FLORIO, Carmelo
Nacque a Catania l'11 nov. 1887 da Salvatore, commerciante, e Rosa Carbone. Decimo di dodici figli, fu mandato a bottega dagli scultori Giulio Moschetti e Lorenzo Grasso, assai noti a Catania fra Otto e Novecento. Dal 1916 al 1918 fu a Tripoli, dove insegnò plastica presso la Scuola d'arte e mestieri. Tornato a Catania, tra il 1922 e il 1926 realizzò varie decorazioni nel palazzo delle Poste; nel 1924 scolpì due grandi putti per la facciata del garage Musmeci in piazza Bovio, progettato dall'architetto F. Fichera. Sempre nel 1924 realizzò, su commissione del Circolo artistico di Catania, una targa d'argento collocata su un album d'onore donato all'attore Angelo Musco. Negli stessi anni lavorò ripetutamente per il cimitero di Catania: scolpì la figura allegorica del Tempo per il monumento Scuderi, opera legata al simbolismo plastico di L. Bistolfi; nel 1926-27 intervenne nella decorazione della tomba Fortuna, pure progettata da F. Fichera, dove incise su piccole semicolonne scure agili silhouettes di figure angeliche (Rocca, 1988, p. 26). Nello stesso cimitero scolpì la figura del Genio della Morte, con grandi ali avvolgenti come un mantello, per la tomba Di Stefano - Giuffrida; un'altra scultura, di gusto modernista, fu plasmata per il Monumento Castiglione - Tirendi. In queste prime opere il suo linguaggio è in sintonia con gli esiti più vistosi della plastica liberty e con le prime formule geometrizzanti di gusto déco. Secondo lo stesso stile progettò l'arredamento della propria casa, dove visse con la moglie Concetta Grifone, sposata il 18 febbr. 1928, e con i due figli, Rosa e Salvatore.
Per il palazzo delle Poste di Siracusa, nel 1929-30, realizzò diverse sculture ornamentali. Nel 1930 espose una scultura nelle forme di una fontana parietale, in stile rigidamente geometrico proprio del déco, alla Quarta Triennale di Monza; l'opera venne inserita in una stanza arredata con mobili progettati dall'architetto A. Fallica (Caioli, 1931). Per il palazzo della Borsa di Catania, realizzato su progetto di Vincenzo Patanè ed inaugurato nel 1933, eseguì i rilievi sugli sguanci delle colonne poste all'ingresso della "rotonda". Negli anni tra le due guerre il F. partecipò a quasi tutte le principali imprese architettoniche della città etnea, mostrandpsi decoratore di fiducia di F. Fichera e C. Aloisi e di vari altri architetti che in quel periodo operavano a Catania. Per villa Musco alla Barriera (1936) scolpì due statue allegoriche raffiguranti la Tragedia e la Commedia, espresse mediante nudi androgini, e vari fregi decorativi; nella statua di S. Giuseppe sulla facciata della chiesa di S. Giuseppe al Transito a Catania realizzò una immagine dalle "masse dense e morbide ... addensate nel blocco massiccio della figura michelangiolesca, gonfia di una tensione contenuta" (Rocca, 1988, p. 182). Nel 1935, primo centenario della morte di Vincenzo Bellini, il F. eseguì una serie di medaglie commemorative. Dal 1937 al 1943 insegnò disegno ornato e plastica al liceo artistico comunale di Catania. Per l'Odeon catanese realizzò (1939) maschere, putti e comici con un accentuato senso plastico che nella levigatezza delle figurazioni rimanda ad una ripresa di un gusto plastico tardo-ottocentesco.
Nei modi più tipici di un attardato stile Novecento realizzò i bassorilievi in gesso di soggetto allegorico collocati sopra gli ingressi delle aule del palazzo di Giustizia catanese, messi in opera intorno al 1953. Per la chiesa di S. Pio X a Catania scolpì negli anni 1956-58 la Via Crucis e progettò altri arredi, fra cui i lampadari. Testimonianza della volontà di aggiornamento dei propri modelli è la scultura del 1958 raffigurante La Centauressa (Catania, coll. privata) in cui la stilizzazione delle forme si coniuga a moderni ritmi di organicità plastica. Nel 1951 realizzò una medaglia commemorativa di S. Agata, patrona di Catania, conservata nel tesoro del duomo.
In qualità di restauratore di sculture e decorazioni plastiche lavorò in palazzo Biscari (1944) e nel palazzo San Demetrio (1944) a Catania. Eseguì inoltre i busti-ritratto di Pietro De Logu, Giuseppe Sunili, Antonio Musumeci e F. Fichera nel palazzo di Giustizia di Catania.
Morì il 23 sett. 1975 a Catania dove fu seppellito nel locale cimitero in una tomba decorata da tre angeli a grandezza naturale da lui scolpiti in pietra di Siracusa ma in origine destinati ad un altro edificio sepolcrale.
Fonti e Bibl.: Oltre al materiale fotografico e ai carteggi del F. che si conservano presso la figlia Rosa Florio Prestipino a Giardini Naxos si veda: F. Caioli, Gli artisti e gli artigiani siciliani alla Triennale di Monza, in Giornate d'Italia, 27 genn. 1931; F. Granata, Scultura e magia. Ricordo di C. F., in La Sicilia, 9 nov. 1976; E. Rizzo - M.C. Sirchia, Sicilia liberty, Palermo 1986, ad Indicem; Enciclopedia di Catania, I, Catania 1987, p. 346; S. Correnti, Poeta della scultura. Cento anni dalla nascita di C. F., in XXI Secolo (Catania), 13 dic. 1987; A. Rocca, L'Arte del Ventennio a Catania, Catania 1988, pp. 25 s., 69, 171, 182, 192; G. Bongiovanni, in L. Sarullo, Dizionario degli artisti siciliani, III, Scultura, Palermo 1994, p. 123; E. Sessa, Le arti decorative e industriali tra il 1880 e il 1940, in Nuove Effemeridi, 1995, n. 31, pp. 28 s.