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CARMENTA

di Gioacchino Mancini - Enciclopedia Italiana (1931)
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CARMENTA (Carmenta o Carmentis)

Gioacchino Mancini

Vate arcadica, madre di Evandro; il suo nome si voleva far derivare dai vaticinî che ella proferiva in versi (carmina). Dionisio e Plutarco l'identificano con Themis, che poi si disse Carmentis quando si trasferì in Italia. Venuta nel Lazio con il figlio Evandro e gli altri Arcadi, mentre gli altri si fissarono sul Palatino, ella pose la sua residenza alle falde del Capitolino dal lato che guarda il Tevere, ove fu poi il suo sacello (fanum Carmentis), presso la porta del recinto serviano che da lei prese il nome di porta Carmentalis. Fu in origine una divinità di sorgente, protettrice delle partorienti. L'importanza del culto di Carmenta nella remota antichità è testimoniata dall'avere avuto un proprio flamen Carmentalis e anche dal fatto che la sua festa (11 gennaio) ebbe anche un secondo giorno a lei dedicato (15 gennaio), con un intervallo cioè di tre interi giorni. Le due feste erano celebrate in onore di Carmenta (sdoppiata nelle due sottodivinità Prorsa e Postverta) dalle donne incinte e dalle puerpere per invocarne la protezione, e si dicevano Carmentalia. Il primo giorno delle due feste (11 gennaio) era sacro a Giuturna, divinità di acque salutari; il secondo giorno (15 gennaio) era propriamente dedicato a Carmenta. Per sottoscrizione delle matrone romane, in tempo antichissimo indeterminato, venne eretto in suo onore il tempietto tra il colle Capitolino e il Tevere. Nella letteratura C. ha gran parte quale profetessa della grandezza di Roma.

Bibl.: Hartung, Die Religion der Römer nach den Quellen, Erlangen 1836, II, p. 199 segg.; A. Preuner, Hestia-Vesta, Tubinga 1864, p. 394; Preller, Römische Mythologie, 3ª ed., Berlino 1881-1883, I, p. 406; G. Wissowa, in Roscher, Lexikon d. griech. und röm. Mythologie, Lipsia 1884-1890, I, p. 851; id., Religion und Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 220.

Vedi anche
pagano Nel mondo romano (dal 4° sec. in poi), contrapposto a cristiano, colui che si manteneva fedele alle credenze politeistiche e pratiche cultuali tradizionali. Il termine viene perlopiù connesso alla voce latina pagus («villaggio») in quanto, dopo l’avvento del cristianesimo e il suo trionfo politico con ... Giuturna (lat. Iuturna) Divinità latina arcaica, connessa con le fonti. Secondo Servio le apparteneva un fons saluberrimus presso il fiume Numico; alla fine della prima guerra punica le fu consacrato un tempio nel Campo Marzio, e nell’angolo sud-orientale del Foro le era sacro un lacus Iuturnae. Palatino Colle di Roma, tra la valle del Foro e quella del Circo Massimo, dove secondo la tradizione, Romolo tracciò il solco entro cui fondò Roma. Tra la fine del 9° e l’inizio del 7° sec. a.C. i Latini, discesi dai colli di Albalonga, si stabilirono sul P. per difendere e controllare il passaggio del Tevere ... matrona Nell’antica Roma, la donna maritata, libera di origine: nel termine è implicito il concetto di nobiltà di natali e di onestà e riserbo femminile. Matronalie Antica festa romana in onore di Giunone Lucina, celebrata alle calende di marzo nel boschetto intorno al tempio della dea sull’Esquilino; si dava ...
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Altri risultati per CARMENTA
  • Carmenta
    Enciclopedia on line
    (lat. Carmenta o Carmentis) Antica divinità latina di una sorgente, identificata poi con la mitica madre di Evandro, il re arcade stabilitosi sul basso corso del Tevere. Le si attribuivano facoltà divinatorie ed era venerata anche come dea delle partorienti. Le erano sacre le feste Carmentali (15 gennaio), ...
Vocabolario
arcàdio
arcadio arcàdio agg. [dal lat. Arcadius, gr. ᾿Αρκάδιος], letter. – Che proviene, che ha origine dall’Arcadia. Quasi esclusivam. come epiteto inerente alla mitologia classica: dea a., Carmenta, che dall’Arcadia venne in Italia; dio a., il...
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