CASSIA
Genere di piante della famiglia Leguminose, sottofamiglia Cesalpinioidee, fondato da Linneo, caratterizzato dai fiori con sepali liberi e 5 petali diseguali; le foglie sono pennato-composte, il frutto è un legume deiscente o indeiscente. Comprende 300 specie delle regioni tropicali. Fra le più importanti possiamo ricordare:
Cassia fistula L. (fr. canéficier; sp. casia; ted. Kassienbaum; ingl. pudding pipe tree); è un albero alto 10-15 m., con foglie munite di 3-7 paia di foglioline ottuse o acute; i fiori sono grandi, gialli, in grappoli penduli. Il frutto è un legume cilindrico lungo 30-60 cm., di color bruno o rosso oscuro, stipitato e brevemente acuminato all'apice. Sezionato longitudinalmente mostra tanti tramezzi trasversali che lo dividono in logge, ognuna delle quali contiene un seme immerso in una polpa bruna o nera. Questa polpa costituisce la droga medicinale e si trova in commercio depurata (Farmacopea ufficiale 1929), cioè priva dei residui del frutto; contiene 60-70% di zucchero, 3-6 % di gomma, 3-10% di tannino. Spesso è sofisticata con quella di C. grandis L. del Brasile che ha sapore amaro e astringente e di C. moschata H. B. K. della Colombia, che è di color bruno chiaro. È pianta dell'India, e viene coltivata nelle regioni tropicali.
Altre specie del genere Cassia forniscono la droga conosciuta col nome di sena; queste sono: C. acutifolia Delile, della Nubia e dell'Alto Egitto; è un alberetto con foglie composte a foglioline ovali oblunghe o lanceolate, brevemente mucronate; il frutto è ellittico, troncato alla sommità; C. angustifolia Vahl. dell'Arabia, Africa orientale, Indie orientali, coltivata nell'India meridionale, ha le foglioline glabre, strette, lanceolate e il legume dritto; C. obovata Collad. dell'Alto Egitto e dell'Africa tropicale; ha le foglioline rotondate, obovali e mucronate all'apice e il legume ricurvo.
Di queste piante già venivano usati i frutti, ora si usano solo le foglioline; in commercio se ne hanno differenti sorte con varî nomi a seconda dei luoghi d'origine o dei mercati. Da noi sono officinali la sena alessandrina o d'Egitto fornita dalla C. obovata e dalla C. acutifolia e la sena di Tinnevelly o delle Indie fornita dalla C. angustifolia e da piante coltivate, che costituisce la droga migliore. Contengono derivati del metilantrachinone e particolarmente senaemodina (C15H10O5), ai quali debbono le loro proprietà purgative.
Solo nei secoli IX-X abbiamo notizie sulla sena da Scrapione il Vecchio e da Isacco Giudeo; l'introduzione di questa droga in Europa si deve certo ai medici arabi. La C. obovata fu la prima specie conosciuta dai botanici; fu coltivata in Italia nella prima metà del sec. XVI, tanto che fu chiamata sena d'Italia o fiorentina.
Le foglie dalla C. marylandica L. dell'America Settentrionale, sotto il nome di Willdsenna, sono usate come la sena.
Della C. occidentalis L., specie delle Indie e delle regioni tropicali, si usano le foglie, i semi, le radici nella cura della ematuria biliosa; i semi torrefatti servono a preparare anche una specie di caffè (caffè negro).
Bibl.: H. Baillon, Traité de botanique médicale, I, Parigi 1883; G. Planchon e E. Collin, Les drogues simples, II, Parigi 1896; F. Cortesi, Bot. farmac., Torino 1910.