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MONTUORI, Carlo

di Stefano Masi - Enciclopedia del Cinema (2004)
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Montuori, Carlo

Stefano Masi

Direttore della fotografia, nato a Casacalenda (Campobasso) il 3 agosto 1885 e morto a Roma il 3 marzo 1968. Fu il più colto fra gli operatori italiani della prima generazione, l'unico in grado di costruire il proprio lavoro figurativo sulla base di suggestioni provenienti dalla tradizione della pittura. La sua abilità nel controllare la coesistenza di luce naturale e illuminazione artificiale gli consentì di avere un ruolo importante nei primi film di Alessandro Blasetti, a partire da Sole (1929), ponendolo più tardi in sintonia con le migliori istanze realiste del cinema italiano, da Addio giovinezza! (1940) di Ferdinando Maria Poggioli fino agli anni del Neorealismo, quando fotografò Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De Sica, per il quale ottenne un Nastro d'argento.

Frequentò il Politecnico di Milano e seguì i corsi di pittura dell'Accademia di Brera. Si accostò al cinema nel 1907 presso la Comerio & C., dove nel 1909 fu operatore di Dalla pietà all'amore, documentario di Luca Comerio sul terremoto di Messina. Presso lo studio fotografico Ganzini apprese invece i primi rudimenti nel campo dell'utilizzo dell'illuminazione artificiale. A partire dal 1911, nei teatri di posa della Milano Films, fu tra i primi in Italia a sperimentare l'applicazione di queste tecniche nel cinema, facendo costruire rudimentali lampade ad arco, a base di carboni legati con filo di ferro e collegati alla corrente elettrica mediante resistenze: utilizzò questi primitivi apparecchi per gli effetti speciali e lampade d'illuminazione stradale per la luce di riempimento, ottenendo risultati apprezzabili. Fu inoltre tra i primi a utilizzare le lampade tedesche Jupiter, con le quali illuminò La fuga dei diamanti (1914) di Augusto Genina. Negli anni seguenti collaborò ancora molte altre volte con Genina, oltre che con altri importanti registi come Carmine Gallone, Ivo Illuminati, Eugenio Perego, Camillo De Rossi, Gaston Ravel. Durante la Prima guerra mondiale venne arruolato come cineoperatore nella marina militare e dal 1917 lavorò per la Medusa Film. Nel 1922, mentre l'industria cinematografica romana e milanese entrava in crisi, venne chiamato a Firenze dalla VIS (Visioni italiane storiche): per Dante nella vita e nei tempi suoi di Domenico Gaido progettò ‒ insieme al fratello Annibale ‒ lampade di nuova concezione, che utilizzavano uno specchio parabolico per concentrare sul soggetto i raggi luminosi. Trasferitosi a Roma, nel 1925 partecipò, dapprima come fotografo di scena e quindi come operatore aggiunto, al kolossal americano Ben Hur (1926) di Fred Niblo. Prese poi parte attiva alla rinascita del cinema italiano, fiancheggiando Blasetti tra il 1929 e il 1934 nei suoi primi lungometraggi, come Sole, girato in gran parte in esterni (nelle paludi pontine) e con luce naturale, Terra madre (1931), La tavola dei poveri (1932). Nel corso degli anni Trenta legò il suo nome a film che facevano un ampio uso di esterni, governando con sapienza la coesistenza sul set di luce naturale e lampade ad arco e ottenendo risultati importanti in Darò un milione (1935) di Mario Camerini e soprattutto in Condottieri (1937) di Luis Trenker, dove M. poté sfruttare la propria cultura pittorica, ispirandosi al Rinascimento italiano. Raffinato fu anche il suo contributo a Via delle Cinque Lune (1942) di Luigi Chiarini. Dopo la Liberazione M. visse il suo momento di maggior fortuna: ebbe infatti un ruolo importante nella cultura figurativa del primo Neorealismo, collaborando spesso con Luigi Zampa. Per De Sica, che aveva già illuminato molte volte da attore, fotografò Ladri di biciclette, notevole esempio di contaminazione fra istanze realistiche e ambizioni pittoriche, L'oro di Napoli (1954), che esibisce un'immagine di rara purezza figurativa, lontana dagli standard del Neorealismo, e Il tetto (1956). Si ritirò a metà degli anni Sessanta. Fra gli altri registi con i quali ebbe modo di collaborare vanno ricordati Mario Bonnard, Mario Mattoli, Gianni Franciolini, Renato Castellani, Luigi Comencini, Jean Choux, Maurice Cloche, Pietro Germi e Dino Risi.Il figlio Mario (nato nel 1920), dopo essere stato assistente del padre in Vivere in pace (1947) di Zampa e Ladri di biciclette, è stato attivo come direttore della fotografia tra il 1949 e il 1977.

Bibliografia

S. Masi, Storie della luce: i film, la vita, le avventure, le idee di 200 operatori italiani, L'Aquila 1983, pp. 153-56.

Vedi anche
Alessandro Blasétti Blasétti ‹-ʃ-›, Alessandro. - Regista cinematografico italiano (Roma 1900 - ivi 1987). Cominciò col film muto Sole (1928), dirigendo poi numerosi film di genere diverso: Terra madre (1930), Palio (1931), 1860 (1933, il suo film migliore), Vecchia guardia (1934), Ettore Fieramosca (1938), Un'avventura ... Vittorio De Sica Attore e regista cinematografico italiano (Sora 1901 - Parigi 1974). Fu uno degli autori di maggiore rilievo della stagione neorealista del cinema italiano. Vinse l'Oscar per il migliore film straniero con Sciuscià (1948), Ladri di biciclette (1950) e Il giardino dei Finzi Contini (1972). Vita e opere. ... Righèlli, Gennaro Righèlli, Gennaro. - Regista cinematografico italiano (Salerno 1886 - Roma 1949). Artigiano prolifico del muto e del sonoro, dal 1911 diresse moltissimi film; ricordiamo: Come le foglie (1916); La casa di vetro (1920); La canzone dell'amore (1930), primo film sonoro italiano; Quei due (1935); Aria del ... Zavattini, Cesare Zavattini ‹Ʒ-›, Cesare. - Scrittore e sceneggiatore italiano (Luzzara 1902 - Roma 1989). Sceneggiatore di molti film di successo di V. De Sica (Sciuscià,1946; Ladri di biciclette, 1948), che ne fecero un punto di riferimento del neorealismo, connotò la propria produzione cinematografica e letteraria ...
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    Alfonso Venturini MONTUORI, Carlo Luigi. – Nacque a Casacalenda (Campobasso) il 3 agosto 1883 (come risulta dall’Anagrafe comunale, e non nel 1885 come in genere riportato) da Eugenio, possidente, e da Giuseppina Pietrantonio, insegnante. Presto si trasferì a Milano dove frequentò prima il Politecnico, ...
Vocabolario
carlo
carlo s. m. – Denominazione generica di monete emesse da sovrani di nome Carlo; fu data allo scudo (filippo) di Carlo II re di Spagna e dell’imperatore Carlo VI, e a una moneta d’oro del valore di 5 talleri di Carlo duca di Brunswick....
san Carlo
san Carlo locuz. usata come s. m. (pl. san Carli). – Moneta d’argento con il tipo di s. Carlo emessa da Carlo Emanuele I duca di Savoia nel 1614, del valore di 9 fiorini, aumentato via via negli anni seguenti (nel 1630 era superiore di...
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