ROSSETTI, Carlo
– Nacque a Ferrara, figlio di Alessandro, conte di Valdalbero, e di Margherita Estense Tassoni. Fu battezzato nella parrocchia ferrarese di S. Stefano il 26 marzo 1614, avendo come padrini Innocenzo Massimi, vescovo di Bertinoro, e Lavinia Turchi Estense Tassoni.
Un membro della famiglia, Alfonso, vescovo di Comacchio (1559-63) e di Ferrara (1563-77), aveva partecipato al Concilio di Trento. Dei suoi fratelli, Girolamo divenne giudice dei Savi di Ferrara (1655), Alfonso era teologo e matematico.
Studiò a Bologna, ottenendo il grado di maestro in arti e in teologia, probabilmente nel 1632, e, quattro anni dopo, di maestro in diritto. In data imprecisata divenne canonico della cattedrale di Ferrara e referendario della Segnatura di grazia e di giustizia. All’inizio del 1639 si trovava a Roma, ormai entrato nel circolo dei Barberini.
A partire dal 1633 la regina Enrichetta Maria di Borbone, figlia del re di Francia e sposa di Carlo I Stuart, cercò di riattivare le relazioni tra la S. Sede e l’Inghilterra, interrotte nel secolo precedente con l’ascesa al trono della regina Elisabetta. Urbano VIII inviò alla fine del 1634 Gregorio Panzani e due anni dopo lo scozzese Giorgio Conn, nell’intento di costituire una sorta di agenzia della S. Sede a Londra. L’invio di Rossetti in Inghilterra fu deciso all’inizio del 1639. Partì da Roma il 10 giugno, raggiunse Parigi, dove si trovava il 19 agosto, e arrivò a Londra il 28 agosto. Lo accompagnavano il fratello Alfonso e, come segretario, l’eugubino Vincenzo Armanni, rimasto al suo fianco sino al definitivo rientro in Italia, lasciando dettagliate descrizioni del suo operato attraverso i diari e la corrispondenza. In quegli anni Rossetti mantenne corrispondenza parallela con il cardinale Francesco Barberini e con il suo uomo di fiducia Antonio Ferragalli.
Alle porte di Londra fu accolto dal suo predecessore Conn e dall’oratoriano Robert Philip, confessore della regina. Il 29 agosto fu ricevuto dalla regina Enrichetta Maria di Borbone e visitò Maria de’ Medici, che da alcuni mesi si trovava presso la figlia. Durante la sua permanenza a Londra divenne riferimento per i cattolici, nell’intento di alleviare la loro difficile situazione. Eccessivamente ottimista circa la riunione della Chiesa anglicana con Roma, insistette affinché il re Carlo I si convertisse al cattolicesimo, ma fu ostacolato dall’episcopato del regno, guidato dall’arcivescovo di Canterbury William Laud, sostenitore del re. Assecondò l’intento della regina di avere un cardinale inglese, ma le esitazioni circa il candidato, Walter Montagu, da lei preferito, o Ludovic Stuart, appoggiato dal re, convinsero il papa ad abbandonare il progetto. Rossetti si interessò al disegno della regina mirante ad aiutare finanziariamente il re in occasione del suo scontro con gli scozzesi, dovuto al tentativo di introdurre nella Chiesa di Scozia le usanze della Chiesa d’Inghilterra. I contrasti tra il re e il regno, che condussero nel 1640 alle due convocazioni del Parlamento, dove i puritani esercitarono un ruolo egemonico, causarono l’aumento dell’ostilità nei confronti del rappresentante pontificio, che venne sottoposto a minacce e aggressioni, al punto che la regina lo prese sotto la sua protezione. Alcuni esponenti del Parlamento fecero circolare voci circa una congiura di matrice romana ordita dai gesuiti, finalizzata a estirpare la confessione protestante. Nel dicembre del 1640 Rossetti chiese a Roma istruzioni sull’opportunità di rimanere a Londra; la decisione fu lasciata al suo giudizio, con l’avvertenza di non precludersi la via di un eventuale ritorno. All’inizio del 1641 la pressione sembrò scemare, poiché il Parlamento temeva la reazione della Francia; tuttavia gli attacchi contro i cattolici e contro Rossetti ripresero inducendo quest’ultimo a lasciare il regno. L’8 luglio 1641, protetto dall’ambasciatore di Venezia Giovanni Giustinian, attraversò la Manica diretto a Gand, seguendo di pochi giorni la partenza di Maria de’ Medici.
Fallito il Congresso di Colonia, cui Urbano VIII aveva inviato come legato de latere il cardinale Marzio Ginetti, nel settembre del 1640 il papa aveva disposto che Francesco Maria Machiavelli rimanesse sul posto per seguire gli sviluppi della situazione. Alla fine di agosto del 1641 Rossetti succedette a Machiavelli come nunzio straordinario. Il 16 settembre 1641 fu nominato arcivescovo titolare di Tarso con dispensa dal difetto di età e con facoltà di mantenere il suo canonicato a Ferrara. Giunse a Colonia il 25 ottobre, assistito dal nunzio ordinario Fabio Chigi, che affiancò per qualche tempo nella seconda metà del 1642. Continuò a interessarsi delle questioni inglesi e nel febbraio del 1642 trattò con i diplomatici spagnoli un eventuale sostegno alla rivolta irlandese, mettendo però in guardia il cardinale Barberini contro le possibili ritorsioni nei confronti dei cattolici inglesi. Fu inoltre consultato dalla congregazione de Propaganda Fide circa le modalità di impiantare il cattolicesimo nel Maryland. Il 4 maggio 1643 fu nominato vescovo di Faenza, mantenendo il titolo di arcivescovo di Tarso.
In prossimità della ripresa dei negoziati a Münster, il 13 luglio 1643 fu creato cardinale. La notizia lo raggiunse a Colonia il 3 agosto. Il 31 agosto in Concistoro fu nominato legato de latere e gli fu inviata un’istruzione, con l’ordine di recarsi nella città designata. Tuttavia, a causa delle riserve avanzate dalla Francia, venne richiamato in Italia. Partì da Colonia l’11 maggio 1644 e, attraversata la Franconia, la Baviera e il Tirolo, giunse a Ferrara il 13 luglio.
Dal 9 agosto al 15 settembre 1644 partecipò al conclave che elesse papa Innocenzo X. Il 28 novembre 1644 ricevette in Concistoro il titolo diaconale di S. Cesareo e successivamente i titoli di S. Maria in Via (1653), S. Silvestro in Capite (1654), S. Lorenzo in Lucina (1672). Dal 12 gennaio 1654 al 10 gennaio 1656 fu camerlengo del S. Collegio. Durante il secondo anno l’ufficio fu amministrato dal cardinale Francesco Angelo Rapaccioli, che gli succedette all’inizio del 1656. Partecipò ai conclavi del 1667, 1669-70 e 1676 aderendo alla Spagna, da cui riceveva una pensione.
Nel 1645 si recò a governare personalmente la diocesi di Faenza. Nel corso dell’anno successivo tenne la visita, conclusa con un sinodo diocesano (4-6 luglio 1647).
Introdusse l’esame per i confessori, la discussione mensile dei casi di coscienza, le lezioni pubbliche di teologia morale e la predicazione nella chiesa cattedrale. A partire dal 1648 chiese la collaborazione di gesuiti, francescani e carmelitani scalzi. Successivamente riunì altri otto sinodi. Nel 1668, terminato l’ottavo sinodo, indisse una missione generale, predicata dai gesuiti Paolo Segneri e Giovanni Pietro Pinamonti da maggio a novembre del 1671. Nel 1676 fece stampare le costituzioni sinodali in un solo volume, a beneficio dei parroci della diocesi.
Il 19 ottobre 1676 divenne cardinale vescovo di Frascati, mantenendo l’amministrazione della diocesi di Faenza, e l’8 gennaio 1680 cardinale vescovo di Porto e S. Rufina e vicedecano del S. Collegio.
Morì a Faenza il 23 novembre 1681 e fu inumato nella cattedrale.
Fonti e Bibl.: Città del Vaticano, Archivio segreto Vaticano, Dataria Ap., Processus Datariae, 20 (anno 1641), cc. 550r-555r; Misc. Arm. III, 40, cc. 707r-719v; Sec. Brev., Reg., 867, cc. 21r-24v; 873, c. 95rv; 922A, c. 637rv; 926, cc. 116r, 133r, 137r; 927, c. 35rv; 953, c. 173rv; 954, cc. 47rv, 51rv; Segr. Stato, Colonia, 20, 21, 22; Inghilterra, 4; Biblioteca apostolica Vaticana, Barb. lat. 2011, cc. 85r-89v: Caroli Rossetti episcopi Faentini et cardinalis, Relatio de statu suae ecclesiae ad Innocentium X; Barb. lat. 6066, 6067, 6068, 6145, 6203, 6234, 8646, 8647, 8648, 8649, 8650, 8651, 8652, 8653, 8654, 8655, 8789; Chigi M.I.24, cc. 512r-524v; N.III.71, cc. 1r-103v; Q.I.7, cc. 254r-270r; Q.II.46, cc. 109r-113v; Vat. lat. 11933; Oratio in prima synodo dioecesana ab eminentiss. et reuerendiss. d. d. Carolo Rossetto [...] episcopo Fauentino habita in cathedr. eccl. 4. nonas Iulij 1647, Bononiae 1647; Ad S. Romanae Ecclesiae pastores et praedicatores eruditio, ac admonitio ab eminentiss. & reuerendiss. d.d. Carolo Rossetto [...] episcopo Fauentino editae, Mediolani 1668; Breve relatione della missione fatta dal p. Paolo Segneri, e dal p. Gio: Pietro Pinamonti della Compagnia di Giesù d’ordine dell’eminentissimo sig. card. R. nella diocesi di Faenza l’anno 1671, Ferrara 1673; Constitvtiones dioecesanae quotquot in nouem Synodis sancitae sunt ab eminentiss. et reverendiss. D.D. Carolo [...] card Rossetto, miseratione divina episcopo Faventino, editae, & promulgatae in cathedrali ecclesia civitatis Faventiae, Faventiae 1676 (i decreti dei singoli sinodi furono pubblicati anche separatamente).
A. Strocchi, Serie cronologica storico-critica de’ vescovi faentini, Faenza 1841, pp. 217-220; V. Armanni, Lettere politiche dal 1642 al 1644, a cura di G. Mazzatinti, in Archivio storico italiano, s. 4, XI (1883), 32, pp. 173-193, XII (1883), 35, pp. 162-179, 36, pp. 331-367, XV (1885), 43, pp. 15-34, 44, pp. 165-179, XVIII (1886), pp. 3-19, XIX (1887), 55, pp. 165-189; D. Fantozzi Parma (in realtà V. Armanni), Diario del viaggio fatto in Inghilterra nel 1639 dal nunzio pontificio R., pubblicato dal prof. Giuseppe Ferraro, Bologna 1885; G. Ferraro, Relazione del nunzio pontificio C. R. intorno agli affari di Germania nel 1642-1644, in Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le province di Romagna, s. 3, 1885-1886, vol. 4, pp. 177-218; Id., Viaggio del cardinale R. fatto nel 1644 da Colonia a Ferrara scritto dal suo segretario Armanni Vincenzo, ibid., 1887-1888, vol. 6, pp. 1-90; Ph. Dengel, Kardinal Karl Rossetti auf seiner Wanderung durch Tirol im Jahre 1644, in Forschungen und Mitteilungen zur Geschichte Tirols und Vorarlbergs, I (1904), pp. 264-281; G. Albion, Charles I and the Court of Rome, London 1935, pp. 316-376; Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, IV, a cura di P. Gauchat, Monasterii 1935, pp. 26, 59, 185, 328; G. Lucchesi, Lettere indirizzate al card. C. R. nella Biblioteca card. Cicognani del Seminario di Faenza, in Scritti in onore di Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Battaglia, Faenza 1957, pp. 190-219; L. von Pastor, Storia dei papi, XIII, Roma 1961, ad ind., XIV, 1, 1962, pp. 14, 311; M.J. Havran, The Catholics in Caroline England, Stanford 1962, ad ind.; S. Villani, Complotti papisti in Inghilterra tra il 1570 e il 1679, in Roma moderna e contemporanea. Rivista interdisciplinare di storia, XI (2003), 1-2, pp. 131 s.; Die päpstlichen Referendare 1566-1809. Chronologie und Prosopograhie, a cura di C. Weber, III, Stuttgart 2004, p. 858; G. Vancini, C. R.: cardinale ferrarese, nunzio apostolico e legato a latere nell’Europa del Seicento, 1615-1681, Portomaggiore 2005; S. Brancatelli, Scripta eorum quae tam extra quam intra conclave contigerunt. La letteratura seicentesca sui conclavi negli archivi e biblioteche storiche di Roma, tesi di dottorato, Pontificia Università Gregoriana, Roma 2015, ad indicem.