Casque d'or
(Francia 1951, 1952, Casco d'oro, bianco e nero, 95m); regia: Jacques Becker; produzione: Raymond Hakim, Robert Hakim per Speva; sceneggiatura: Jacques Becker, Jacques Companéez, Annette Wademant; fotografia: Robert Lefebvre; montaggio: Marguerite Renoir; scenografia: Jean D'Eaubonne; costumi: Antoine Mayo; musica: Georges Van Parys.
Una domenica estiva a Joinville. Tra i gitanti ci sono Marie, 'Casque d'or', e il suo protettore Roland. In una vicina trattoria il falegname Georges Manda sta montando il palco per l'orchestrina; Marie ne è colpita. Presto l'attrazione reciproca è evidente a tutti, anche a Roland. Il giorno dopo gli uomini della banda cercano Marie per le strade di Belleville. Il capobanda Leca vuol vederla insieme agli altri. Prima di dividere i proventi dell'ultimo colpo, Leca cerca di fare da paciere tra Marie e Roland, ma il suo scopo è riscattarla dal protettore e averla per sé. Marie va a cercare Manda nella bottega del falegname Danard. La stessa sera, nella sala da ballo dove si riunisce la banda, si presenta Manda. Leca induce Roland e Manda a battersi nel cortile del locale. Manda vince il duello uccidendo il rivale e Leca lo invita a unirsi alla sua banda, ma l'uomo rifiuta. Il giorno dopo Manda lascia la bottega di Danard; l'amico Raymond gli porta un messaggio di Marie che lo aspetta in campagna. Manda la raggiunge, passano la notte insieme. Intanto Leca ha scoperto dove si trovano i due amanti ed escogita un piano diabolico per avere Marie: denuncia Raymond alla polizia, di cui è regolare informatore, suggerendo che è l'assassino di Roland. Durante una visita a Joinville, Leca riferisce a Manda che il suo amico è stato arrestato. Manda corre a Parigi per costituirsi e qui scopre che la soffiata è stata fatta da Leca. Mentre vengono trasferiti in prigione, Manda e Raymond riescono a evadere con l'aiuto di Marie, ma durante la fuga Raymond viene gravemente ferito. Manda va a cercare Leca e lo uccide. Compiuta la vendetta, si lascia arrestare. Settimane dopo, all'alba, Marie affitta una stanzetta dalla cui finestra assisterà all'esecuzione di Manda.
La storia di una prostituta della Belle Époque, Marie-Amélie Hélie detta 'Casque d'or', e dei suoi pretendenti Manda di Popincourt e Leca della banda degli Orteaux che si sfidarono a morte per lei, proviene dalle cronache popolari. Negli anni che precedettero la seconda guerra mondiale si interessò alla storia Julien Duvivier. Nel 1946 il progetto fu ripreso, senza fortuna, da Jacques Becker; ma anche Yves Allegret e Henri-Georges Clouzot ne furono affascinati. Quando l'idea passò ai produttori Robert e Raymond Hakim, la scelta definitiva ricadde su Becker. Il budget limitato costrinse il regista a riscrivere la sceneggiatura del 1946. La concezione originale di Becker era di più ampio respiro e la storia mimava più da vicino gli intrecci del romanzo d'appendice: ad esempio, nel corso degli eventi, Manda si metteva suo malgrado a capo di una banda.
Le riprese iniziarono il 24 settembre 1951 e il film uscì il 16 aprile dell'anno successivo tra l'indifferenza della critica e del pubblico, ignorato dal Festival di Cannes. Michel Dorsday attaccò Becker sulle pagine dei "Cahiers du cinéma" parlando di un film "incomprensibile, ridotto a una storia di puttane".
Nessuno poteva prevedere, in quel momento, che Casque d'or sarebbe diventato un classico del cinema francese. È quanto accade alle opere che, pur lavorando nel solco della tradizione, offrono elementi di novità. Casque d'or sembra rifarsi al cinema populista d'anteguerra; Becker respinge tuttavia gli artifici retorici di quelle opere scegliendo piuttosto la strada di una poesia asciutta e scontrosa. Tornando alle radici della letteratura populista, ovvero all'inizio del secolo, il regista colloca personaggi ed eventi in un tempo sospeso, a tratti mitico, dove la passione, la lealtà e l'infamia sono valori archetipici. Contemporaneamente, pur riconoscendo il suo debito verso la pittura e ancor più verso i disegni del "Petit journal illustré", il regista non si lascia sopraffare dall'estetismo: nessuna bella inquadratura dura più del dovuto, nessuna luce è attesa troppo a lungo. La vibrazione viene dai volti magici di Simone Signoret e Serge Reggiani, dal vortice degli sguardi, dal saluto breve e complice che Manda e Raymond si scambiano incrociandosi al commissariato. Non c'è lusso in questa Belle Époque, gli arredatori e i costumisti fanno il loro lavoro in maniera ineccepibile, ma completamente sottomessi al disegno rigoroso dell'autore. Al posto delle rutilanti insegne e dei vicoli colorati, Casque d'or descrive un paesaggio di orti, staccionate, prati incolti tra vecchi palazzi, villini di periferia, cortili bui. Uno spazio in cui il limite tra città e campagna non è ancora così netto e forse la fuga ancora possibile.
Nello stesso tempo, Becker è esplicito nell'offrire una chiave di lettura politica. Nella colonna sonora si ascolta a più riprese Les temps des cerises, melodia popolare tra le barricate della Comune nel 1871. Fin dalla prima scena nella trattoria di campagna i malavitosi sono guardati con disprezzo dai clienti piccolo borghesi; più tardi, all'Ange Gabriel, i ricchi accorrono come allo zoo per vedere da vicino la teppa, provare emozioni forti e misurare così la distanza da questo universo pittoresco e deprecabile. Ma il film, pur critico verso una società classista, non si lascia prendere la mano dal romanticismo e marca una linea ancor più netta tra i banditi e il falegname Georges Manda. I malavitosi si prendono gioco di lui perché ha un lavoro ed è un lavoro modesto; ma anche Raymond, il suo vecchio amico, è stato fornaio. Tutta la partita si gioca tra la statura morale di Manda e il cinismo del capobanda Leca che, non a caso, è un confidente della polizia e nasconde la sua vita criminale dietro una facciata rispettabile di mercante di vini. Nel suo piano si legge implicito il disprezzo per l'idealismo di Manda. Il film finisce con una doppia esecuzione: Manda uccide Leca perché rifiuta un mondo dominato dalle regole della sopraffazione, del profitto, dell'inganno; la legge uccide a sua volta Manda perché minaccia gli ambigui equilibri su cui si fonda la nuova società capitalistica. In uno dei finali più terribili della storia del cinema, Marie non si sottrae alla sua parte di tragedia obbligandosi a guardare la morte dell'uomo amato in un tributo estremo all'amour fou.
Interpreti e personaggi: Simone Signoret (Marie, 'Casque d'or'), Serge Reggiani (Georges Manda), Claude Dauphin (Félix Leca), Raymond Bussières (Raymond), William Sabatier (Roland Dupuis), Gaston Modot (Danard), Loleh Bellon (Léonie Danard), Paul Azaïs (Ponsard), Paul Barge (ispettore Juliani), Pierre Goutas (Guillaume), Roland Lesaffre (Anatole, il cameriere), Dominique Davray (Julie), Daniel Mendaille (proprietario della trattoria), Fernand Trignol (proprietario dell'Ange Gabriel), Claude Castaing (Fredo), Yvonne Yma (proprietaria dell'Ange Gabriel), Odette Barencey (Eugénie).
J. Queval, Pavane pour des apaches défunts, in "Cahiers du cinéma", n. 13, juin 1952.
L. Anderson, Casque d'or, in "Sight & Sound", n. 2, October-December 1952.
N. Ghelli, Casque d'or, in "Bianco e nero", n. 12, dicembre 1955.
Anonimo, Casco d'oro, in "Cinema nuovo", n. 76, 10 febbraio 1956.
L. Chiarini, Panorama del cinema contemporaneo, Roma 1957.
J. Queval, Jacques Becker, Paris 1962.
G. Pérez Guillermo, Jacques Becker. Two Films, in "Sight & Sound", n. 3, summer 1969.
B. Amengual, Casque d'or, in "Cahiers de la Cinémathèque", n. 18-19, printemps 1976.
Sceneggiatura: in "L'avant-scène du cinéma", n. 43, décembre 1964.