Filosofo e matematico (n. Sancourt, Amiens, 1470 o 1475 - m. 1553 circa). Nel più importante dei suoi numerosi scritti, il De sapiente (1510), riconnettendosi a Pico della Mirandola e al Cusano svolge il tema della centralità dell'uomo nel mondo, articolando il tradizionale motivo del microcosmo attraverso la dualitȧ tra l'uomo come substantia (parte della natura) e l'uomo come scientia (che ingloba in sé la natura); questa opposizione, per la quale l'uomo appare come homo-homo, è superata e pacificata dialetticamente, con una ulteriore concordia et concurrentia nell'homo-homo-homo: qui giunge anche a compimento quel circulus per cui la natura attraverso gradi successivi giunge allo spirito (esse, vivere, sentire, intelligere) e in cui l'uomo assume fondamentale funzione mediatrice in quanto distingue e unifica gli opposti.