CARTONE
. I pittori chiamano cartone il disegno definitivo eseguito generalmente in grandi dimensioni su carta spessa, pronto per essere trasportato su muri, tavole, tele, vetri, ecc. Per questa operazione sono stati adottati varî metodi: il cartone è applicato alla superficie che deve essere dipinta e i contorni, calcati con uno stilo di avorio o di legno, si riproducono sulla mestica o l'intonaco fresco sottostanti. In un secondo metodo chiamato spolvero, i contorni del disegno sono bucati a punta di spillo e con un tampone si fanno passare attraverso i fori sostanze coloranti polverizzate che lasciano l'impronta al disotto. Un terzo metodo consiste nel coprire il verso del disegno di piombaggine o altra materia simile, in modo che, calcando i contorni con uno strumento a punta, questi si ripetano al di sotto. Il cartone può essere quadrettato e riprodotto per la pittura senza bisogno di metodi meccanici. Come esempî tipici di cartoni tutt'ora esistenti, possiamo ricordare i sette per gli arazzi vaticani di Raffaello nel Victoria and Albert Museum a Londra, e quello per La scuola d'Atene nell'Ambrosiana di Milano; famosi poi i cartoni perduti di Leonardo e di Michelangelo, l'uno: La battaglia d'Anghiari, l'altro: La battaglia di Cascina. Tra i cartoni moderni: La morte dei Maccabei di Antonio Ciseri nel Gabinetto dei disegni e delle stampe a Firenze per il quadro nella chiesa di S. Felicita a Firenze.
Bibl.: F. Baldinucci, Vocabolario toscano dell'arte del disegno, Firenze 1681, p. 30; J. Meder, Die Handzeichnung. Ihre Technik und Entwicklung, Vienna 1919, pp. 521-34; L. Beltrami, Il cartone di Raffaello per l'affresco della Scuola d'Atene in Vaticano, Milano 1920.