cascare
. Col significato generico di " cadere ", è attestato in If XXI 86 Allor li fu l'orgoglio sì caduto, / ch'e' si lasciò cascar l'uncino a' piedi: qui l'alternanza con ‛ cadere ' evita una ripetizione, ma potrebbe indicare / come in c. prevalga il valore fisico; una sola volta, infatti, e in rima, è attestato col senso figurato di " cadere in basso ", " degenerare ": Pd XXVII 60 o buon principio, / a che vil fine convien che tu caschi! (il principio è costituito dalla santità delle opere e dal martirio dei primi pontefici, la degenerazione è descritta nei precedenti vv. 40-59; cfr. XXII 88-96). Ancora col significato di " cadere ", ma con " una sfumatura di malinconia " (Momigliano), si veda in If XXIV 102 e cener tutto / convenne che cascando divenisse.
Vale " cadere senza vita ", in If XXIX 62 li animali, infimo al picciol vermo, / cascaron tutti (cfr. Met. VII 522 ss.: va notato che l'enumerazione degli animali - prima i domestici e poi i selvatici - in Ovidio si sviluppa per quattordici esametri, vv. 535-548), e XXXIII 71 e come tu mi vedi, vid'io cascar li tre ad uno ad uno. In If XII 36 questa roccia non era ancor cascata, significa piuttosto il " precipitare "; così in XIX 76 Là giù cascherò io altresì quando / verrà colui, dove l'ulteriore caduta del dannato perfeziona la pena col chiuderlo completamente nella buca.
In Fiore CCXXX 12 La semenza del fior v'era cascata, l'immagine della ‛ semenza ' autorizza l'accezione di " scendere giù "; mentre in If XX 73 Ivi convien che tutto quanto caschi / ciò che 'n grembo a Benaco star non può, significa propriamente una caduta, ovvero il traboccare dell'acqua dal bacino del lago nelle campagne sottostanti, con la conseguente formazione del Mincio.
Significa infine il cadere dall'alto o " piovere " del fuoco e della luce solare, rispettivamente in If XVII 53 ne' quali 'l doloroso foco casca, e Pg XXXII 52 quando casca / giù la gran luce.