CASTA
. Voce dei Portoghesi trafficanti sulla costa del Malabar, che significa originariamente "lignaggio" e traduce i termini sanscr. varna "colore"; jati "razza". Serve a denotare quella peculiarissima forma di convivenza sociale che si riscontra in India e che si distingue per queste tre caratteristiche: 1. specializzazione ereditaria, di padre in figlio, della professione o del mestiere; 2. interdizione rigorosa di contatti (specialmente connubio e mensa) con individui di altre caste; 3. rispetto della gerarchia brahmanica come regolatrice e vindice suprema delle leggi della casta. Solo quando si verifica la coesistenza di questi tre elementi si può parlare di casta in senso proprio, e questo caso si riscontra soltanto nell'India, dove la casta costituisce tutta l'impalcatura sociale.
In senso più largo, ma improprio, casta si adopera frequentemente per "classe sociale". La ripartizione in classi è un fatto universale, che si ritrova in tutti gli stadî della civiltà, e ha delimitazioni e interdizioni tanto più rigorose quanto più l'ambiente sociale è arretrato. Questo avviene perché quivi l'individuo sparisce nel gruppo cui appartiene: familiare, interfamiliare, tribale, professionale, ecc., che solo è capace di valorizzare l'individuo. Il progresso della vita sociale consiste appunto nel liberare l'individuo dalla ferrea tutela della classe cui appartiene.
Soltanto nel senso di classe sociale si deve intender l'informazione di Erodoto (II, 164; cfr. Plat., Tim., p. 24, a; Diod., I, 73, 74) sulla settemplice divisione del popolo egiziano in sacerdoti, guerrieri, bovari, porcai, mercanti, interpreti e marinai; semplice specializzazione di mestieri o di professioni che si ritrova, sostanzialmente, presso tutti i gruppi umani e la cui costituzione non ha affatto l'immobilità che si riscontra nelle caste indiane. Il medesimo si dica della specializzazione dei mestieri presso i Greci, delle corporazioni di mestiere presso i Romani, delle corporazioni o ghilde medievali, le quali si sono costituite o sciolte a seconda delle condizioni sociali e non hanno mai conosciute nel loro insieme le tre rigorose condizioni che caratterizzano la costituzione della casta.
Tale costituzione è dunque eccezionale, per quanto si debba notare che l'ereditarietà della condizione personale, l'endogamia e il rispetto di una precisa gerarchia sono caratteri assai frequenti, almeno come tendenza, nelle classi sociali delle società barbariche attuali o di certi periodi storici: e nell'India stessa, i quadri non sono così rigidi come si crede ordinariamente. Il che giustifica, in parte, l'uso della parola casta, in senso lato, per le classi sociali, spesso le più elevate, che presentano in modo più accentuato quella tendenza all'isolamento sociale e biologico. Una maggiore approssimazione alle caste indiane è costituita da taluni gruppi professionali che appaiono in seno a varie genti di cultura intermedia, gruppi rigorosamente endogami perché ritenuti impuri dal resto della popolazione: tale è la casta dei fabbri presso le genti pastorali dell'Africa orientale. L'origine di queste caste isolate è da porsi in relazione con l'incontro di genti diverse di stirpe (o solo di provenienza geografica) e di cultura. Le caste indiane debbono certo le loro origini a un fatto simile: l'incontro delle stirpi chiare provenienti dal N. con le razze scure stabilite prima nella penisola, e i caratteri antropologici delle caste lo confermano e giustificano anche il nome (colore). Ma le caste indiane hanno assorbito e utilizzato anche le divisioni etniche, tribali e sociali preesistenti: così talune di esse paiono essere in origine semplici gruppi territoriali; altre (fra le più basse) tradiscono la derivazione da gruppi totemici; altre infine, tra quelle più elevate, la derivazione da un supposto progenitore e quindi dall'originaria costituzione in grandi famiglie degl'invasori arî (v. brahmanesimo; india).
Per le caste nelle società animali, v. società: Società animali.
Bibl.: C. Bouglé, Essai sur le régime des castes, 2ª ed., Parigi 1908; A. Baynes, Ethnography (Castes and Tribes), Londra 1912; H. H. Risley, The people of India, 2ª ed., Londra 1915; P. Vinogradoff, Outlines of historical jurisprudence, Londra 1920; É. Sénart, Les castes dans l'Inde, 2ª ed., Parigi 1927.