MAZZACURATI, Carlo
Regista, produttore e sceneggiatore, nato a Padova il 2 marzo 1956 e ivi morto il 22 gennaio 2014. I suoi film, frequentemente ambientati nel Nord-Est d’Italia, raccontano un mondo di provincia abitato da personaggi umili e fragili, i cui tentativi di risollevare le proprie sorti lasciano emergere una comicità delicata e talvolta amara. Vincitore del Nastro d’argento come miglior regista esordiente per Notte italiana (1987) e del Leone d’argento alla Mostra del cinema di Venezia per Il toro (1994), ricevette il Nastro d’argento al miglior soggetto per La giusta distanza (2007) e il Nastro d’argento dell’anno per La sedia della felicità (2014), film uscito postumo, premiato anche con un David di Donatello speciale.
Affermatosi negli anni Ottanta tra i più interessanti registi esordienti, dopo le belle prove degli anni Novanta, nel 2000 realizzò La lingua del santo, con Antonio Albanese e Fabrizio Bentivoglio, commedia ispirata a un fatto di cronaca avvenuto a Padova: due ladri di provincia riescono a trafugare il prezioso reliquiario contenente la lingua di sant’Antonio, molto venerato in città. Il furto innesca una serie di vicende surreali sullo sfondo di una laguna veneta immobile e malinconica. Dopo la commedia A cavallo della tigre (2002), con Fabrizio Bentivoglio e Paola Cortellesi, remake dell’omonimo film di Luigi Comencini del 1961, M. girò L’amore ritrovato (2004), adattamento del romanzo Una relazione (1969) di Carlo Cassola, con Stefano Accorsi nel ruolo di un bancario coinvolto in una relazione extraconiugale con una manicure (Maya Sansa) nella Livorno degli anni Quaranta. Con La giusta distanza (2007) M. volle tornare in Veneto con un giallo che affonda le radici in una storia d’amore e di pregiudizi: appena arrivata in paese, la nuova maestra elementare (Valentina Lodovini) si innamora di un meccanico tunisino (Ahmed Hafiene); quando il suo corpo viene trovato senza vita, il primo sospettato è proprio l’immigrato, in apparenza perfettamente integrato nella comunità. Quando ormai il caso sembra risolto, un giovane giornalista (Giovanni Capovilla), testimone della storia d’amore tra i due, porta alla luce la verità sul delitto e, con questa, le meschinità di un paese più chiuso e ostile di quanto non sembri. La realtà regionale (ma questa volta si tratta della Toscana) viene vista nuovamente sotto la lente della commedia nel film La passione (2010), storia di un regista in crisi creativa (Silvio Orlando) che si trova a dirigere la sacra rappresentazione del Venerdì santo, con gli abitanti del paese in veste di attori. Come negli altri film di M., dietro le grottesche vicende dei personaggi affiora una rassegnata riflessione sulle miserie di una società segnata da piccole prepotenze, personalismi e discriminazioni dissimulate a malapena. La sedia della felicità racconta la storia di un’estetista (Isabella Ragonese) e di un tatuatore (Valerio Mastandrea) che, assillati da problemi economici, si mettono alla ricerca di un tesoro nascosto in una delle sedie che si trovano nel salotto della madre di un famoso criminale.
File:IX_Appendice_ix_appendice_m_fig21.jpgAttivo anche come sceneggiatore, attore (nei film di Nanni Moretti Palombella rossa, 1989; Caro diario, 1993; Il caimano, 2006) e documentarista, M. diresse la serie Ritratti, dedicata a importanti voci della letteratura come Mario Rigoni Stern (1999), Andrea Zanzotto (2000) e Luigi Meneghello (2002). Nel 2010 girò Sei Venezia, sei racconti di persone comuni per descrivere l’atmosfera della città lagunare; del 2012 è Medici con l’Africa, presentato fuori concorso alla 69a Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Bibliografia: Carlo Mazzacurati, a cura di B. Gigli, P.Massa, P. Coppari, Recanati 2001; Il cinema di Carlo Mazzacurati: festival del cinema di Porretta Terme 2012, Porretta Terme 2012; Carlo Mazzacurati, a cura di A. Costa, Venezia 2015.