MERKEL, Carlo
– Nacque a Torino il 10 luglio 1862 da padre tedesco e madre italiana.
Rimasto presto orfano, dopo gli studi classici il M. coltivò la passione per la storia e si iscrisse alla facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Torino, dove fu tra gli allievi prediletti del medievista C. Cipolla, laureandosi nel 1886 con il massimo dei voti e risultando poi vincitore di un concorso per l’accesso a una scuola di specializzazione della stessa Università (1886-88). In seguito, ottenuta una borsa di studio di perfezionamento all’Università di Monaco di Baviera, frequentò per due semestri (1888-89) le lezioni degli storici W. Giesebrecht, H. Grauert e T. Heigel e si specializzò nella ricerca archivistica.
Tornato in Italia, dal 1892 soggiornò per qualche tempo a Roma ricoprendo la carica di segretario dell’Istituto storico italiano (dal 1934 Istituto storico italiano per il Medio Evo).
Nel corso della sua permanenza a Roma, il M. collaborò operosamente anche ai lavori della Commissione Colombiana per il quarto centenario della scoperta dell’America, rintracciando nuove fonti sulla vita di C. Colombo.
Il grande impegno intellettuale del M. è attestato da pubblicazioni che riflettono un’intensa attività didattica e di ricerca. Inizialmente collaborò alla compilazione, insieme con Cipolla, di alcune parti degli Indici delle opere di L.A. Muratori (Indici sistematici di due cronache muratoriane, in Miscellanea di storia italiana, s. 2, XXIV [1885], App., pp. 1-187); quindi si impegnò autonomamente, mettendo in risalto le sue capacità intellettuali sorrette da una vasta erudizione, con il volume Manfredi I e Manfredi II Lancia. Contributo alla storia politica e letteraria nell’epoca sveva (Torino 1886).
In questo studio recò un prezioso contributo alla storia della letteratura provenzale in Italia al tempo di Federico II, trattando un argomento che fino ad allora era stato solo marginalmente studiato. In seguito il M. si appassionò sempre più alla storia della dominazione angioina nell’Italia nordoccidentale (e, in particolare, in Piemonte e in Lombardia), prendendo soprattutto in esame alcune fonti in provenzale, in francese e in tedesco antico.
Il M. ha lasciato anche studi di letteratura, come i due scritti Sordello e la sua dimora presso Carlo I d’Angiò (ibid. 1890) e Sordello di Goito e Sordello di Marano (in Giorn. storico della letteratura italiana, 1891, vol. 17, pp. 381-390), e proprio i testi riguardanti Sordello lasciarono larga traccia nei dibattiti sollevatisi in quegli anni intorno al celebre trovatore mantovano.
A Torino e a Monaco, fra il 1888 e il 1889, raccolse i materiali per redigere una dettagliata monografia su una principessa sabauda, che, andata in Baviera nel XVII secolo sposa dell’elettore, contribuì alla diffusione della cultura italiana e francese. L’opera, che ricostruisce compiutamente l’ambiente della piccola corte bavarese, uscì con il titolo Adelaide di Savoia elettrice di Baviera. Contributo alla storia civile e politica del Milleseicento (ibid. 1892).
Nel Bullettino dell’Istituto storico italiano il M. pubblicò, inoltre, Documenti di storia medievale italiana. Bibliografia degli anni 1885-91 (VII [1892], 12, pp. 7-164). Tuttavia i suoi saggi più conosciuti e diffusi sono indubbiamente quelli riguardanti la storia del costume, dove acquistò ben presto notevole competenza e dimostrò particolare attitudine fin dal suo primo contributo: Tre corredi milanesi del Quattrocento illustrati (ibid., VIII [1893], 13, pp. 97-184).
Dopo diversi studi sull’argomento, l’opera del M. che ebbe maggiore diffusione fu Come vestivano gli uomini del Decameron: saggio di storia del costume (Roma 1898; già in Atti della R. Acc. dei Lincei, Rendiconti, cl. di scienze morali, storiche e filologiche, s. 5, VI [1897], pp. 354-388, 420-448, 484-533). Purtroppo il suo progetto di studiare anche i costumi della Commedia dantesca non trovò realizzazione a causa della sua prematura scomparsa.
Agli inizi del 1894 il M. fu nominato professore straordinario di storia moderna a Pavia, ricoprendo in seguito anche l’incarico dell’insegnamento della storia antica; dal 1° genn. 1898 divenne professore ordinario e in quella occasione tenne una prolusione al suo corso su Le cronache italiane nell’Alto Medioevo, un’erudita e autorevole dissertazione sugli studi critici attinenti all’esegesi delle fonti storiche medievali, confluito poi nel volume Intorno alle cronache del Medio Evo, considerate nel loro svolgimento e nel presente loro stato (ibid. 1894).
A Pavia il M. fu chiamato a far parte della commissione incaricata di sorvegliare all’ordinamento e alla conservazione del Museo civico ed ebbe, in virtù di questo incarico, un diretto impulso a occuparsi attivamente della storia della città che lo ospitava.
Il M. morì a Pavia il 15 marzo 1899.
Corrispondente dell’Accademia nazionale dei Lincei e di altre accademie italiane e straniere, collaborò con numerosi periodici scientifici, fra cui: Rivista storica italiana; Archivio della Società romana di storia patria; Archivio storico italiano; Archivio storico lombardo; Cultura; Rivista bibliografica italiana.
Fonti e Bibl.: C. Cipolla, C. M., in Arch. storico lombardo, XXVI (1899), 1, pp. 482-488; V. Rossi, C. M., in Giorn. storico della letteratura italiana, 1899, vol. 37, pp. 295 s.; E.M. Fusco, Scrittori e idee. Diz. critico della letteratura italiana (SEI), Torino 1956, p. 389; U. Renda - P. Operti, Diz. storico della letteratura italiana (Paravia), nuova ed. rivista e aggiornata, Torino 1957, sub voce.
G.L. Corradi