ROSINI, Carlo Maria
– Nacque a Napoli il 1° aprile 1748 da Vincenzo e da Maria Antonia Ardìa.
Il padre era originario di Rufrano in Lucania ed esercitava la professione medica nella capitale del Regno, coltivando anche interessi per la letteratura e per le arti. Provvide lui a insegnare al figlio a leggere e scrivere, trasmettendogli anche i primi rudimenti delle lingue antiche, in particolare la conoscenza dell’alfabeto greco. All’età di sette anni lo affidò ai gesuiti, che cominciarono a coltivare l’idea di fargli prendere i voti. Il progetto tramontò a causa della prematura scomparsa di Vincenzo, che lasciò la famiglia in difficoltà finanziarie. Il tragico evento non arrestò il percorso di formazione di Rosini. Fu infatti la madre a impegnarsi per farlo ammettere nel seminario arcivescovile di Napoli, dove approfondì gli studi di retorica, poetica, filosofia, teologia e diritto, con maestri prestigiosi come il latinista Sebastiano de Rosa (vescovo di Ischia dal 1775 al 1792) e l’agiografo Gennaro Radente.
Fu nominato prefetto degli studi del seminario dal cardinale Giuseppe Capece-Zurlo, appena dopo l’insediamento di quest’ultimo nella sede arcivescovile di Napoli avvenuto nel 1782. Nel coprire questo incarico, si distinse per la sua dedizione al greco antico e mostrò grande attenzione alla manualistica circolante in Europa per l’insegnamento delle lingue classiche. Nascondendosi dietro lo pseudonimo di Niceta Filalete, entrò in una disputa incentrata sul tema della metafisica con il teologo Bernardo Maria Della Torre (che si identificava con il nome di Critobulo), dalla quale emergevano anche le tensioni generate dalla competizione per l’occupazione di posizioni accademiche e per i relativi compensi (i due si scambiarono una Lettera di Filalete e una Lettera di Critobulo, entrambe edite a Napoli nel 1783).
L’anno successivo ottenne l’insegnamento di scrittura sacra presso l’Università di Napoli, sostituendo l’erudito Nicola Ignarra. Nel 1787 entrò a far parte dei soci della Regale Accademia Ercolanese, offrendo un contributo rilevante nelle ricerche filologiche e archeologiche. Grazie al suo lavoro, si sarebbe resa possibile poco più tardi la pubblicazione del primo volume degli Herculanensium Voluminum (Napoli 1793). La consacrazione per gli studi svolti gli sarebbe derivata comunque dalla pubblicazione della Dissertationis isagogicae ad Herculanensium voluminvm explanationem (Napoli 1797), accolta con favore dai sodali e dagli ambienti intellettuali della capitale. Progettò di dare alle stampe anche un volume dedicato alla storia delle eruzioni del Vesuvio, ponendosi sulla scia degli studi già svolti da Alessio Simmaco Mazzocchi, ma non riuscì a portare a termine il suo proposito per il progredire della sua carriera in ambito ecclesiastico.
Già nel 1792, infatti, era stato nominato canonico della cattedrale di Napoli e il 21 dicembre 1797 divenne vescovo di Pozzuoli, con la consacrazione del cardinale Giuseppe Maria Doria Panfili. In questo nuovo ruolo si dedicò al riassetto del seminario diocesano, sviluppando i metodi già sperimentati nell’arcidiocesi di Napoli e impegnandosi in prima persona nell’insegnamento delle lingue antiche. Pur conservando un profilo di erudito, riuscì a essere un abile predicatore, facendosi ascoltare anche dagli umili. Prestò attenzione all’assistenza degli indigenti e alle fanciulle escluse dal mercato matrimoniale. Fu vicino alla famiglia regnante che, anche in virtù del servizio prestato nell’Accademia Ercolanese, gli affidò incarichi importanti.
Nel convulso periodo rivoluzionario e napoleonico si dimostrò capace di ottenere la fiducia dei diversi governi che si alternarono alla guida del Mezzogiorno. Il 14 luglio 1799, alla fine del semestre repubblicano che aveva messo in fuga da Napoli il re Ferdinando IV di Borbone, recitò nella sua cattedrale un’Orazione eucaristica per celebrare il «glorioso ritorno di Sua Maestà». Nel 1801 fu nominato sovrintendente dell’Officina degli antichi papiri. Durante il decennio francese ricoprì il ruolo di cappellano maggiore del Regno. Nel 1807 fu scelto per presiedere le accademie di antichità, scienze e belle arti. Ciononostante, non si mostrò sempre prono al volere del potere napoleonico, agendo con prudenza e prestando attenzione al rispetto del diritto canonico, soprattutto per l’amministrazione di un sacramento come il matrimonio che, a suo avviso, non poteva essere completamente privato del suo carattere religioso. Nel 1817, dopo la Restaurazione, mantenne la carica di presidente nel nuovo organismo che unificava i tre sodalizi precedenti e che fu denominato Real Società Borbonica. Dal 1822 al 1824 fu a capo della Giunta per l’istruzione pubblica. Coprì anche la carica di consultore di Stato fino all’inizio degli anni Trenta.
Morì a Napoli il 18 febbraio 1836.
Il suo corpo fu imbalsamato e rimase esposto per sei giorni, al fine di permettere ai fedeli di rendergli omaggio. Fu celebrato con eleganti composizioni in lingua latina e volgare. Nel decennio successivo alla sua scomparsa, si consolidò intorno alla sua figura una solida tradizione celebrativa non priva di toni esplicitamente agiografici, che ebbe un momento cruciale nella pubblicazione dell’Elogio istorico di Prospero de Villarosa (Napoli 1841).
Opere. Iscrizioni apposte nel sontuoso funerale della greca nazione dimorante in Napoli secondo il proprio rito celebrato in morte dell’Augusta Imperatrice Regina Maria Teresa d’Austria [...] dalla greca nell’italiana favella tradotte, Napoli 1781; Lettera di Filatete a Critopulo, Napoli 1783; Oratio Caroli Rosini in Seminario Urbano Grecae Linguae Interpretis Habita in Adventu E.mi S.R.E. Cardinalis Josephi M. Capyci Zurli Archiepiscopi Neapolitani, Napoli 1783; Oratio Caroli Rosini in Regio Neapolitano Archigymnasio Sacrae Scripturae interpretis substit. Habita in solemni studiorum instauratione anno 1787, Napoli 1787; Pe’ funerali di Carlo III inscrizioni di Carlo Rosini regio accademico ercolanese e pubblico professore nell’Universita de’ Regi Studi, Napoli 1789; Ultimi onori resi alla gloriosa memoria di Carlo III Re cattolico ne’ solenni funerali celebrati dalla Real Compagnia ed Arciconfraternita de’ Bianchi dello Spirito Santo a dì 20 febbraio 1789, Napoli 1789 (inscrizioni di Rosini alle pp. 55-62); Dissertationis isagogicae ad Herculanensium voluminum explanationem, Napoli 1797; Orazione eucaristica di monsignor Carlo Maria Rosini vescovo di Pozzuoli per glorioso ritorno di Sua Maestà recitata nella sua cattedrale a dì 14. Luglio 1799, Napoli 1799; Carlo Maria Rosini per la grazia di Dio, e della S. Sede Apostolica vescovo di Pozzuoli e consigliere a Latere di S.M. al clero, e popolo della sua diocesi salute, grazia, e pace, Pozzuoli 1802; Dell’emissario Claudio nel paese de’ Marsi, Napoli 1808; Compendio della dottrina cristiana pubblicato per ordine dell’illustrissimo, e reverendissimo monsignor Carlo Maria Rosini vescovo di Pozzuoli per uso della sua diocesi, Napoli 1827; Regole del Seminario di Pozzuoli, pubblicate per ordine di S.E. rev. mons. Carlo Maria Rosini Vescovo di detta Chiesa, Napoli 1834; Compendio della dottrina cristiana pubblicato per ordine dell’ill.o e rev.o monsignor Carlo M.a Rosini, Napoli 1836; C. M. Rosinii Antistisis Puteolani ᾽Aπατωνταπατώμενοι seu Deceptores Decepti, comoedia ab Aloisio Palumbo, Napoli 1866; Caroli Mariae Rosinii comoediae ab Aloisio Palumbo S.I. auctoris retractatae ac typis editae; per Salvatorem Pisanum Verdinum castigatae, Napoli 1871; All’inclito martire e vescovo S. Gennaro vigile patrono di Napoli e del Regno. Inno del fu Monsignore Carlo M.a Rosini vescovo di Pozzuoli, colla parafrasi di Francesco De Rosa, Marchese di Villarosa, Napoli, s.d. Per le opere inedite si veda G. Castaldi, Della Regale Accademia Ercolanese dalla sua fondazione sinora con un cenno biografico de’ suoi soci ordinari, Napoli 1840, p. 225.
Fonti e Bibl.: B.M. Della Torre, Lettera di Critobulo all’autore d’una lettera scritta col nome di Filalete, Napoli 1783; Prospetto del saggio, che danno gli scolari della Compagnia di Gesù nelle lingue greca, latina, italiana e in belle lettere sotto gli auspicii dell’Eccell.o e Rev.o Monsignore d. C.M. R., Napoli 1822; I. Capomazza, Memoria di fatti e ragioni a pro di mons.r d. C.M. R. vescovo di Pozzuoli presso la Commissione de’ Presidenti della G. C. de’ Conti, Napoli 1832; G. Mucci, A monsignor d. C.M. R. vescovo di Pozzuoli, della religione, delle scienze, e delle arti lume ed ornamento, il cardinal Cesare Nembrini Pironi Gonzaga [...] Sonetto, Napoli 1837; G.F. Rambelli, R., C.M., in Biografia degli Italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti del secolo, a cura di E. De Tipaldo, VI, Venezia 1838, pp. 89-91; G. Castaldi, Della Regale Accademia Ercolanese dalla sua fondazione sinora con un cenno biografico de’ suoi soci ordinari, Napoli 1840, pp. 217-230; P. de Villarosa, Elogio istorico di Monsignor Carlo R. vescovo di Pozzuoli, Napoli 1841; G. Melzi, Dizionario di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani, I, Milano 1848, pp. 267, 408; C.M. R. (1748-1836): un umanista flegreo fra due secoli, a cura di S. Cerasuolo et al., Pozzuoli 1986; Carte inedite di C.M. R. nell’Archivio vescovile di Pozzuoli, a cura di A. D’Ambrosio, Pozzuoli 1986; M. Miele, Il vescovo C.M. R. e la laicizzazione del matrimonio nel Sud: la pastorale inedita del 1809, in Per la storia del Mezzogiorno medievale e moderno. Studi in memoria di Jole Mazzoleni, Napoli 1998, pp. 835-858.