RUSCONI, Carlo
Patriota e letterato, nato a Bologna il 19 marzo 1819, ivi morto il 22 maggio 1889. Deputato nell'Assemblea della Repubblica Romana e ministro per gli Affari esteri nel 1849, quindi esule in Inghilterra, dopo la costituzione del Regno d'Italia fu consigliere di stato.
Il suo libro La Repubblica Romana (Torino 1850, due voll. con documenti) fa onore a lui anche come scrittore politico; meno valgono le autobiografiche Rimembranze (Roma 1884) e le Memorie aneddotiche (ivi 1886), pur sempre utili a far conoscere la figura di questo liberale galantuomo e valentuomo. Scrisse romanzi storici (Giovanni Bentivoglio, storia bolognese del sec. XV, Firenze 1836; Enrico Valieri, ivi 1847; 3ª ediz. corretta, Torino 1859, su casi veneziani del Cinquecento; L'incoronazione di Carlo V a Bologna, Torino 1859; 3ª ediz. ampliata, Firenze 1866), fortunati allora, oggi dimenticati. Visioni e fantasie (Roma 1884), pensieri in prosa lirica, parvero gli ultimi sospiri di una vita letteraria non mai molto animata. Ma il maggior merito del R. è nell'opera da lui data con zelo e bravura a tradurre in italiano il Byron (Padova 1841-42) e lo Shakespeare (del Teatro completo l'ultima edizione da lui curata è del 1873-74), sempre in prosa, e talora profittando di precedenti versioni, nondimeno con utili effetti.
Bibl.: Il Risorgimento italiano, Milano 1888, IV, p. 320 segg.; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale, Trani 1890, p. 834; e varî rimandi ad articoli e notizie in G. Mazzoni, L'Ottocento, 2ª ed., Milano 1934.