SCHLEGEL, Caroline Dorothea Albertine
Una delle figure centrali del circolo romantico tedesco, nata a Gottinga il 2 settembre 1763, morta a Maulbronn il 7 settembre 1809. Figlia dell'orientalista Michaelis, sposò nel 1784 il Bergmedicus di Clausthal, Böhmer: matrimonio poco felice. Rimasta vedova nel 1788, visse qualche anno a Gottinga e a Marburgo, poi, attratta dagli ideali della rivoluzione francese, si trasferì a Magonza, dove condusse una vita spregiudicata e spensierata. Fatta prigioniera dall'esercito tedesco, subì gravi affronti durante quattro mesi di prigionia a Königstein e a Kronberg. Anche dopo la liberazione non ebbe requie, inseguita dall'odio e dallo scherno della società borghese. Trovò allora appoggio e valido aiuto in August Wilhelm Schlegel, la cui mano aveva respinta qualche anno prima, e ne accettò la rinnovata offerta di matrimonio, indotta più dalla gratitudine e dal bisogno di protezione che da un sentimento profondo. Nel 1796 si stabilì col marito a Jena, dove poco dopo conobbe F.W. Schelling, la cui indole geniale e impetuosa conquistò interamente il cuore e lo spirito di Caroline. Continuò nondimeno la cordiale e leale intesa col marito, fino a che il trasferimento dello Schlegel a Berlino ne allentò i legami. A troncarli definitivamente contribuì una catastrofe improvvisa, che tolse alla vita di Caroline quanta ne era stato sinora l'intimo contenuto: la morte della quindicenne Augusta - unica superstite dei tre figli di Caroline avuti dal primo matrimonio - fanciulla di mirabile precocità spirituale, beniamina del circolo romantico. Gli Schlegel divorziarono nel 1803, e poco più d'un mese dopo Caroline si unì in matrimonio con lo Schelling, con cui, a Würzburg e a Monaco, passò in unione perfetta gli ultimi anni della sua vita.
In singolare contrasto con le movimentate vicende della sua vita esteriore, la vita intima di questa Diotima del romanticismo tedesco fu improntata di una serena armonia, scaturita da un accordo costante tra l'istinto e la volontà, da un'incrollabile "fiducia nel proprio cuore" che le diede la forza di dominare in ogni frangente il proprio destino e di esercitare un benefico influsso prima su Federico Schlegel, poi su Schelling nell'epoca più tormentosa del loro fermento spirituale. Meno importante è la sua opera letteraria vera e propria, di cui la parte pubblicata è sparsa in contributi agli scritti di A. W. Schlegel e di Schelling. Caroline incitò A.W. Schlegel a sobbarcarsi alla grande traduzione di Shakespeare e lo assecondò con talune felici correzioni. Quanta parte spirituale avesse in quest'impresa, risulta dal fatto che lo Schlegel l'abbandonò dopo il distacco da Caroline. Essa ebbe la sua parte anche nel formarsi della nuova concezione romantica dell'arte figurativa: il famoso dialogo Die Gemälde che ne contiene molti germi è nato dalle comuni meditazioni di August Wilhelm e Caroline durante le visite alla galleria di Dresda nel 1798.
Lettere: Caroline, Briefe an ihre Geschwister, ihre Tochter Auguste, die Familie Gotter, Fr. L. W. Meyer, A. W. u. Fr. Schlegel, J. Schelling u. a., a cura di G. Waitz, voll. 2, Lipsia 1871; una nuova ampliata raccolta di lettere è stata pubblicata a cura di E. Schmidt col titolo Caroline. Briefe aus d. Frühromantik, voll. 2, Lipsia 1913.
Oltre alle note opere sul romanticismo di R. Haym, R. Huch e altri, v. E. Frank, Rezensionen über schöne Literatur von Schelling u. Caroline, in Sitzungsb. der heidelb. Akad. d. Wiss. phil.-hist. K., 1912; B. Allason, C. Sch., Bari 1919; M. Schauer, C. Sch.-Schelling, Greifswald, 1922; G. Mielke, C. Sch. in ihren Briefen (diss.), ivi 1925.