MATTEUCCI, Carlo
Chimico, fisiologo, fisico; nato a Forlì il 20 giugno 1811 e morto a Livorno (Ardenza) il 25 giugno 1868. Addottoratosi in matematica a Bologna nel 1828, continuò gli studî a Parigi dove ebbe modo di conoscere i grandi uomini che gravitavano intorno ad Arago. Già prima di recarsi all'estero aveva iniziato la sua vita di ricerche; stimolato dalle notizie di tracce di lignite nelle colline del Riminese, iniziò un'esplorazione geologica delle valli dell'Appennino Romagnolo, estendendo le sue ricerche anche alle condizioni meteorologiche e agrologiche della regione. Di ritorno dalla Francia nel 1831, si dedicò ai suoi studî di fisica in generale e particolarmente a quelli di elettrofisiologia, studî in quell'epoca di massimo interesse poiché ferveva allora la polemica sull'origine della forza elettromotrice della pila e non era ancora spenta quella famosissima tra A. Volta e L. Galvani.
A Firenze continuò le ricerche incominciate a Forlì appena di ritorno da Parigi, sull'azione della corrente elettrica sulle combinazioni chimiche, arrivando a dimostrare la legge della proporzionalità tra la quantità di elettrolito depositato e la quantità di elettricità passata attraverso il voltametro, e questo indipendentemente dalle note esperienze del Faraday e riuscendo altresì a trarne deduzioni di tale importanza che il Faraday stesso diceva che avevano procurato allo scienziato italiano, allora poco più che ventenne, un nome europeo.
Nel 1835 pubblicò una notevole memoria Il discorso sul metodo razionale scientifico, meravigliosa opera precorritrice, non capita dai contemporanei ma che prevedeva in modo chiarissimo i legami tra fisica chimica e fisiologia. Nel 1835 si dedicò allo studio dell'elettricità animale nella torpedine e mostrò essere la scarica controllata dalla volontà dell'animale. Spinto da necessità economiche, nel 1835 si associò a un suo concittadino per la fabbricazione di colla e concimi, ma gli affari andarono male e, sebbene poco simpatizzante per la chimica farmaceutica, accettò la direzione della farmacia e del laboratorio annesso all'ospedale di Ravenna. In questo tempo (1830-1840) la sua attività scientifica fu distratta dalle necessità della nuova occupazione, tuttavia si occupò dell'utilizzazione del sangue dei macelli, come fertilizzante; pubblicò la Memoria sulla polarità secondaria e il Saggio dei fenomeni elettrici degli animali.
Nel 1841, dietro proposta del Humboldt, il granduca di Toscana gli offrì la cattedra di fisica nell'ateneo pisano, iniziando un altro fortunato periodo della sua attività scientifica. Infatti nel 1842 ricevette il premio per la fisiologia sperimentale dell'Académie de sciences e nel 1848 a Londra ricevette la medaglia Copley; patriota fervente, esplicò grande attività politica nel 1848-49. Fu direttore dei telegrafi, senatore nell'assemblea toscana, poi del regno d'Italia, nel 1862 ministro della Pubblica istruzione e nel 1866 uno dei XL. Alla sua attività scientifica suaccennata bisogna aggiungere altri lavori importanti, quali quelli sull'aurora boreale;. una memoria Sull'influenza dell'elettricità nella formazione delle principali meteore acquee, opera dalla quale appare l'alto spirito scientifico del M.; uno studio sull'azione del cloro sulla bile; sulla conducibilità elettrica della terra; gli studî di climatologia pubblicati nelle Annales de chimie et physique; quelli di elettrofisiologia, una memoria sulla propagazione delle tempeste provenienti dall'Atlantico, pubblicata nella Bibliothèque universelle de Genève, una memoria sull'elettrotono dei nervi pubblicata nel Nuovo Cimento da lui fondato insieme con Raffaele Piria.
Per la fisiologia sono importanti le sue opere: Traité des phénomènes electro-physiologiques des animaux, suivi d'études anatomiques, ecc. (Parigi 1844); Leåons sur les phénomènes physiques des corps vivants. Prima di Du Boys Reymond dimostrò che ogni attività muscolare è accompagnata da un fenomeno elettrico; il fenomeno della cosiddetta corrente muscolare di Du Boys Reymond fu in realtà scoperto dal Matteucci che deve essere considerato come il precursore della moderna elettrofisiologia.
Bibl.: N. Bianchi, C. M. e l'Italia del suo tempo, Torino 1874.