CARPEGNA
. Comune del Montefeltro (prov. di Pesaro) con 2289 abitanti. Il capoluogo, che conta 430 abitanti, è posto all'altitudine di 748 m. sul mare, alle pendici meridionali del monte omonimo (m. 1415), nell'alta valle del torreme Mutino, affluente del Foglia.
Conti di Carpegna: - Questa famiglia del Montefeltro si affeimò ai tempi di Ottone I, quando avendo preso le parti dell'imperatore contro Berengario II, stretto nel forte di San Leo, si ebbe a impresa finita la concessione di molte terre e castelli nel Montefeltro e in Romagna, con diritti comitali. Con l'andar del tempo, per la numerosa discendenza, l'avita signoria fu divisa. A Nolfo, toccò Carpegna; a Guido Pietrarubbia; ad Antonio Montecopiolo. Quest'ultimo divenne poi conte di Montefeltro; da lui discesero i duchi d'Urbino. Prendendo parte dal 1000 al 1300 alle lotte feudali e comunali delle città e deí signori vicini, i conti di Carpegna conseguirono vantaggi notevoli ed ebbero una storia abbastanza interessante per imprese compiute e perminenti personaggi. Fra questi Guido, lodato da Dante come il più splendido e gentil cavaliere dell'età sua; Francesco, vicario di Enrico VII a Todi, podestà d'Arezzo e poi di Todi per Clemente V. D'allora in poi, i C. seguirono quasi sempre la parte papale. Morto Nerio nel 1446 i figli e i nipoti addivennero alla divisione dei possedimenti; e nel 1463 formarono i due rami dei conti di Carpegna e dei conti, divenuti poi principi, di Scavolino.
Il primo ramo si mantenne fino ai tempi nostri, ed ebbe fra i suoi membri quello sfarzoso cardinal Gaspare che nella prima metà del '700 costruì il grandioso palazzo nel paese di Carpegna; il secondo, fino al 1817 quando si estinse. Questo ramo, nel 1685, per diploma dell'imperatore Leopoldo I assunae titolo principesco trasmesso in seguito, insienne con i possessi, ai conti di C., che tuttora lo ritengono, quando con l'estinzione del ramo di Scavolino, la famiglia riacquistò la sua unità. Esauritosi poi con la morte di Francesco Maria II (25 sett. 1747), il ramo maschile dei C., successe la figlia primogenita Laura, sposa del marchese Mario Gabrielli di Roma. Il figlio Gaspare Gabrielli C., riordinò (1803) amministrativamente la contea e cedette alla S. Sede, nel 1819, la sovranità del suo stato, ritenendo per sé il titolo; ma Luigi nel 1851 ricomprò i diritti e il potere ed ereditò in seguito, per estinzione dei parenti principi Falconieri di Roma, anche il pingue patrimonio e il nome di questa famiglia. Guido Gabrielli di Carpegna Falconieri, suo figlio, fu buon patriota e coltivò le lettere e le scienze. Dopo l'entrata in Roma, durante il governo provvisorio, fu il primo commissario municipale; in seguito fu deputato d'Urbino e Montefeltro al parlamento nazionale, ed ebbe infine la nomina a senatore.
Bibl.: P. A. Guerrieri, Genealogia di Casa C., Rimini 1668; G. B. Marini, Saggio di ragioni della Città di S. Leo, Pesaro 1758; P. Litta, Famiglie celebri italiane, Milano 1850; M. Salvadori, Compendio genealogico dei conti di C. Urbino 1880.