Casa della sapienza (ar. Bayt al-hikma)
(ar. Bayt al-ḥikma) Biblioteca califfale di Baghdad, inaugurata nel sec. 8° o 9°. Sulla sua origine e sul suo ruolo la critica ha molto discusso. A lungo considerata una sorta di accademia per l’insegnamento e la traduzione di testi scientifici e filosofici, voluta dal califfo al-Ma’mū´n (786-833), essa avrebbe ospitato, secondo alcune ipotesi (Y. Eche, M.-G. Balty-Guedson), testi e manoscritti greci e siriaci raccolti a partire dal primo sec. 8°. Si sarebbe costituita come C. della s. sotto il califfo Hārūn al-Rashīd (m. 809), divenendo sotto al-Ma’mū´n una biblioteca aperta all’élite degli studiosi. Alla traduzione di testi (soprattutto di provenineza greca, persiana e indiana) si sarebbe così affiancata la composizione di opere originali. Un’ultima e più recente ipotesi (D. Gutas) ne fa invece un’istituzione voluta dal califfo al-Manṣūr (m. 775) la cui funzione principale sarebbe stata quella di raccogliere e incoraggiare le traduzioni di testi sulla cultura sasanide, dal persiano al greco. Sotto al-Ma’mū´n essa avrebbe quindi ospitato anche attività in campo astronomico e matematico. La C. della s. non avrebbe dunque avuto ruolo né nella traduzione né nella trasmissione né nella discussione di testi greci e avrebbe solo favorito o incoraggiato, non determinato, la grande opera di traduzione che, prolungatasi per più di due secoli, portò la cultura islamica a contatto con la quasi totalità della produzione scientifica e filosofica di origine greca, persiana e indiana.