BAROLO, Carlo Tancredi Falletti marchese di
Nacque a Torino il 26 ott. 1782 dal marchese Ottavio e Paolina d'Oncieu di Chaffardon. I Barolo furono tra i pochi nobili piemontesi che aderirono subito al nuovo govemo, dopo l'Abdicazione di Carlo Emanuele IV. Il B. fu paggio alla corte napoleonica, dove incontrò la marchesina Giulia Viturnia Colbert Maulevrier, che sposò a Parigi nel 1807. Nel 1810 era creato conte dell'impero. Alla restaurazione, il re Vittorio Emanuele I nominò il B. decurione del municipio di Torino, di cui egli fu poi sindaco nel biennio 1826-1827. In questa carica egli si segnalò nella lotta contro il pauperismo, facendosi iniziatore di attività benefiche nella città e nei sobborghi, dando impulso alla creazione di scuole gratuite per i figli dei poveri e alla istituzione di posti gratuiti nella scuola per sordomuti. Nel 1827 contribuì anche alla istituzione della prima Cassa di Risparmio in Piemonte.
Dopo la rivoluzione del 1821 il B. aveva fatto parte della consulta di governo nominata dal reggente Carlo Alberto, ma non aveva subito danni o persecuzioni dal successivo governo di Carlo Felice.
In realtà, la sua attività si andava sempre più volgendo verso fini filantropicí e sociali. Nell'estate-autunno del 1830, insieme con la moglie Giulia, fondò nel suo palazzo di Torino, sull'esempio delle "Salles d'Asile" istituite a Parigi sin dal 1826, un asilo infantile o sala di ricovero per fanciulli, dove questi ricevevano i primi elementi di una educazione morale e religiosa. Lo spirito e l'organizzazione degli asili del B., però, erano ben diversi da quelli di Ferrante Aporti. più profondamente orientati sul piano culturale e su quello religioso. Il B. illustrò gli scopi dei suoi asili nello scritto Sull'educazione della prima infanzia nella classe indigente. Brevi cenni dedicati alle persone carítatevoli, Torino 1832.
La sua opera si volse anche al problema dell'istruzione industriale. A Torino, in alcune scuole, ragazzi del popolo erano addestrati da maestri d'Arte e indirizzati alle varie industrie e mestieri: queste scuole tuttavia potevano raccogliere solo un esiguo numero di giovani. Il B. si propose di allargare il loro ambito e, mentre come amministratore comunale si adoperava per riorganizzare e valorizzare le scuole di educazione professionale dipendenti dal municipio, organizzò privatamente nel 1833, a Varallo Sesia, una Società di incoraggiamento per le arti del disegno, con il fine di perseguire lo sviluppo delle tendenze artistiche dei giovani, creando una scuola gratuita per i poveri.
Nel 1832 il B. era stato eletto segretario della deputazione del Consiglio generale per l'istruzione pubblica, e in questa carica affidò l'insegnamento nelle scuole primarie ai fratelli delle Scuole Cristiane. Durante l'epidemia di colera che colpì Torino nel 1835, il B., che era restato decurione della città, dette la sua opera assidua per organizzare ospedali e infermerie dove ricoverare i colpiti.
Il suo salotto raccolse per lungo tempo i rappresentanti dell'Aristocrazia e della cultura piemontese, da Cesare Balbo a Federico Sclopis, da Cesare Alfieri di Sostegno a Pietro di Santarosa, dal Pellico al giovane Camillo Cavour. La morte lo colse a Chiari, nel Bresciano, il 4 sett. 1838.
Del B. si ricordano alcuni scritti didattici, quali Lezioni sopra la geografia patria ad uso della gioventù piemontese, 3 voll. (Torino 1836); Cenni diretti alla gioventù intorno ai fatti religiosi successi nella città di Torino dal principio dell'era cristiana ai tempi nostri (ibid. 1836); Brevissimi cenni diretti alla gtoventù che frequenta le scuole italiane intorno ai vari stati che da essa possonsi eleggere ed alle disposizioni con cui si devono abbracciare (ibid. 1837).
Fonti e Bibl.: Torino, Bibl. Naz., A. Manno, Il patriziato subalpino (vol. dattiloscritto), IX, pp. 49 s.; P. Baricco, L'istruzione popolare in Torino, Torino 1865, p. 204; R. M. Borsarelli, La marchesa Giulia di Barolo e le opere assistenziali in Piemonte nel Risorgimento, Torino 1933, passim; A. Biancotti, Un'eroina della carità: la marchesa Giulia di Barolo, Torino 1938, passim; E. Busca, Nel centenario della morte del marchese Tancredi Falletti di Barolo, Torino 1939; D. Massè, Un Precursore nel campo Pedagogico, il marchese di Barolo, Alba 1941; A. Gambaro, Il primo asilo infantile in Italia, in Il Saggiatore, IV (19s4), pp. 28-68 (con bibliografla).