Michelstaedter, Carlo
Pensatore e poeta (Gorizia 1887 - ivi 1910). Nel 1905 si recò a Firenze, dove, iscrittosi alla facoltà di Lettere e filosofia, rimase fino al 1909. Concepì la vita come eroica espressione di una volontà piena e consapevole, svincolata da ogni compromesso e da ogni maschera retorica con cui gli uomini tentano di eludere la propria solitudine, il dolore e il timore della morte. La persuasione e la rettorica si intitola infatti il maggiore dei suoi scritti (pubbl. post. nel 1912-13, a cura di V. Arangio-Ruiz), i quali, in una forma che alterna al rigore concettuale l’impeto lirico, e alla prosa il verso (Dialogo della salute, poesie, lettere, ecc.), rispecchiano il travaglio del suo pensiero. Morì suicida. Nel 1958 è stata pubblicata un’edizione completa delle sue opere, frutto dell’accresciuto interesse intorno alla sua figura, e al suo ‘caso’, nei quali si sono veduti singolari precorrimenti dell’esistenzialismo.