CARTEA (Κάρϑαια, Carthaea)
Nome della più importante delle quattro città antiche dell'isola di Ceo. Secondo la tradizione, fu fondata dai Fenici; la sua alta antichità è a ogni modo attestata dalle rovine come pure dalle monete, di cui le più antiche risalgono almeno al sec. VI a. C. (v. fig.). La città si ergeva su uno sperone roccioso presso la moderna località di Poles, su una piccola baia della costa sud-orientale dell'isola. La cinta delle mura palesa struttura poligonale a poderosi massi, con torri di difesa e con duplici porte obbligate. La città s'innalzava a terrazze; su quella inferiore era costruito un tempio ad Apollo, in stile dorico: in vetta all'acropoli stessa è menzionato un tempio di Atena. Presso il Καλαμίτης, a oriente della città, giaceva la necropoli, e presso il Βαϑυπόταμος, a occidente, erano situati dei santuarî, uno di Demetra, uno forse di Asclepio, e il teatro, prospiciente il mare.
Bibl.: Broendsted, Voyages et rech. dans la Grèce, I, Parigi 1826; L. Ross, Reisen auf den griech. Inseln, I, Stoccarda e Tubinga 1840, p. 127 segg.; F. Halbherr, in Museo italiano, I (1885), p. 191 segg.; A. Miliarakis, Κυκλαδικά, Atene 1874, p. 46 segg.; id., ‛Υπομνήματα περιγρ. τῶν Κυκλάδων νήσων. "Ανδρος, Κέως, Atene 1880; A. Pridik, De Cei insulae rebus, Berlino 1898; Savignoni, in 'Εϕημ. ὰρχ., 1898, col. 219 segg.; Graindor, in Bull. Corr. Hell., XXIX (1905), p. 329 segg.; XXX (1906), p. 92 segg.; Bürchner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altertumswiss., XI, col. 185 seg.