all'università di Pavia, membro della Crusca e dell'Arcadia. Fu ritenuto ai suoi tempi poeta sommo: in realtà fu solo un poeta corretto, lontano nelle sue cose più tarde dal gusto secentistico e soprattutto dal marinismo, contro il quale esercitò, proprio nelle sue liriche, un'acuta opera di erosione. Scrisse anche melodrammi, drammi sacri, tragedie, carmi latini e greci, orazioni, ecc. Ma il meglio della sua produzione sono le poesie burlesche, specie quelle in dialetto, e le commedie (Il Mancomale, Il Barone di Birbanza, I consigli di Meneghino, Il falso filosofo), in cui varî personaggi parlano in milanese, e in cui compaiono alcune figure caratteristiche (per es. la maschera milanese Meneghino, già esistente ma da lui resa celebre, e Donna Quinzia).