MIRABELLO, Carlo
MIRABELLO, Carlo. – Nacque a Tortona in provincia di Alessandria il 17 nov. 1847 da Giuseppe e da Maria Vicari.
Il M. fin da giovane aveva manifestato la volontà di diventare un ufficiale della Regia marina, come due suoi fratelli.
La carriera del M. iniziò il 2 luglio 1861, poco dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia, allorché entrò come allievo nella Regia Scuola di marina di Genova. Nei tre anni successivi eseguì le prescritte campagne di addestramento a bordo delle corvette «Euridice» e «Valoroso» e della fregata «Principe Umberto» e il 1° febbr. 1865 fu promosso guardiamarina. Partecipò alla terza guerra di indipendenza sulla pirofregata «Maria Adelaide», nave di bandiera del viceammiraglio G.B. Albini, e fu presente alla battaglia navale di Lissa combattuta il 20 luglio 1866. Poco più di una settimana dopo si imbarcò sulla pirofregata «Vittorio Emanuele» e il 1° agosto successivo fu nominato sottotenente di vascello. Tra il 6 e il 26 nov. 1866 svolse il suo primo comando navale sulla cannoniera lagunare a ruote «N. 5» e, dopo un breve periodo a bordo del piroscafo «Monzambano», dall’11 ott. 1867 al 16 apr. 1868 ebbe il comando della cannoniera lagunare a ruote «N. 1».
Successivamente fu trasferito di nuovo a bordo del «Monzambano», riclassificato come nave idrografica, con il quale compì un’importante spedizione lungo le coste italiane che gli valse nel 1871 il titolo di cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Il 1° dic. 1872 ebbe la promozione a luogotenente di vascello di seconda classe e pochi giorni dopo fu inviato per quasi un anno e mezzo in missione a Trieste, all’epoca appartenente all’Impero austro-ungarico, per controllare la pubblicazione di alcune delle carte del mare Adriatico che egli stesso aveva concorso a tracciare. Il 15 giugno 1874 al M. fu affidata la direzione dell’Ufficio provvisorio per cartografare la costa e i fondali della Spezia, incarico che ricoprì fino al 21 genn. 1875, per poi imbarcarsi di nuovo per poco più di un anno sulla pirofregata «Maria Adelaide» con la quale prese parte a una campagna navale di istruzione per gli allievi della Regia Scuola di marina di Genova toccando porti della Spagna, della Tunisia, del Portogallo e Gibilterra. Il 25 dic. 1876 fu nominato luogotenente di vascello di prima classe e dall’aprile 1877 all’ottobre 1880 fu quasi ininterrottamente a bordo del trasporto «Washington», utilizzato in quel periodo come nave idrografica. Dopo altre destinazioni su unità della Regia Marina, il 1° luglio 1884 fu promosso capitano di corvetta. Il 14 genn. 1886 fu nominato cavaliere dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro e meno di un mese dopo divenne comandante della cannoniera «Scilla», con la quale compì una campagna idrografica in Mar Rosso.
Nel luglio 1887 fu promosso capitano di fregata e dal gennaio al settembre 1889 svolse l’incarico di direttore dell’Ufficio idrografico della Marina di Genova. Ottenuto il grado di capitano di vascello nel luglio 1890, nel gennaio 1894 gli furono affidati il comando della corazzata veloce «Lepanto», che tenne fino al marzo 1896, e dal febbraio 1897 al giugno 1898 quello della moderna nave da battaglia «Sicilia».
Nel luglio 1898 ebbe il titolo di cavaliere dell’Ordine militare di Savoia per la valida collaborazione prestata al viceammiraglio F.N. Canevaro, comandante in capo della squadra internazionale che operò nelle acque di Creta durante i disordini che avevano sconvolto l’isola. Sempre nel luglio 1898 fu nominato capo dell’Ufficio di stato maggiore, e il 16 agosto seguente fu promosso contrammiraglio. Dal 1° marzo 1901 fino alla stessa data dell’anno successivo fu comandante superiore del Corpo reali equipaggi marittimi.
Nominato vicecomandante della Forza navale del Mediterraneo, dal 6 giugno al 23 sett. 1902 si imbarcò sull’incrociatore corazzato «Carlo Alberto», con il quale compì una memorabile campagna per partecipare ai festeggiamenti per l’incoronazione di Edoardo VII d’Inghilterra e per testare l’impianto radiotelegrafico di bordo navigando nel Mediterraneo, nell’Atlantico, nel Mare del Nord e nel Baltico. Designato a comandare la divisione navale oceanica in Estremo Oriente, il M. il 26 marzo 1903 alzò la sua insegna sull’incrociatore corazzato «Vettor Pisani», sul quale fece imbarcare come direttore del tiro il tenente di vascello R. Bernotti, che sarebbe divenuto uno dei più noti studiosi italiani di strategia navale. Nel fare rotta verso la Cina il M. ebbe l’incarico dal ministro della Marina C.E. Morin di eseguire un’accurata inchiesta sugli avvenimenti accaduti nel Sultanato di Obbia in Somalia in seguito alle operazioni condotte in quell’area da truppe britanniche contro i seguaci di ‘Abd Allā’h ibn Hasan (il Mad Mullah per i britannici), di insediarvi il nuovo sultano ‘Alī Yusuf e di consegnare ai suoi ascari un cospicuo numero di armi e di addestrarli al loro uso. Svolta con successo tale missione, il M. proseguì la navigazione verso l’Estremo Oriente e là giunto ebbe ai suoi ordini anche gli arieti torpediniere «Calabria» e «Lombardia» e l’incrociatore protetto «Piemonte». Durante la sua permanenza in Cina si impegnò inoltre per installare nei locali della legazione italiana a Pechino un impianto radiotelegrafico che permettesse di mantenere i collegamenti via etere con le navi della Regia Marina operanti in quelle acque.
Mentre si trovava in Estremo Oriente ricevette la proposta di entrare come ministro della Marina nel secondo governo Giolitti e rientrò così in Italia. La scelta del M., che fino ad allora non si era mai occupato di politica, era dettata dalla necessità di individuare un tecnico che avesse l’apprezzamento delle forze armate per l’attività svolta, che offrisse le maggiori garanzie di integrità e di imparzialità, che non avesse dimostrato soverchie simpatie per alcun partito né che si fosse lasciato coinvolgere in qualche scandalo: in quel periodo il deputato socialista E. Ferri aveva innescato un dibattito sulla gestione della Marina, che aveva profondamente scosso l’opinione pubblica e il mondo politico, tanto che il 2 giugno 1903 l’onorevole L. Franchetti aveva presentato alla Camera dei deputati la proposta di eseguire un’inchiesta sulle forze armate. La commissione parlamentare fu istituita con la legge del 27 marzo 1904 e avviò l’indagine sull’organizzazione e sull’amministrazione della Regia Marina.
Il M. accettò l’incarico e il 3 nov. 1903 si insediò alla guida del dicastero della Marina; cinque giorni dopo fu nominato senatore e il successivo 23 dicembre fu insignito del titolo di grand’ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia. Come ministro della Marina il M. si adoperò per un suo costante potenziamento specialmente in funzione antiaustriaca, dismettendo le vecchie unità di ormai scarso valore bellico, facendone impostare di nuove, come gli incrociatori corazzati delle classi «Pisa» e «San Giorgio», e accelerando i lavori per l’entrata in servizio delle navi da battaglia della classe «Vittorio Emanuele».
Inoltre il M., che nell’aprile 1906 fu promosso viceammiraglio, seguendo con interesse le più recenti costruzioni navali delle principali Marine estere, nel dicembre del 1906 annunciò la decisione di ordinare la realizzazione di una potente corazzata del moderno tipo monocalibro (noto anche come dreadnought), la «Dante Alighieri», la cui costruzione sarebbe iniziata nell’arsenale di Castellammare di Stabia nel giugno del 1909. Contemporaneamente il M. curò il massiccio approvvigionamento di impianti radiotelegrafici da installare sulle navi e a terra, di munizioni, di siluri, di mine e di carbone e cercò di intensificare l’addestramento degli equipaggi e di migliorare qualitativamente il corpo degli ufficiali congedando quelli anziani che non considerava più idonei per il servizio attivo.
Nel proseguire la sua opera di rinnovamento, con un regio decreto del 10 febbr. 1907 il M. riorganizzò il vertice della forza armata istituendo l’importante figura del capo di stato maggiore della Marina e con un analogo provvedimento del 19 genn. 1908 creò la Scuola navale di guerra destinata a elevare la preparazione degli ufficiali. Tale ente entrò in funzione il successivo 8 settembre alla Spezia e avrebbe ispirato la creazione del prestigioso Istituto di guerra marittima fondato a Livorno nel 1921 nel comprensorio della Regia accademia navale (in seguito trasferito a Venezia e ridenominato Istituto di studi militari marittimi). Questo periodo positivo fu tuttavia funestato dalle polemiche che si scatenarono contro il M. in qualità di ministro della Marina per il ritardo con il quale la forza armata era intervenuta per soccorrere le popolazioni sinistrate dal terremoto che aveva colpito Messina il 28 dic. 1908. Il M., da parte sua, si era subito prodigato per organizzare gli aiuti, che non poterono essere celeri come desiderava perché molte navi erano dislocate in basi lontane e con buona parte degli equipaggi in licenza per le festività natalizie.
L’amarezza per le critiche mosse al suo operato fu in parte mitigata dal riconoscimento, nel gennaio 1909, della validità della sua idea di preparare la forza armata a una guerra contro l’Austria-Ungheria nonostante che essa, insieme con la Germania, fosse alleata dell’Italia dal 1882. Questa conferma era contenuta in un articolato studio riservato dal titolo Il problema militare marittimo, redatto dal generale A. Baldissera con annotazioni del generale T. Saletta, entrambi senatori del Regno, nel quale era individuata nell’Austria-Ungheria la vera nemica da battere e venivano ritenute idonee le iniziative che il M. aveva posto in essere fino ad allora per far fronte a questa evenienza.
Il M. terminò la sua attività di ministro della Marina il 12 dic. 1909. Poco dopo, il riacutizzarsi di un’infezione malarica che aveva contratto durante una navigazione lo costrinse a lasciare Roma e a trasferirsi presso le sorelle Maddalena e Teresa a Milano, dove morì il 24 marzo 1910.
Alcuni suoi discorsi in Parlamento pubblicati sono: Inchiesta parlamentare sulla Regia Marina. Discorso del ministro della Marina Carlo Mirabello pronunziato alla Camera dei deputati nella tornata del 3 luglio 1906, Roma 1906; Sul bilancio della Marina per l’esercizio 1907-1908. Discorso pronunziato al Senato del Regno nella seduta del 22 giugno 1907, ibid. 1907.
Il fratello maggiore Giovanni Battista, nato a Tortona il 20 nov. 1841 e morto a Portici, in provincia di Napoli, il 24 marzo 1908, raggiunse il grado di viceammiraglio e fra i suoi vari incarichi vi fu quello di addetto navale presso l’ambasciata italiana a Parigi dall’11 maggio 1886 al 1° luglio 1888. Il fratello minore Giovanni, nato a Tortona il 4 dic. 1850 e morto a Bassano del Grappa il 25 luglio 1912, anch’egli ufficiale della Marina, alla fine della carriera ottenne la promozione a contrammiraglio; nei primi anni del XX secolo aveva ideato un sistema di dragaggio delle mine denominato «Vomero».
Fonti e Bibl.: Roma, Ministero della Difesa, Archivio dell’Ufficio stor. della Marina militare, Biografie ufficiali, b. M.3, f. 17; Mariconsup, b. 18, f. 3287 (sul sistema di dragaggio delle mine ideato da Giovanni Mirabello); Raccolta di base, bb. 2155, 2384; Tortona, Biblioteca civica, Sezione Tortona, b. M, f. «Mirabello»; G.B. Mirabello, in Boll. della Società per gli studi di storia, d’economia e d’arte nel Tortonese, V (1908), 17, pp. 60 s. (per le notizie sul fratello maggiore del M.); Vice ammiraglio C. M., in Riv. marittima, XLIII (1910), 4, pp. I-III; C. M., in Illustrazione militare italiana artistica quindicinale, V (1910), 7, p. 1; L. Majnoni, Per la memoria dell’ammiraglio C. M., in Boll. della Società per gli studi di storia, d’economia e d’arte nel Tortonese, IX (1912), 34, pp. 3-8; Il Monumento a C. M., in Riv. marittima, XLVI (1913), 6, p. 557; La tomba a C. M. al Monumentale di Milano, in Boll. della Società per gli studi di storia, d’economia e d’arte nel Tortonese, X (1913), 35, pp. 49 s.; I. Zingarelli, La Marina italiana, Milano 1915, pp. 65-68, 70-72, 103, 160; G. Giolitti, Memorie della mia vita, I, Milano 1922, pp. 190, 229, 237; G. Menini, Storia della nostra Marina militare, Venezia 1928, p. 109; L. Ferrando - G. Po, L’opera della R. Marina in Eritrea e in Somalia dall’occupazione al 1928, Roma 1929, pp. 111, 433, 437, 689, 1014 (per G.B. Mirabello: pp. 106, 1016); F. Leva, Storia delle campagne oceaniche della R. Marina, III, Roma 1936, pp. 110-112, 122-125, 127, 132, 159 s., 200, 216; Guida del Tortonese, Tortona 1954, pp. 64 s.; G. Roselli Lorenzini, L’ammiraglio C. M., in Julia Dertona, VIII (1960), 19-22, pp. 78-83; G. Fioravanzo, La Marina militare nel suo primo secolo di vita (1861-1961), Roma 1961, pp. 19, 25 s., 56, 89 s., 116; M. Gabriele, Le convenzioni navali della Triplice, Roma 1969, p. 297 (per G.B. Mirabello addetto navale a Parigi: pp. 17, 19-21, 38, 42, 44 s., 54 s., 63 s.); R. Bernotti, Cinquant’anni nella Marina militare, Milano 1971, pp. 52 s., 55 s., 59, 61 s., 65; L. Di Paola, L’Istituto idrografico della Marina 1872-1972, Genova 1972, pp. 30, 36, 71; G. Giorgerini - A. Nani, Gli incrociatori italiani 1861-1975, Roma 1976, pp. 288, 322; A. Santini, Livorno ammiraglia. Cento anni di Accademia navale, Livorno 1981, pp. 105, 129, 156, 188; M. Gabriele - G. Friz, La politica navale italiana dal 1885 al 1915, Roma 1982, pp. 55, 68, 118, 135, 138 s., 146, 148, 151, 157, 161, 168; F. Micali Baratelli, La Marina militare italiana nella vita nazionale (1860-1914), Milano 1983, pp. 237, 239-241, 328, 330, 358, 360, 376-378, 380, 383, 387, 394, 403, 406 s., 431; G. Pisano, Genesi della struttura dello stato maggiore della Marina, in Boll. d’archivio dell’Ufficio stor. della Marina militare, I (1987), 2, pp. 275, 281, 283; G. Giorgerini, Da Matapan al Golfo Persico, Milano 1989, pp. 58, 60; O.O. Miozzi, Ordine militare d’Italia, Roma 1991, p. 133; G. Giorgerini - A. Nani, Almanacco storico delle navi militari italiane, Roma 1996, pp. 44, 46 s.; E. Alberini, La Marina italiana a Creta. Il potere marittimo in funzione della politica estera (1896-1899), Roma 1998, pp. 79, 103 s.; M. Gabriele, Benedetto Brin, Roma 1998, pp. 44, 54, 73, 75; R. Nassigh, La Marina italiana e l’Adriatico, Roma 1998, p. 80; M. Gemignani, La fase iniziale dell’espansione italiana in Somalia, e gli eccidi di personale della Regia Marina, in Boll. d’archivio dell’Ufficio stor. della Marina militare, XIII (1999), 2, pp. 109, 113; C. Paoletti, La Marina italiana in Estremo Oriente (1866-2000), Roma 2000, p. 125; M. Gabriele, Giovanni Bettolo, Roma 2004, pp. 87, 145, 154, 157, 159, 162 (per G.B. Mirabello: pp. 79, 96, 149, 158, 180, 195, 200 s.); C. Paoletti, La Marina italiana nelle operazioni di pace 1832-2004, Roma 2005, pp. 129, 159; R. Battista La Racine - F. Prosperini, Atlante storico della Marina militare 1861-1991, Roma 2006, p. 52; P.P. Ramoino, Romeo Bernotti, Roma 2006, pp. 22, 25, 40; R. Battista La Racine - F. Prosperini, La Marina militare 1861-1991, Roma 2007, p. 192; Enc. biogr. e bibliografica «Italiana», A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, II, p. 209; Enc. Italiana, XXIII, p. 422.
M. Gemignani