Vedi CARTAGENA dell'anno: 1959 - 1994
CARTAGENA (Carthāgo Nova)
Città della Spagna, sul Mediterraneo.
Nella località dove venne fondata la città punica, in prossimità di un porto naturale sulla costa della Mucria, presso il Capo di Palos, pare che fosse esistita dapprima una città iberica, Mastia o, Massia, capitale dei Mastieni o Massieni. Nel 221 a. C. Asdrubale fondava la città punica, che doveva essere una seconda Cartagine e capitale dei possedimenti cartaginesi in Spagna. Il nome punico era Qart Ḥadasht, cioè Città Nuova, forse con riferimento all'antica Mastia o meglio, probabilmente, alla Cartagine d'Africa. I Latini tradussero il nome punico con Carthago Nova. Fu capitale dei domini cartaginesi in Spagna finché non venne conquistata da Scipione, nel 209 a. C.; era allora una città fiorente, di grande estensione (circa 35 o 40 ettari) e con una popolazione di circa 40.000 abitanti. Dopo la conquista romana andò man mano perdendo importanza: all'epoca di Strabone era già molto decaduta. Cesare portò a C., nel 45, una colonia, che ricevette il nome di Colonia Iulia Victrix Nova Carthago. Fu capoluogo dell'omonimo conventus iuridicus e, dalle riforme di Diocleziano in poi, capitale della Provincia Carthaginensis.
Malgrado l'importanza storica, la Cartagine di Spagna, analogamente a quella d'Africa, è poverissima di monumenti. È pur vero che ha fornito una ricca raccolta di epigrafi, talune di estrema importanza; ma pochissime opere di scultura e nessun monumento architettonico degno di cenno speciale. In alcune monete è raffigurato il tempio che gli abitanti di C. eressero ad Augusto. Fuori della città si scorge la "Torre Cieca", monumento funerario quadrangolare con le pareti ricoperte di opus reticulatum.
Bibl.: A. García y Bellido, C. en la Antiguedad, in Investigación y Progreso, 1943, p. 293 ss.; A. Beltran, Topografia de Carthago Nova, in Archivo Español de Arqueología, XXI, 1948, p. 191 ss.; J. J. de Jauregin, Esploraciones submarinas en C. y S. Pedro del Pinatar, ibid., 1948, pp. 38-47.