SERENI, Carlo
– Nacque a Sabbioncello, piccolo centro nei pressi di Ferrara, il 3 febbraio 1786, da Luigi e da Rosalba Morlanti.
La sua formazione scientifica e professionale avvenne nel clima di rinnovamento degli studi e delle istituzioni che caratterizzò l’epoca napoleonica. Nell’anno scolastico 1805-06 frequentò la Scuola speciale di idrostatica aperta a Ferrara l’anno precedente, e dal 1807 al 1811 la Scuola militare del genio e dell’artiglieria di Modena.
La Scuola speciale di idrostatica venne aperta a Ferrara nel 1804 contestualmente alla chiusura dell’Università e all’apertura del liceo del dipartimento del Basso Po. Era una delle quattro scuole speciali istituite dalla legge relativa alla pubblica istruzione della Repubblica italiana del 1802. Il docente di idraulica era Teodoto Bonati (1726-1820), già professore di idrostatica all’Università e noto professionista in questo ambito. La frequenza della Scuola era valutata equivalente a uno degli anni di pratica necessari per l’esercizio della professione di ingegnere e architetto. La Scuola militare di Modena istituita nel 1797, era invece organizzata sul modello dell’École polytechnique di Parigi. A differenza di quest’ultima, tuttavia, essa dava accesso diretto alla milizia attiva, mediante un’istruzione allo stesso tempo teorica e tecnica. I docenti erano: Antonio Cagnoli (1743-1816) di matematica, Giambattista Venturi (1746-1822) di fisica e chimica, Gaetano Monti di disegno, Paolo Cassiani (1743-1806) di geometria descrittiva e idrodinamica, Giuseppe Tramontini (1768-1852) di disegno e architettura, e anche di geometria descrittiva e idrodinamica, dopo la morte di Cassiani. Vi erano inoltre due capitani incaricati di insegnare artiglieria e fortificazioni.
Al termine degli studi nella Scuola di Modena, Sereni ebbe il grado di tenente del genio e fu inviato a Venezia per occuparsi delle fortificazioni di quella città. Negli anni 1813-14, promosso a primo tenente, partecipò alle campagne militari in Istria al seguito del viceré d’Italia, Eugenio di Beauharnais. Caduto l’Impero napoleonico, fu presente a Legnago, impegnato nella consegna di quel fortilizio agli austriaci. Si concluse così il suo servizio attivo, ed egli fece ritorno a Ferrara, tornata a far parte dello Stato della Chiesa.
Con la restaurazione pontificia, a Ferrara il liceo dipartimentale chiuse e riaprì l’Università, dapprima in forma provvisoria, poi riformata dalla costituzione Quod divina sapientia del 28 agosto 1824. Nel 1817 aprì inoltre a Ferrara la Scuola speciale per ingegneri istituita dal pontefice Pio VII e finalizzata alla formazione del personale del neocostituito Corpo degli ingegneri pontifici addetto alle opere pubbliche sui fiumi e sulle strade.
Due erano le sedi della Scuola speciale per ingegneri: oltre Ferrara, Roma. In prima applicazione i posti in organico del Corpo vennero affidati a professionisti del settore, mentre in seguito occorreva aver frequentato la Scuola speciale. La Scuola di Ferrara, come quella di Roma, aveva tre ingegneri del corpo incaricati rispettivamente degli insegnamenti di geometria descrittiva, architettura statica e idraulica, idrometria. Ogni insegnamento aveva durata triennale.
Sereni fu nominato ingegnere del corpo e professore di geometria descrittiva nella Scuola speciale di Ferrara. Un ruolo determinante nell’organizzazione del corpo degli ingegneri pontifici e nell’elaborazione del regolamento della Scuola speciale fu svolto da Giuseppe Venturoli, che fu chiamato a Roma come presidente del Consiglio idraulico e direttore della scuola.
Aperta nel 1817, la Scuola di Ferrara funzionò almeno due anni. Essa chiuse in seguito alle nuove disposizioni relative al corpo degli ingegneri pontifici del 25 dicembre 1819. In realtà si assistette al fallimento del modello istituzionale della scuola ideata nel 1817; pochi anni dopo, la stessa Scuola di Roma venne assorbita dall’Università (1826), mutando così la sua originaria fisionomia ispirata al modello francese dell’École des ponts et chaussées. In seguito Sereni passò a insegnare nell’analoga Scuola di Roma assumendo, nel 1821, la cattedra di idrometria, che mantenne fino al termine dei suoi giorni e che comprendeva anche l’insegnamento della geodesia. Nel 1828 fu aggregato al Collegio filosofico e matematico dell’Università di Roma e nel 1847, ricostituita la Pontificia Accademia dei nuovi Lincei, fu chiamato a farne parte.
Connesso all’insegnamento nella Scuola speciale è il Saggio delle applicazioni della geometria descrittiva ad alcuni punti della scienza dell’ingegnere, uscito nel volume che raccoglie le Ricerche geometriche ed idrometriche fatte nella scuola degli ingegneri pontifici d’acque e strade l’anno 1821 (Milano 1822). In questa memoria Sereni determinava le linee d’ombra dell’iperboloide a una falda e del paraboloide iperbolico, due superfici che non erano state prese in esame da Antonio Bordoni nel suo trattato sulle ombre del 1816.
Sereni ebbe una proficua attività anche come trattatista. Pubblicò un Trattato di geometria descrittiva (Roma 1826) che fu giudicato da Gino Loria (1921) ‘eccellente’ e ricco di spunti originali (p. 201). Esso ebbe una seconda edizione nel 1845 e fu completato dalle Applicazioni di geometria descrittiva alla prospettiva, alla sciografia e alla stereotomia (Roma 1846). Pubblicò inoltre Geodesia trattato teorico pratico (Roma 1829), che ebbe altre due edizioni (1841, 1863), e Idrometria, trattato teorico pratico (Roma 1838), che ebbe altre due edizioni (1853, 1866). I trattati di Sereni ebbero ampia diffusione in Italia nella prima metà dell’Ottocento e furono recensiti dai più insigni cultori delle materie trattate, Giuseppe Venturoli e Giusto Bellavitis.
Nel Trattato di geometria descrittiva Sereni si occupava tra l’altro della curvatura delle superfici. Introduceva una sfera che egli chiamava ‘di massimo avvicinamento assoluto’ determinandone il raggio per i punti ellittici, e cercava poi di estendere il procedimento anche agli altri casi. I risultati ottenuti hanno indotto Rinaldo Perassi a considerare Sereni precursore di Carl Friedrich Gauss nella concezione della curvatura totale di una superficie.
Nel 1843 Sereni pubblicò a Roma la memoria Sul moto delle acque pei tubi con nuove esperienze e due anni dopo la memoria Sulla curvità delle superficie, uscita nella Raccolta di lettere ed altri scritti intorno alla fisica ed alle matematiche compilata da C. Palomba e comp. (I, 1845, n. 22, pp. 341-346), in cui ritornò sul tema della curvatura delle superfici, quando già Gauss aveva pubblicato i suoi notevoli risultati sulla curvatura totale.
Sereni continuò a vivere e a lavorare a Roma, dove proseguì con successo la sua carriera tra gli ingegneri pontifici, venendo promosso dapprima ingegnere di seconda classe poi, nel 1834, ingegnere di prima classe e infine nel 1843, ingegnere capo della Prefettura di acque e strade e delle strade interne di Roma.
Si occupò della sistemazione della strada Cassia presso Monterosi e del completamento della strada panoramica di Monte Mario. Per la regolamentazione della dispensa dell’Acqua Felice fece un progetto volto ad aumentarne la portata, introducendo nell’acquedotto anche l’acqua Giulia, che andava dispersa.
Nel 1847 entrò a far parte del Consiglio d’arte, un organismo formato da tre ingegneri primari (ispettori), che con il presidente formavano il Consiglio superiore dei lavori pubblici delle strade, e nel 1867 fu eletto presidente dello stesso Consiglio al posto di Nicola Cavalieri San Bertolo. In agosto del 1866 il pontefice Pio IX lo decorò della commenda dell’Ordine pontificio di S. Gregorio Magno per il merito civile. Fu anche consigliere provinciale e consigliere comunale nella città di Roma.
Sereni ebbe un unico figlio, Luigi, nato dal matrimonio con Orsola Petri.
Morì a Roma il 13 luglio 1868.
Fonti e Bibl.: G. Bellavitis, Recensione del trattato di geometria descrittiva di C. S., in Giornale dell’italiana letteratura compilato da una società di letterati italiani sotto la direzione di Nicolò da Rio, s. 4, II (1828), pp. 3-21; G. Venturoli, Recensione del trattato di idrometria di C. S., in Giornale arcadico di scienze, lettere e arti, LXXIX (1839), pp. 176-184; A. Betocchi, Omaggio alla memoria del professore commendatore C. S., ibid., CCV (1869), pp. 101-116; G. Loria, Storia della geometria descrittiva dalle origini sino ai giorni nostri, Milano 1921, pp. 200-203; R. Perassi, C. S. e la teoria della curvatura delle superficie, in Periodico di matematiche, s. 4, XVII (1937), pp. 14-24; A. Fiocca - L. Pepe, L’Università e le scuole per gli ingegneri a Ferrara, in Annali dell’Università di Ferrara. Sezione VII. Scienze matematiche, XXXII (1986), pp. 125-166; A. Fiocca, La geometria descrittiva in Italia (1798-1838), in Bollettino di storia delle scienze matematiche, XII (1992), 2, pp. 187-249.