PORCILE, Carlo Vittorio
– Nacque a Carloforte, nella Sardegna meridionale, il 20 ottobre 1756 da Giovanni Porcile, conte di S. Antioco, e da Elisabetta Tagliafico.
Frequentò inizialmente il seminario Tridentino di Cagliari ma nel 1779 decise di abbandonare gli studi per arruolarsi volontario nella Marina del re di Sardegna. Nel 1783 fu imbarcato, con grado e paga di luogotenente di fanteria, sulla mezzagalera S. Barbara. Entrò in servizio proprio quell'anno agli ordini del cavalier Francesco Maria De Nobili (Tola, 1838, p. 122), comandante dell'Armamento leggero della Sardegna, ovvero della flottiglia di piccole ma combattive navi con doppia propulsione velica e remica di stanza a Carloforte e alla Maddalena.
A bordo della S. Barbara Porcile partecipò attivamente alla lotta contro la pirateria barbaresca che interessò nuovamente la costa ligure a partire dal 1778 e per tutti gli anni Ottanta del XVIII secolo, favorita dallo stato di guerra tra la Francia e l'Inghilterra per l'indipendenza delle colonie americane. Nel 1787 fu messo al comando della S. Barbara, pur mantenendo il grado di luogotenente di fanteria; il 19 agosto dello stesso anno riuscì ad abbordare una galeotta corsara che, dopo un lungo combattimento all'arma bianca, fu costretta alla resa. Trasportata nel porto di Carloforte, l'unità prigioniera fu acquisita dalla marina sarda con il nome di Furetto. Per tale azione Porcile ottenne la promozione a tenente di fanteria (Prasca, 1892, p. 74).
Nel 1788 fu posto al comando dell’Armamento leggero, composto dalle mezze galere S. Barbara e Beata Margherita (Ilari - Crociani - Ales, 2008, p. 204). Nel febbraio dello stesso anno il tenente Porcile, navigando al largo della Maddalena, riuscì a intercettare un'altra galeotta corsara che, inseguita e abbordata, fu anch'essa costretta alla resa. Carlo Vittorio, dopo i fortunati scontri del 1787 e del 1788, riuscì nuovamente a ingaggiare battaglia con i corsari barbareschi nel 1791 e a impadronirsi, insieme all'equipaggio della mezzagalera Beata Margherita comandata dal cavalier Gaetano De May, di un'altra galeotta che venne prontamente rimessa in servizio con le insegne del re di Sardegna e con il nome di Serpente. Complessivamente la squadra comandata da Porcile, insieme ad altre unità navali sarde, aveva contribuito, tra il 1787 e il 1791, alla cattura di un felucone, sette galeotte e una saettia. Per queste azioni fu promosso, il 1° settembre 1792, capitano tenente della fanteria.
Durante la guerra delle Alpi (1792-1796) contro la Francia repubblicana partecipò al combattimento della Maddalena e di Santo Stefano, avvenuti tra il 22 e il 26 febbraio 1796. La squadra dell’Armamentoleggero del capitano Porcile, composta ora dalle mezzegalere Beata Margherita e S. Barbara, dalle galeotte Serpente e Sultana e dalla gondola Sardina, ebbero l’occasione di illustrarsi nei propri compiti di istituto dando la caccia, il 2 e il 3 gennaio 1794, a due sciabecchi pirati che furono raggiunti all’altezza delle Isole Cerbicali. Uno, con dodici cannoni e novantasei uomini, fu incendiato e saltò in aria, mentre l’altro, comandato dal rais Muhammed Zii e armato con diciotto cannoni, sei spingarde e con settanta uomini di equipaggio, fu abbordato e catturato dopo aver perduto ventotto morti, contro i sette caduti e settantacinque feriti sardi (Ilari - Crociani - Paoletti, 2000, pp. 86-87).
Espulso dalla Sardegna dopo il vespro del 1794, Porcile tornò sull’isola nel 1796, quale comandante del ricostituito Armamento leggero. Il 22 marzo 1797 fu promosso maggiore di fanteria; ai suoi comandi rimanevano la mezza galera S. Barbara, il brigantino S. Vittorio e la goletta S. Filippo: forze del tutto insufficienti a garantire la sicurezza della Sardegna nei confronti di incursioni barbaresche.
Il 2 e 3 settembre 1798 la cittadina di Carloforte era stata attaccata dai pirati tunisini che avevano rapito 819 persone. Accorsa dalla Maddalena, il 10 settembre la flottiglia di Porcile imbarcò a Cagliari un distaccamento di trenta artiglieri e fece vela verso Carloforte, ma i venti contrari ne ritardarono l’arrivo al 17 settembre. Tre giorni più tardi, il 20 settembre, gli fu possibile respingere un nuovo tentativo di sbarco (Ilari - Crociani - Paoletti, 2001, pp. 244-245). Fu subito necessario rinforzare la squadra navale stanziata alla Maddalena. A tale scopo nel 1799 Porcile, decorato lo stesso anno con la croce di cavaliere dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro, acquistò a Mahon, nelle isole Baleari, lo sciabecco guardacoste battezzato Carlo Felice. Nel 1800 fu rilevata dalla Royal Navy britannica la galera ligure Prima, che prese il nome di S. Teresa e fu affidata al tenente colonnello Porcile (Ilari - Shamà, 2008, p. 401; Prasca, 1892, p. 93).
Nella primavera del 1802 una colonna di fuoriusciti sardi filo-francesi sbarcò in Gallura e tentò di sorprendere e disarmare il presidio di Tempio Pausania. Fallita la sorpresa, una parte dei repubblicani fu bloccata dalla piccola squadra di Porcile – uno sciabecco e una gondola – e costretta alla resa mentre l’altra decise di consegnarsi in cambio della grazia sovrana. Il 18 giugno 1802 un’altra colonna di fuoriusciti, che aveva intimato a Porcile di cedere il controllo della Maddalena, fu da lui bloccata e dispersa alla foce del Lisca (Ilari - Crociani - Paoletti, 2001, p. 175).
Nel dicembre del 1803 ottenne i suoi ‘primi’ gradi da ufficiale di Marina; sino ad allora tenente colonnello della fanteria, Porcile ebbe il grado equiparato a quello di «capitano in seconda di vascello e di galera» (Ilari - Crociani - Ales, 2008, pp. 214, 243). Alla fine del giugno 1804 giunsero a Cagliari le due mezze galere Aquila e Falco acquistate a Napoli; il maggior generale Giorgio De Geneys decise di effettuare un'incursione nel golfo di Tunisi insieme ai suoi migliori comandanti, Gaetano De May e Porcile, imbarcato come comandante sulla mezzagalera Aquila. Al termine di una crociera di combattimento di quattro mesi furono catturate o distrutte quattro unità corsare. Per ritorsione contro una serie di azioni ostili da parte della Marina sarda nel 1811 il bey di Tunisi armò tre corsari – una galeotta, un lancione e una feluca – allo scopo di condurre guerra da corsa al largo della Sardegna. Alla comparsa della flottiglia barbaresca il re ordinò alla squadra dell’Armamento leggero, a comando del capitano di vascello Porcile, di prendere il largo. L’Armamento leggero, composto dalle mezzegalere Falco, Aquila – ammiraglia di Porcile –, e dallo sciabecco Generoso, oltre a vari lancioni, intercettò la squadra nemica che stava rimorchiando una tartana mercantile sarda appena catturata il 28 luglio 1811 nell’insenatura tra capo Teulada e capo Malfano. Le unità sarde, grazie al brillante comportamento del capitano Porcile, agganciarono rapidamente il nemico, lo abbordarono, e dopo quattro ore di combattimento riuscirono a catturare un felucone, la mezzagalera tunisina e a mettere in fuga il terzo lancione.
Nel corso dell’azione Porcile venne gravemente ferito al fianco; in tutto aveva subito quattro morti e pochi feriti, catturando due unità corsare e duecento prigionieri. La squadra rientrò a Cagliari al far della notte con le prede a rimorchio, e due giorni dopo Porcile ebbe un’ovazione popolare (Ilari - Crociani - Ales, 2008, pp. 252-253; Prasca, 1892, pp. 98-100). Fu promosso colonnello di fanteria il 21 giugno 1812, comandante del porto di Cagliari il 30 aprile 1813 e infine maggior generale (Ilari - Shamà, 2008, p. 401). Tuttavia, la ferita subita nel corso dell’azione di capo Malfano continuò a tormentarlo nel corso degli anni successivi e, il 22 novembre 1815 (incisione della lastra tombale, in situ chiesa dei Novelli Innocenti, Carloforte), morì. Fu sepolto nella chiesa dei Novelli Innocenti di Carloforte.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Torino, Patenti del controllo generale delle Finanze, mazzi 23, 33.
P. Tola, Dizionario biografico degli uomini illustri di Sardegna, III, Torino 1838, p. 121 s.; E. Prasca, La Marina da Guerra di Casa Savoia dalle sue origini in poi. Notizie Storiche, Roma 1892, pp. 74, 93, 98-100; V. Ilari - P. Crociani - C. Paoletti, La Guerra delle Alpi (1792-1796), Roma 2000, pp. 86 s.; IId., Storia Militare dell’Italia giacobina (1796-1802), I, Roma 2001, pp. 86 s., 175; V. Ilari - P. Crociani - S. Ales, Il Regno di Sardegna nelle guerre napoleoniche e le legioni anglo-italiane (1799-1815), Invorio 2008, p. 204; V. Ilari - D. Shamà, Dizionario biografico dell’Armata Sarda, seimila biografie (1799-1821), con la storia dell’Ordine Militare di Savoia e l’elenco dei primi decorati, Invorio 2008, p. 401.