Generale (Capua 1817 - Roma 1905). Ufficiale dell'esercito borbonico, fu inviato nel 1848 al Quartier generale piemontese con l'incarico del collegamento fra i due eserciti; ribellatosi all'ordine del re di Napoli di ritirarsi, raggiunse G. Pepe a Venezia, dove ebbe il comando del forte Marghera. Dopo il 1849 si rifiutò di rientrare nell'esercito borbonico e rimase in esilio, prima a Genova, poi a Torino, dove fondò, col fratello Luigi, una Biblioteca militare e quindi la Rivista militare italiana (1856), e pubblicò, sempre in collab. col fratello, i notevoli Studi topografico-strategici d'Italia (1859). Entrato nell'esercito piemontese, fu capo di stato maggiore in Toscana nel 1859, quindi ministro della Guerra nel governo provvisorio delle Romagne; nel 1860 si distinse nell'assedio di Mola di Gaeta. Senatore (1876) e collare dell'Annunziata (1903).