STUPARICH, Carlo
Scrittore e medaglia d'oro. Nacque a Trieste il 3 agosto 1894; terminato il liceo, raggiunse nell'ottobre 1913 il fratello Giani (v.) a Firenze, dove studiò lettere all'Istituto di studi superiori, e collaborò alla Voce e ad altre riviste d'avanguardia. Scoppiata la guerra italo-austriaca, egli, insieme col fratello, si arrolò volontario; e combatté dapprima nei pressi di Monfalcone (giugno-agosto 1915), poi sull'Altipiano di Asiago (febbraio-maggio 1916). Sul Monte Cengio, il 30 maggio, rimasto quasi solo a difendere una posizione accerchiata dagli Austriaci, per non cadere in loro mano si uccise.
I suoi scritti, raccolti in volume dal fratello Giani col titolo Cose e ombre di uno (Roma 1919; nuova edizione riordinata, Milano-Roma 1933), sono tra i documenti più importanti della letteratura italiana di quel periodo. Quella ricerca di sé nel mondo circostante, propria dei migliori scrittori giovani d'allora, miranti ad uscire dall'egocentrismo dannunziano, dal dominio dei sensi; la loro aspirazione, dopo tante avventure intellettuali ed esperienze letterarie, a un ordine, a una fede, etica non meno che estetica; lo stesso concetto di tradizione e di patria, riaffiorante in loro con quella aspirazione; tutto ciò nello St. non solo acquista chiara coscienza della propria natura e dei proprî fini, ma informa di sé ogni altro problema. Ingegno fortemente morale, educatosi nello studio del De Sanctis, lo St. è tra i primi a sentire l'esigenza di un'arte che superi il frammento, d'una filosofia che affermi, dall'arte alla vita, l'unità inscindibile dello spirito: donde il suo inclinare piuttosto all'idealismo gentiliano che a quello crociano. E se nelle liriche tale fermento morale rivela ancora incertezze e acerbità, e la stessa espressione è incerta tra modi originali e modi consueti all'impressionismo vociano; nelle prose, e in particolare nell'epistolario, il vigore dei pensieri e degli affetti si traduce in vigore e originalità di stile.
Bibl.: G. Stuparich, prefaz. all'ediz. cit.; id., Colloqui con mio fratello, Milano 1925; E. De Michelis, in Oggi, Roma, 23 e 30 luglio 1933; A. Gargiulo, in L'Italia letteraria, 6 agosto 1933; A. Omodeo, Momenti della vita di guerra, Bari 1934, p. 211 segg.