CASALE MONFERRATO (A. T., 24-25-26)
MONFERRATO Città del Piemonte in provincia di Alessandria, ai piedi dell'estremità orientale delle colline del Po, e sulla riva destra di questo fiume, a 116 m. s. m. Grazie a questa sua posizione, in luogo naturalmente forte, Casale divenne ben presto il centro più importante del Monferrato, di cui fu per molti secoli la capitale. Oggi è uno dei più attivi centri industriali, agricoli e commerciali del Piemonte. Il comune ha una sup. di 86,92 kmq. e una popolazione di 34.327 ab. (pres. 34.253 dei quali 20.543 nella città). Nel 1794 Casale aveva 12.184 ab.; 13.500 nel 1743; 12.473 nel 1774; 26.032 nel 1861; 27.514 nel 1871; 28.724 nel 1881; 31.370 nel 1901; 34.151 nel 1911.
La città, quantunque sia stata per parecchi secoli una delle fortezze più importanti non solo del Piemonte, ma dell'Italia, e quindi cinta di mura, ha strade abbastanza ampie e regolari anche nella parte centrale e più antica. Nella periferia, sono sorti giardini e quartieri con vie diritte che si tagliano ad angolo retto. Molto pittoresco è il castello che sorge sulla riva del Po, da cui si gode un bel panorama. Il centro della città è la piazza del Duomo.
Il territorio è fertile e molto ben coltivato: sulle colline prospera la vite (barbera, freisa, grignolino), nel piano si coltivano i cereali e i foraggi; in alcuni tratti presso il Po si pratica pure la coltura del riso. Fiorente è la coltura degli alberi da frutta e degli ortaggi; molto progredito l'allevamento del bestiame. Casale fu sempre uno dei più importanti centri vinicoli del Piemonte, grazie alle numerose e facili comunicazioni con tutto il Monferrato. Si trova, infatti, sulle linee Asti-Mortara e Vercelli-Alessandria mentre una linea ferroviaria per Chivasso la unisce a Torino. Una tranvia a vapore per Altavilla Monferrato conduce ad Asti; e numerose linee automobilistiche uniscono Casale ai centri più importanti che la circondano. Tuttavia questa città non è direttamente toccata da nessuna delle grandi e celeri vie di comunicazione, e forse per questo ha potuto mantenere intatta la sua fisionomia di antica, maestosa e aristocratica capitale del Monferrato.
Intimamente connesso con lo sviluppo dell'agricoltura in generale, e della viticoltura in specie, è il progresso dell'industria casalese (officine per la costruzione di macchine agricole e per l'industria enologica, distillerie e fabbriche di acquavite, di acido tartarico, di prodotti per la conservazione del vino, ecc.). Vi sono pure manifatture di seta artificiale, calzaturifici, ecc. Ma nel campo industriale il nome di questa città è ora specialmente noto per la grande produzione di calce e cementi, grazie alla presenza nel suo territorio e in quello di alcuni comuni vicini di ottime marne calcaree. La produzione della calce cominciò a progredire nella seconda metà del secolo scorso, quando (1874) si formò la Società anonima di Casale per la produzione della calce, la quale dal 1880 cominciò a produrre anche cemento (produzione annua di cemento Portland e a rapida presa superiore alle 500.000 tonn.). L'estrazione del materiale si fa ora con lunghe gallerie, anche di 3 km., una delle quali passa sotto il letto del Po. Connessa con quella del cemento è l'industria dell'eternit, composto di cemento e di amianto.
Casale è pure un notevole centro di studî. Vi sono tutte le scuole medie, fra cui l'Istituto tecnico Leardi, uno dei primi fondati in Italia. Numerosi i convitti maschili e femminili: notevoli per ricchezza di volumi la biblioteca civica e quella del seminario vescovile, e il museo civico fondato nel 1911.
Storia. - La città è d'origine romana (forse l'Industria di Plinio) come attestano medaglie, statue e iscrizioni. L'antico nome fu sostituito col termine della bassa latinità con cui s'indica un gruppo di case, e fu quindi Casale S. Evasio dal nome del patrono; l'attuale nome è posteriore. Donata da Carlo il Grosso alla chiesa di Vercelli, fu affrancata da Federico I, salvi i diritti dell'impero, ma ricondotta da Enrico VI a Vercelli. Ribellatosi il comune, nel 1215 venne raso al suolo dalle armi dei Vercellesi collegati con Alessandria e Tommaso di Savoia. Risorto per opera di Federico II, che gli confermò gli antichi privilegi, passò quindi agli Alerami marchesi di Monferrato e in seguito ai Visconti, ai quali succedettero un'altra volta, i marchesi di Monferrato della famiglia dei Paleologi. Sotto Guglielmo VIII Paleologo (1464), Casale ebbe un senato, il titolo di città e, con bolla di Sisto IV, fu sede vescovile. Ai Paleologi, per sentenza di Carlo V, seguirono i Gonzaga di Mantova nella persona di Federico III, marito dell'ultima Paleologa Margherita. Per la successione del ramo di Nevers fu in seguito assediata (il famoso assedio del 1630 di manzoniana memoria) e a lungo disputata da Francia e Spagna. Alla fine del '600 tornò ai Gonzaga e nel 1703 l'ebbero i Savoia. Degna di ricordo è la difesa del 24-25 marzo 1849 contro gli Austriaci del maresciallo Wimpffen, che, sebbene riuscisse a prendere la testa di ponte del Po, non poté procedere oltre per l'eroica resistenza dei Casalaschi.
Bibl.: A. Manno, Bibliografia di Casale M., Torino 1890; G. Giorcelli, Tre documenti inediti del bombardamento austriaco di Casale nei giorni 24 e 25 marzo 1849, Alessandria 1900; E. Comello e G. Ottolenghi, Avanzi di antichi mosaici nel duomo di Casale, Casale M. 1917.
Monumenti. - Ai primi anni del sec. XII risale il più importante dei monumenti di Casale, guasto dai restauri dell'Arborio e del Canina, la basilica di S. Evasio. Unici frammenti di superstite autenticità sono la struttura dell'atrio, tre bifore esterne visibili da un vicoletto e pochi resti dei mosaici del pavimento. Nell'interno si conservano un prezioso crocifisso in lamina d'argento sbalzato (sec. XII), i due monumenti sepolcrali dei vescovi Gambera e Bernardino Tibaldeschi, entrambi del Sanmicheli, e, nell'archivio capitolare, un messale e un antifonario con belle miniature quattrocentesche. Bell'esempio d'architettura quattrocentesca è la piccola chiesa di S. Domenico, fondata da Guglielmo VIII Paleologo (1469), che ha nella lunetta della porta principale un altorilievo, attribuito al Sanmicheli o a Paris di Milano, e nell'interno il sepolcro di Benvenuto S. Giorgio, pure del Sanmicheli. Due frammenti del sepolcro di Maria di Serbia, marchesa del Monferrato, eseguito dal Sanmicheli per la chiesa di S. Francesco, ora distrutta, si trovano in casa De Conti. Al sec. XVI appartengono il castello che poco o nulla conserva degli splendori che vi avevano profuso i fastosi Gonzaga; la torre del Comune o di S. Stefano; il chiostro di palazzo Trevisio. Interessanti costruzioni settecentesche sono il palazzo San Giorgio, il palazzo Treville, costruito nel 1730, con un atrio, un portale e uno scalone di bellissimo effetto, e il palazzo Langosco.
V. tavv. LXXXI e LXXXII.
Bibl.: A. Vesme, in Archivio stor. dell'arte, 1895, pp. 288-96; Min. della pubblica istruz., Elenco degli edifici monumentali, I: Provincia di Alessandria, Roma 1911; P. d'Ancona, Un frammento della tomba di Maria di Serbia, opera di Matteo Sanmicheli, in L'Arte, XIX (1916), pp. 21-24; id., Due preziosi cimelî rinviati nel Duomo di Casale Monferrato, ibid., XIX (1916), pp. 85-87; P. Toesca, Storia dell'arte ital., I: Il Medioevo, Torino 1927, p. 484.
Arte della stampa. - Sono noti due volumi stampati a Casale Monferrato nel sec. XV da Guglielmo de Canepa Nova de' Campanili: Hubertini Clerici Crescentinatis in Nasonis Heroidas commentum, Casalis Sanctis Evaxii 1481 octavo idus Septembris e Confessionale perutile a Rev. magistro J. A. ex Burgo Sancti Martini, impress. in alma civit. Casalis... 1482 die 22 Martii. D'un altro libretto, contenente Il clarissimo Ovidio de arte amandi, qui stampato da un frate Agostino da Vercelli e Gaspare da Cantono, parlano alcuni bibliografi, ma di esso non conosciamo alcun esemplare.
Bibl.: G. Manzoni, Annali tipografici piemontesi del sec. XV, Torino 1756; P. Fumagalli, Lexicon, Firenze 1905, p. 68; F. Valeriani, I primordi della stampa di Casale, Alessandria 1914.