AGAZZI, Carlo Paolo
Nato il 5 maggio 1870 a Milano, fu allievo di Giuseppe Bertini, già avanti negli anni, all'Accademia di Brera, e da lui apprese, tra l'altro, la tecnica della pittura a buon fresco. Gareggiò con Virgilio Ripari nel dipingere fiori, e ne dipinse tanti da esser chiamato "Agazz d'i fior" o "il nuovo Scrosati". Poi si dedicò al paesaggio (marine, scene di montagna). Partecipò attivamente alle mostre della Permanente di Milano ed alle Biennali di Venezia fino a due anni prima della sua morte.
Nella Galleria d'arte moderna di Milano si conservano di lui uno Studio di paesaggio, ad olio, ed un Temporale di montagna, ad acquerello, dalla pennellata larga e grondante. Nella stessa Galleria si trova anche un ritratto di sua madre ad affresco, ripreso da un precedente quadro ad olio. Dipinse anche un Incontro di Garibaldi con la contessina Raimondi, ispiratogli dalle Memorie del generale, ora nel Museo del Risorgimento di Milano. Nel soggetto storico l'estro per solito gli si affievoliva. Dove invece ritrovava subito se stesso era nella stesura dei grandi affreschi, ch'egli trattava con fare spavaldo, favorito dalla sua corporatura atletica, e dei quali ci lasciò superbe prove nella villa avita di Carlo Alberto Pisani Dossi sul lago di Como e nella villa Marenzi a Torbiato, dove tentò una fantasiosissima interpretazione del Faust goethiano, rimasta però incompiuta.
Fu anche incisore, risentendo della bottega di Luigi Conconi, ma con più rigore e perspicuità di linguaggio. Si ricordano, oltre alle sue "milaneserie" (Davanti al Duomo, Inverno a Milano, il Portico dell'amicizia, dedicato al Dossi, Sera di nebbia, ecc.), alcuni paesaggi suburbani, ora lieti, ora un po' mesti, ma sempre freschi nella fattura: tali appunto, il Piano lombardo, Pescarenico, la Sera d'ottobre, Pioppi, il Cimitero di montagna, Autunno, tutti esposti con successo alla Esposizione d'incisione italiana di Londra del 1916. Trattò anche con estrema disinvoltura la puntasecca: una sua Bambina ed un Sorriso di bimba furono esposti pure a Londra. Legatosi di fraterna amicizia con uno dei più originali e bizzarri spiriti della Milano post-romantica e scapigliata, Gian Pietro Lucini, l'A. ne subì il fascino, senza tuttavia seguirlo nella sua passeggera esperienza futurista.
Morì a Milano il 6 dic. 1922.
Bibl.: G. P. Lucini, Ragion poetica e programma del Verso libero, Milano 1908, pp. 53-54; R. Calzini, Esposizione d'incisione ital. (Londra 1916), Milano 1916, p. XIII; Alfr. Petrucci, L'incisione in rame in Italia. Panorama dell'Ottocento, in Rass. dell'istruzione artistica, VI (1935), p. 23; A. Mezzetti, L'acquaforte lombarda nella seconda metà dell'Ottocento, Milano 1935, pp. 115, 120 Alfr. Petrucci, L'incisione ital. L' Ottocento, Roma 1941, p. 23; A. M. Comanducci, Diz. illustrato dei pittori e incisori ital. moderni, I, Milano 1945, p. 4; U. Thieme-F. Becker, Alkem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p. 116; E. Bénézit, Dictionnaire critique..., I, Paris 1948, pp. 46-47.