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TEDALDI-FORES, Carlo

di Egidio Bellorini - Enciclopedia Italiana (1937)
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TEDALDI-FORES, Carlo

Egidio Bellorini

Poeta, nato a Cremona l'8 ottobre 1793. Si laureò in leggi a Bologna, ma visse quasi sempre nella città nativa, e morì a Milano il 30 dicembre 1829.

I primi versi da lui pubblicati, L'inno all'aurora (Como 1816) e il carme Alla speranza (Cremona 1817), sono d'intonazione classicheggiante, e ricordano il Monti e il Foscolo, e classicheggianti sono anche il poema didascalico I cavalli e un'Epistola a C. Arici da lui imitato nel poema (ivi 1821 e 1827). In questi ultimi anni egli si era però già fatto paladino della libertà più ampia in arte, accostandosi alle dottrine dei romantici, sebbene, come il Byron del quale era fervente ammiratore, non abbia voluto dichiararsi romantico. Del più acceso e stravagante byronismo peccano, a ogni modo, Narcisa, romanza in quattro canti in terzine (Milano 1818), la tragedia Canace (Cremona 1820) e i suoi quattro Romanzi poetici (ivi 1820), pieni di grottesche e funebri fantasie. Ma, negli anni seguenti, la sua poesia divenne sempre più composta, come appare dalle Meditazioni poetiche (ivi 1825), che sono una confutazione del sermone montiano sulla mitologia, e dalle tragedie storiche, Buondelmonte (ivi 1824), Beatrice di Tenda (Milano 1825) e I Fieschi e i Doria (ivi 1829), nelle quali si sente l'influsso dello Shakespeare, dello Schiller e del Manzoni, e si trovano scene efficaci, personaggi ben delineati e linguaggio più misurato. La seconda di esse suscitò fervore di polemiche, e procurò notorietà all'autore.

Bibl.: G. Muoni, La fama del Byron e il byronismo in Italia, Milano 1903; A. Galletti, Un poeta romantico, C. T. F., Cremona 1899. L'autobiografia del T. F. è in D. Müller, Biografie, Torino 1853, pp. 334-338.

Vedi anche
Beatrice di Tenda duchessa di Milano Figlia (Tenda 1372 - Binasco 1418) del condottiero Ruggero Cane, sposò nel 1398 Facino Cane, forse appartenente alla stessa famiglia paterna. Vedova nel 1412, sposò Filippo Maria Visconti, portando in dote 400.000 ducati, parecchie città e un forte esercito, e permettendo così al Visconti di imporre ... Facino Cane Condottiero (Casale Monferrato 1360 circa - Pavia 1412). Dopo aver servito successivamente gli Scaligeri, i Carraresi e Gian Galeazzo Visconti, riuscì a costituirsi una piccola compagnia di ventura; ritornato al servizio di Gian Galeazzo, ebbe parte notevole nella presa di Bologna (1402). Nello stesso ... Romani, Felice Letterato e librettista (Genova 1788 - Moneglia 1865). Giornalista (diresse dal 1834 la Gazzetta ufficiale piemontese), ammiratore di V. Monti, lasciò versi (Poesie liriche, post., 1883) e racconti (Novelle e favole in prosa e in versi, post., 1883). La sua fama è legata ai libretti scritti per Rossini ... Filippo Marìa Visconti duca di Milano Filippo Marìa Visconti duca di Milano. - Figlio (Milano 1392 - ivi 1447) di Gian Galeazzo e di Caterina Visconti, nel 1402, morto il padre, assisteva impotente allo sfacelo dello stato, mentre Facino Cane, che già dominava sulla corte ducale di Giovanni Maria, s'impadroniva anche della contea di Pavia, ...
Altri risultati per TEDALDI-FORES, Carlo
  • Tedaldi Fòres, Carlo
    Enciclopedia on line
    Poeta (Cremona 1793 - Milano 1829). Cominciò con poesie classicheggianti (L'inno all'aurora, 1816; Alla speranza, 1817), di cui si compiacque (I cavalli, poema didascalico, 1821) anche quando s'era già accostato alla poesia romantica, soprattutto attraverso Byron (Narcisa, romanza in 4 canti, 1818; ...
Vocabolario
foreṡìa
foresia foreṡìa s. f. [prob. der. di forese]. – In zoologia, forma di parassitismo, obbligatorio o facoltativo, che si osserva in alcuni organismi i quali si servono di altri organismi per farsi trasportare (v. simbiosi).
forése
forese forése s. m. e f. [lat. forensis, der. di forum «fòro» (e quindi «del fòro, della piazza»), nel lat. tardo sentito e usato come der. di foras «fuori»]. – 1. ant. Contadino, campagnolo: si vestì come una f. (Sacchetti); Lucia ......
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