CARSULAE
Il centro stradale,sorto con modesti inizi probabilmente subito dopo l'apertura della via Flaminia, si accrebbe e acquistò importanza nell'Impero - specie tra la fine del sec. I a. C. e il principio del sec. III d. C. -, non solo per la importante posizione sulla via consolare nel tratto tra Narni e vicus ad Martis, ma anche per la amenità e salubrità del luogo, ricordate da Tacito (Hist., iii, 60) e da Plinio il Giovane (Epist., 1, 4). Testimonianze archeologiche e letterarie documentano lo sviluppo edilizio della città, di cui gli scavi in corso hanno per ora riportato alla luce alcuni edifici del Foro, il teatro e l'anfiteatro, cisterne e tutto il percorso urbano dalla Flaminia. C., posta su un altipiano a 500 m di altitudine, non era cinta di mura ma la sua estensione è indicata dai limiti naturali dell'altipiano occupato, e ulteriormente precisata a N - verso vicus ad Martis dalla presenza di un arco-porta monumentale e, poco più avanti, da un grande sepolcro, posto evidentemente fuori dell'abitato: il monumento funerario, a pianta circolare con un pilastro centrale da cui si dipartono i muri radiali già sostenenti la copertura, è rivestito di grossi blocchi di travertino e impostato su una base quadrata accuratamente lavorata. Il teatro si sviluppava, per esigenze di spazio, in altezza piuttosto che in pianta: di esso restano i primi due gradini, le sostruzioni in reticolato della ima e media cavea e le fondazioni della scena. L'anfiteatro - i cui muri sono rivestiti da un paramento di biocchetti di pietra locale - aveva l'asse maggiore di m 86 e il minore di m 62. Il piazzale del Foro, di forma trapezoidale, era chiuso a S da un tempio a due celle perfettamente uguali, forse il Capitolium; a N ed a O, da edifici di uso ancora imprecisato ma certamente di carattere pubblico, e ad E era delimitato dalla via Flaminia. Al di là della strada, costruita con materiali di recupero, sorge, sui resti di un edificio romano, la chiesetta; di S. Damiano che, insieme ai miseri avanzi dell'annesso monastero, costituisce l'unica testimonianza di vita della città nel Medioevo.
Da C. provengono frammenti di statue imperiali (tra cui notevoli quelli di una statua colossale di Claudio) e tutto un gruppo di urnette funerarie caratteristiche per forma e decorazione.
Bibl.: C. I. L., XI, 2, p. 664 ss.; Forma Italiae: Regio VI Tuder-Carsulae (G. Becatti), Roma 1938, p. 88 ss.