cartografia geopolitica
cartografìa geopolìtica locuz. sost. f. – Rappresentazioni cartografiche che non si limitano a raffigurare la distribuzione di oggetti geografici, ma mirano a illustrare gli assetti di potere cui è soggetto un territorio, in essere oppure potenziali. Una carta geopolitica è dunque il prodotto di considerazioni che correlano fra loro una molteplicità di fenomeni (politici, economici, culturali, sociali, demografici, religiosi, storici, etnici, ecc.) e di fattori (spazio, distanza, tempo, posizione, ecc.). Poiché l'intento non è meramente descrittivo, ma si spinge a spiegare le cause dei fenomeni politici, la carta riflette uno sforzo interpretativo ed esprime inevitabilmente le opinioni dell’autore. Dal punto di vista grafico, la c. g. privilegia la stilizzazione delle forme e la riduzione delle informazioni all’essenziale, al fine di veicolare un messaggio chiaro e risultare accessibile anche a un pubblico non specialistico. La simbologia è scarsamente standardizzata. Queste caratteristiche distinguono significativamente la c. g. dalla tradizionale cartografia topografica e ne impongono una valutazione non sulla base del rigore tecnico bensì dell’efficacia comunicativa. Se la produzione di c. g. non è di fatto mai cessata, va rilevato che essa non è mai stata così diffusa come oggi, fondamentalmente per tre ragioni: 1) i turbolenti eventi che hanno caratterizzato la scena politica internazionale dalla fine della Guerra fredda in poi hanno aumentato la richiesta di strumenti utili alla descrizione e alla comprensione dei fattori e degli interessi alla base del comportamento dei soggetti politici; 2) la pluralità dei canali informativi e la diffusione di Internet hanno favorito la circolazione di carte geopolitiche e consentito un ampio accesso a esse; 3) l’internazionalizzazione dei media ha stimolato la domanda di informazione sui fenomeni geopolitici e la necessità di proporne efficaci rappresentazioni cartografiche. Va inoltre aggiunto che la novità più rilevante per lo spazio politico è l’accentuarsi del suo carattere reticolare, per effetto del quale l’autorità, l’influenza e il dominio appaiono diffusi sul territorio e i centri da cui tali proprietà emanano risultano fortemente interrelati; dunque il potere non è più precisamente localizzato ma nasce dalla relazione. Le rappresentazioni cartografiche tradizionali, ancora fortemente legate all’idea di raffigurare le entità politiche secondo il modello dello Stato territoriale moderno, risultano pertanto sempre più inadeguate mentre la c. g. si presenta più idonea alle nuove esigenze. Al confronto con la c. g. degli esordi (anni Venti del Novecento), quella attuale ha perso ogni tentazione di far affiorare un ordine generale e ricorrente sottostante le dinamiche politico-geografiche, ossia mostrare una tendenza spaziale generale secondo un approccio di tipo determinista. Quanto agli aspetti grafici, invece, si osserva una certa continuità con il passato, con la medesima predilezione d’allora per lo stile essenziale e la geometrizzazione dei simboli. La principale differenza sul piano estetico risiede nell’uso del colore, oggi largamente impiegato. Eccellenti prodotti di c. g. sono offerti dalla rivista italiana Limes e francese Le monde diplomatique. Produzioni meno significative si incontrano nel mondo anglosassone.