MONDINO, Casimiro
– Nacque a Torino il 21 apr. 1859 da Alessandro e da Adelaide Lanteri. La sua nascita fu circondata da un’aura di mistero, poiché si vociferava che fosse figlio illegittimo di un alto membro della famiglia reale.
Dopo aver frequentato il liceo Gioberti si iscrisse, per l’anno accademico 1877-78, alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Ateneo torinese. Da studente universitario seguì i corsi di C. Giacomini, professore di anatomia, e G. Bizzozero, luminare di patologia generale, e nel 1882 presentò una breve comunicazione all’Accademia di medicina (Sulla circolazione del sangue nel cervello, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, XLV [1882], pp. 500-502). Si laureò, infine, il 4 luglio 1883 discutendo una tesi sul Sarcoma del talamo ottico.
Dopo la laurea, il M. fu nominato direttore del laboratorio anatomo-patologico del manicomio di Torino, dove ebbe modo di condurre studi di ematologia e anatomia del sistema nervoso (Sullo stato cribroso del cervello, in Gazzetta degli Ospitali, V [1884], 12, p. 91, e Sopra un caso di demenza consecutiva ad ostruzione dell’arteria basilare, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, XLVII [1884], 6-7, pp. 337-349). Iniziò inoltre a collaborare con C. Golgi, dell’Università di Pavia, all’affinamento di un nuovo tipo di colorazione delle cellule nervose (Sull’uso del bicloruro di mercurio nello studio degli organi centrali del sistema nervoso, ibid., XLVIII [1885], 1-2, pp. 38-47) e all’osservazione dell’infiammazione del cervello (Nuove osservazioni intorno all’infiammazione traumatica sperimentale del tessuto cerebrale, ibid., pp. 76-78). Su invito dello stesso Golgi, il M. trascorse nel 1884 un breve periodo di ricerca presso il laboratorio di Pavia, dove coltivò l’interesse per lo studio della struttura delle fibre nervose periferiche, avallando i risultati dei lavori di Golgi e G. Rezzonico sugli imbuti cornei (Sulla struttura delle fibre nervose midollate periferiche, in Arch. per le scienze mediche, 1884, vol. 8, pp. 45-56). Nel 1886 presentò un suo lavoro, Ricerche macro e microscopiche sull’anatomia dell’encefalo umano, al premio della Fondazione Fossati bandito dal R. Istituto lombardo di scienze e lettere. Su un totale di cinque candidati la commissione, composta da A. Verga, S. Biffi e Golgi in qualità di relatore, assegnò a M., allora docente privato di istologia normale e patologica presso la R. Università di Torino, il primo premio di lire 2000 (v. Rendiconti. R. Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, 1887, vol. 20, pp. 48-58). L’anno successivo l’opera fu pubblicata col titolo Ricerche macro e microscopiche sui centri nervosi (Torino 1887).
Con il viatico di Golgi, il M. venne nominato nel 1886 straordinario di istologia presso la R. Università di Palermo, dove fondò anche un laboratorio di istologia normale, frequentato da numerosi e promettenti allievi, fra i quali V. Acquisto, E. Lugaro, G. Pusateri. Nel frattempo, compilò un testo di anatomia per gli studenti del corso di laurea in medicina (Lezioni di anatomia generale e di tecnica per la microscopia, ibid. 1893) e pubblicò alcuni studi in collaborazione con i suoi allievi (con L. Sala: Sulla produzione delle piastrine nel sangue dei vertebrati ovipari, Palermo 1888; con G. Rattone: Sulla circolazione del sangue nel fegato, ibid. 1888; e con V. Acquisto: Sui fenomeni di maturazione di alcune ova, ibid. 1894).
Il M. diresse il laboratorio di istologia fino al 1895 quando, resasi vacante la cattedra di clinica delle malattie nervose e mentali, gli venne affidata la supplenza. Nonostante le proteste degli psichiatri italiani, la facoltà medica palermitana deliberò il passaggio definitivo del M. all’insegnamento della disciplina, cui seguì l’avallo da parte del ministero della Pubblica Istruzione grazie anche all’intercessione di Golgi. Negli anni palermitani M. elaborò una teoria che, incentrandosi sulla struttura fibrillare della cellula nervosa, tentava di conciliare il modello reticolare diffuso, elaborato da Golgi, con la teoria neuronale sostenuta da S. Ramón y Cajal. Inoltre, si occupò anche di psichiatria forense, sia dal punto di vista puramente scientifico (Contributo allo studio della epilessia psichica, ibid. 1895, con G. Mirto), sia in qualità di perito processuale.
Nell’anno accademico 1898-99 si rese vacante la cattedra di psichiatria presso l’Ateneo pavese e Golgi fece sì che il suo collaboratore vi fosse «comandato», per poi diventarne pienamente titolare l’anno successivo (cfr. P. Mazzarello, Il Nobel dimenticato, Torino 2006, p. 433). Nella sua prelezione al corso di clinica psichiatrica (Sulle condizioni odierne della psichiatria, Pavia 1899) il M., nell'affermare che «di fatti la psichiatria ultima fra le scienze mediche ha potuto fruire dell’indirizzo biologico […]. È anzi soltanto nella fase recentissima, odierna addirittura, che si è rotta la barriera che divideva il campo della clinica psichiatrica da quello delle scienze biologiche» (ibid., pp. 4 s.), sottolineava i progressi compiuti nello studio delle malattie del sistema nervoso e accreditava l’assimilazione tra psichiatria e neuropatologia.
Nel 1898 la direzione della clinica psichiatrica, che il M. assunse proprio in quell’anno, fu disgiunta dalla responsabilità del manicomio provinciale di Voghera, com'era invece avvenuto fino ad allora. La decisione comportò una carenza di casi disponibili per le attività didattiche e scientifiche della clinica, che, peraltro, era già penalizzata dalla mancanza di spazi e attrezzature adeguate. Pertanto il M. impiegò le sue energie nella promozione di una sua proposta Agli amministratori della provincia di Pavia per fornire di una clinica psichiatrica l’Ateneo Pavese (ibid. 1900).
L’idea era quella di dar vita a un istituto «nevrapatologico» – poiché «oggi non è più possibile distinguere i disturbi psichici, quelli degli organi più elevati del sistema nervoso, da quelli di tutte le altre regioni del sistema stesso» – che fosse fornito di «basi inalterabili di vita rigogliosa e di prosperità indipendentemente, nei limiti del possibile, dalla futura opera delle persone!» (P. Mazzarello - A.L. Calligaro, C. M., in Conferenze e seminari 1997, Istituto Neurologico C. Mondino, a cura di M. Ceroni - E. Martignoni - S. Molinar, Pavia 1999, p. 216).
Golgi appoggiò appieno la proposta dell’allievo e, in qualità di senatore del Regno d’Italia, nel luglio 1900 perorò la causa della costruzione della nuova clinica pavese direttamente presso il ministro della Pubblica Istruzione N. Gallo.
Finalmente, il 13 dic. 1914, fu celebrata in forma solenne la cerimonia d’inaugurazione del secondo anno di vita autonoma della nuova clinica. In quella occasione il M. dichiarò: «Le difficoltà incontrate per realizzare il mio progetto furono tante che occorsero lunghi anni perché finalmente questo Istituto sorgesse. Ma ora è sorto non solo; ma in un primo anno di vita, di amministrazione autonoma, ha dato prova di avere in sé tali germi di progressivo sviluppo da non lasciare più dubbi sull’avvenire suo» (Discorso del prof. C. M., in Annuario della R. Università di Pavia, a.a. 1914-15, Pavia 1915, p. 38). La nuova clinica neuropatologica constava di una sezione maschile e una femminile, a loro volta suddivise in un reparto di neurologia e uno di psichiatria, cui si aggiungevano le aule destinate alla didattica, la biblioteca e i laboratori, gli studi e il refettorio.
Intanto, nel 1903, il M. aveva scritto direttamente al ministro dell’Interno G. Giolitti per chiedere giustizia riguardo ad alcune accuse che gli erano state mosse nell'ambito di un’inchiesta ministeriale sull’amministrazione provinciale di Girgenti, in cui sembava coinvolto per aver cercato guadagni illeciti presso alcune Case di salute (Roma, Arch. centr. dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Dir. generale Istruzione superiore, Div. prima, Fasc. personali dei professori ordinari, b. 100: M. C.).
Nonostante il costante appoggio che Golgi rivolse alla carriera accademica del M., i rapporti fra i due si deteriorarono negli anni. In particolare, il M. parve deludere le aspettative del maestro «specialmente per scarsa attività scientifica, clinica e didattica» (cfr. A. Pensa, Ricordi di vita universitaria (1892-1970), a cura di B. Zanobio, Milano 1991, p. 121). Il M. era, inoltre, «uomo non privo di bizzarrie, carattere autoritario, dispotico e vendicativo» (F. Savoldi, Guido Sala neurologo, in Boll. della Soc. pavese di storia patria, n.s., XC [1900], vol. 42, p. 264), come testimoniato da un episodio di rancorosa inimicizia che lo vide opporsi aspramente al collega di medicina legale F. Guelfi nel 1904-05. Golgi cercò varie volte di affiancare al M. allievi brillanti che potessero compensarne le deficienze, ma sia A. Pensa (si vedano i suoi Ricordi di vita universitaria, p. 125), sia E. Medea declinarono l’offerta, che fu però accettata da O. Rossi e G. Sala. Il primo, tuttavia, si allontanò da Pavia nel 1906-07 per tornarvi soltanto nel 1924 come successore del M.; l’altro, invece, fu coadiutore e poi aiuto nella clinica neuropatologica fino al 1915 quando, dopo l’entrata in guerra, prese servizio presso l’Ospedale militare di Pavia. Dopo il conflitto «Sala non compare più tra il personale della Clinica neuropsichiatrica», forse a causa di «qualche screzio» col M. (cfr. Savoldi, cit., p. 266). I contrasti all’interno della facoltà medica, infatti, proseguirono, come quando il M. e l’altro ex-allievo di Golgi, A. Monti, proposero nel 1921 l’unificazione dell’insegnamento di patologia generale e anatomia patologica, suscitando l’accesa opposizione del maestro. La proposta fu, infine, rigettata in sede ministeriale.
Tuttavia le intuizioni e le capacità manageriali del M. garantirono alla clinica neuropatologica di Pavia un’autonomia amministrativa che sarebbe poi stata il modello per altre istituzioni analoghe.
Proprio a riconoscimento delle sue benemerenze il nuovo istituto venne intestato, con decreto ministeriale, allo stesso M., che ottenne altresì l’onorificenza di professore emerito dell’Università di Palermo nel 1902-03, l’elezione a membro della R. Accademia di scienze, lettere ed arti del capoluogo siciliano nel 1922-23, i titoli di cavaliere dell’Ordine Mauriziano e di commendatore della Corona d’Italia.
A partire dal 1920 la salute del M. cominciò a peggiorare, come testimonia la richiesta di un lungo congedo per malattia (Arch. centr. dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Dir. generale Istruzione superiore, Div. prima, Fasc. personali dei professori ordinari.
Il M. morì a Pavia il 20 nov. 1924.
I funerali civili ebbero luogo il 24, con un solenne discorso commemorativo tenuto dal rettore Arrigo Solmi; la salma fu poi traslata per la sepoltura nella città natale di Torino.
Si era unito in matrimonio con Angelica Fenolio, che fece domanda al ministero della Pubblica Istruzione per poter ottenere la liquidazione del marito, morto mentre era ancora in servizio (ibid.).
Il M. lasciò gran parte dei suoi beni in eredità all’istituto neuropatologico pavese che a tutt'oggi porta il suo nome.
Fra le opere non citate: Sulla anatomia dell’antimuro e del nucleo amigdaleo nel cervello umano, in Rendiconti. R. Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 2, 1885, vol. 18, pp. 106 s.; Sulla cariocinesi delle cellule nervose negli animali adulti consecutiva ad irritazione cerebrale, ibid., pp. 107 s.; Ricerche sull’antimuro e sul nucleo amigdaleo, in Arch. per le scienze mediche, 1885, vol. 9, pp. 117-130; Nell’inaugurazione dei congressi medici ed apertura del Congresso di elettrobiologia ed elettroterapia, Como… 1899 [estr. dal volume degli Atti del convegno], Pavia 1900.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generale Istruzione superiore, Div. prima, Fascicoli personali dei professori ordinari, b. 100: M. C.; Torino, Arch. stor. dell’Università, Facoltà di medicina e chirurgia, Registri di matricola, IX.A.321, p. 42; Verbali di laurea, X.A.106, p. 10; Affari ordinati per classi, XIV.B.88, f. 1.5 (http://prosopografia.unipv.it/docenti/docente/2147/). Necr., in Annuario della R. Università di Pavia, a.a. 1924-25, Pavia 1925, pp. 214-216; Inaugurazione del secondo anno di autonomia della clinica di malattie nervose e mentali della R. Università di Pavia, ibid., a.a. 1914-15, Pavia 1915; F. Savoldi, Guido Sala neurologo, in Boll. della Soc. pavese di storia patria, n.s., XC (1990), vol. 42, pp. 263-270; A. Pensa, Ricordi di vita universitaria (1892-1970), a cura di B. Zanobio, Milano 1991, pp. 48, 80, 121 s., 125, 143 s., 180, 195; P. Mazzarello, Ottorino Rossi and the medical tradition of Pavia, in Journal of the history of the neurosciences, V (1996), 2, p. 165; P. Mazzarello - A.L. Calligaro, C. M., in Conferenze e seminari 1997, Istituto neurologico C. Mondino, a cura di M. Ceroni - E. Martignoni - S. Molinari, Pavia 1999; P. Mazzarello, Il Nobel dimenticato: la vita e la scienza di Camillo Golgi, nuova ed., Torino 2006, pp. 179 s., 235 s., 433 s., 570, 573.