Matteucci, Carlo
Chimico, fisiologo e fisico (Forlì 1811 - Ardenza, Livorno, 1868). Dopo la laurea in matematica e fisica, conseguita a Bologna nel 1828, perfezionò gli studi a Parigi dove frequentò i corsi dell’École polytechnique. Concentrò i suoi interessi nel campo dell’elettrofisiologia ed elettrochimica e con le sue ricerche conquistò, poco più che ventenne, fama europea. Nel 1840 il granduca di Toscana gli offrì la cattedra di Fisica nell’ateneo pisano. Sono di questo periodo i suoi lavori sulle aurore polari e sulla conducibilità elettrica della Terra, le sue ricerche di climatologia e i suoi studi dei fenomeni elettrici che hanno luogo negli organismi animali, per i quali può essere considerato uno dei precursori della moderna elettrofisiologia. In Toscana, Matteucci intrecciò rapporti con gli esponenti del liberalismo moderato, Ridolfi, Capponi, Vieusseux, e negli anni successivi si avvicinò a Gioberti. Allo scoppio della guerra del 1848 si arruolò come volontario e, dopo aver partecipato alle battaglie di Curtatone e Montanara, fu inviato a Milano, presso il governo provvisorio, per sostenere la fusione tra Piemonte e Lombardia. Nel 1855 fondò con Raffaele Piria il «Nuovo cimento». Nominato senatore nel 1860, l’anno successivo si trasferì a Torino e nel 1862 fu nominato ministro della Pubblica istruzione nel governo Rattazzi. In tale veste sostenne un forte accentramento statale dell’insegnamento secondario e universitario. Fu poi, dal 1864 al 1868, vicepresidente del Consiglio superiore della pubblica istruzione, dal 1865 direttore dell’Istituto di studi superiori di Firenze e dal 1866 al 1868 presidente della Società italiana delle scienze.