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MICHELSTAEDTER, Carlo

di Gaetano Chiavacci - Enciclopedia Italiana (1934)
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MICHELSTAEDTER, Carlo

Gaetano Chiavacci

Pensatore e poeta, nato a Gorizia, da famiglia appartenente al gruppo intellettuale e patriottico italiano di quella città, il 3 giugno 1887, uccisosi a Gorizia il 17 ottobre 1910. Recatosi nel 1905-06 a Firenze, s'iscrisse a quella facoltà di lettere e filosofia, e rimase a Firenze fino al giugno del 1909. Il suo scritto principale (La persuasione e la rettorica) era stato da lui preparato come dissertazione di laurea.

Spirito fine, sensibile, coltivatosi nello studio della letteratura e della filosofia antica e moderna e nello studio dell'arte, prescinde da tutte le categorie e terminologie comunemente accettate, e si rifà un pensiero suo, passo per passo, come analisi e legge in atto della propria esperienza di vita, con le caratteristiche di novità, di libertà, di sincerità dovute a questa peculiare origine, e con quelle - corrispondenti alla sua vita - di coerenza logica, di concretezza pratica, di straordinaria energia e di un'inesausta sete di assoluto, che lo pone in lotta contro ogni forma di vita e di pensiero, che gli sembri accettazione di relatività e finzione di assolutezza. Un volontarismo radicale, eroico, in una mente logica e dialettica, che aspira a un'assoluta razionalità.

Opere: Scritti, a cura di V. Arangio-Ruiz, Genova 1912-1913: I, Dialogo della salute e Poesie; II, La persuasione e la rettorica; La persuasione, in 2ª ed., Firenze 1922, a cura di E. Michelstaedter e G. Chiavacci, con 6 Appendici critiche su Platone e Aristotele (specialmente importanti le prime due) e uno scritto Il prediletto punto d'appoggio della dialettica socratica. Inoltre: altre poesie, scritti e disegni in numero speciale di Il Convegno, 25 luglio 1922, e 11 piccoli scritti ineditì, in La Ronda, 1922, p. 289 segg.

Bibl.: G. A. Borgese, Studi di letter. moderne, Milano 1915; G. Amendola, Etica e biografia, Milano 1915; G. Papini, in Ventiquattro cervelli, Firenze 1913; G. Gentile, in Critica, 1922; U. Spirito, in Giorn. crit. d. filos. it., 1922 (ripub. in L'idealismo e i suoi critici, Firenze 1930); V. Arangio-Ruiz, num. cit. del Convegno; G. Chiavacci, in Giorn. crit. d. filos. it., 1924, p. 36 segg. e 155 segg.; C. Pellizzi, in Spiriti della vigilia, Firenze 1924; L. Soperchi, in Riv. di psicologia, XXVIII (1932), pp. 26 segg., 280 segg. Per una bibliografia completa, v. questo scritto del Soperchi.

Vedi anche
Vladimiro Aràngio-Rùiz Aràngio-Rùiz, Vladimiro. - Filosofo (Napoli 1887 - Firenze 1952), fratello di Vincenzo; professore e vicedirettore della Scuola normale superiore di Pisa, e (dal 1940) prof. di storia della filosofia all'univ. di Firenze. Assertore di un "moralismo assoluto", che trae ispirazione specialmente dall'attualismo ... Dino Campana Poeta (Marradi 1885 - Castel Pulci, Firenze, 1932). Figlio di un maestro elementare, rivelò presto indole inquieta e straordinaria sensibilità. Dopo il liceo a Faenza, frequentò corsi di chimica all'univ. di Bologna e a Firenze. Ma, incapace di adattarsi alla normalità (per le sue stravaganze ebbe a ... Giuseppe De Robèrtis De Robèrtis, Giuseppe. - Critico letterario italiano (Matera 1888 - Firenze 1963); prof. di letteratura italiana (dal 1939) nell'univ. di Firenze, dove si era trasferito giovanissimo. Formatosi nell'ambiente vociano, in una sorta di ideale sodalizio con Renato Serra, fu direttore della "seconda" Voce ... Italia Stato dell’Europa meridionale, corrispondente a una delle regioni naturali europee meglio individuate, data la nettezza dei confini marittimi e di quello terrestre: la catena alpina, con la quale si collega all’Europa centrale (da O a E: Francia, Svizzera, Austria, Slovenia). Come regione naturale, tra ...
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san Carlo
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