castagno
Un albero diffuso in Italia da migliaia di anni
Originario dell'area mediterranea, il castagno è un maestoso albero della famiglia delle Fagacee che vive a medie altitudini dove forma boschi puri o misti. Il suo frutto nutriente, la castagna, il legno lavorabile e la bellezza del portamento ne fanno un componente essenziale del nostro paesaggio e un protagonista della cultura contadina
Il castagno, insieme all'olivo e alla quercia, è una delle forme arboree più caratteristiche e note del paesaggio italiano. Diffuso in tutto il territorio, tra i 200 e i 300 m e oltre gli 800 fino ai 900 m, è stato a lungo al centro di una ormai superata economia rurale.
Quello che il poeta Giovanni Pascoli chiamava "l'italico albero del pane" veniva coltivato con attenzione, potato, curato se si ammalava, perché il suo frutto, la castagna, detta il pane di montagna, era alla base dell'alimentazione di gran parte della popolazione contadina del nostro paese. La castagna secca, un alimento nutriente quasi quanto il frumento, contiene il 59% di amido, il 4,7% di proteine , il 3% di grassi, vitamina PP ed elementi minerali tra cui calcio, ferro e potassio. In alcune regioni, come la Toscana, quest'albero e il suo frutto erano talmente importanti per la sopravvivenza della comunità che si parla di una vera e propria 'civiltà del castagno'. Intorno a esso sono nate tradizioni, leggende, tecniche colturali, abilità nella lavorazione artistica del legno.
Castanea sativa è il nome botanico del castagno, appartenente alla famiglia delle Fagacee. Può arrivare sino a 25÷30 m d'altezza e a diametri che raggiungono i 20 m. Albero secolare, ha tronco eretto e una corteccia liscia e bruno-rossastra che a maturità diventa grigio-verde e rugosa con le screpolature disposte a spirale. Le foglie, di un bel verde intenso, hanno forma lanceolata coi bordi seghettati. I fiori sono a sessi separati: ci sono i fiori maschili che formano rametti eretti di 20÷30 cm, gli amenti, e, alla base di questi, i fiori femminili, meno numerosi, isolati, racchiusi nella cupola, un involucro di protezione. Mentre nelle altre Fagacee (faggio e quercia) è il vento a trasportare il polline da una pianta all'altra, nel castagno sono gli insetti coleotteri a farlo. Avvenuta la fecondazione, la cupola si trasforma, spuntano gli aculei e diventa un riccio a quattro valve al cui interno maturano da 3 a 5 castagne. Il castagno è originario delle regioni mediterranee, ma venne portato dai Romani anche a nord delle Alpi: si trova, per esempio, in Germania meridionale.
È pianta eliofila, cioè amante della luce solare, che cresce bene sui terreni acidi dove forma boschi puri, i castagneti, o misti, come quelli di faggio e castagno.
I castagni selvatici sono detti paline perché i loro rami più robusti servono per fare pali o doghe per le botti. Il legno, che ha un certo pregio e belle nervature, viene usato per costruire oggetti e mobili. È utilizzato anche nell'industria cartaria.
"[…] Passammo poi per sant'Alfio e Praiano [paesi sulle pendici dell'Etna], dove gli alberi sono diffusi, dove si trovano dei superbi esempi di castagni […] Non essendo ancora giunta la notte andammo a vedere il famoso castagno, oggetto del nostro viaggio. La grandezza di questo antico albero era tale che non si può esprimere a parole la sensazione che si prova guardandolo. Dopo averlo ben esaminato, cominciai a disegnarlo ma la notte costrinse a sospendere l mio lavoro […] L'indomani andammo a visitare tutti gli alberi che hanno una certa reputazione nel paese. Ci fecero vedere una grande quantità di giovani castagni belli e dritti. Tondi come colonne […] La vista di tutti questi alberi prepara lo spirito a farsi trovare naturale la stupefacente grandezza del Castagno dei Cento Cavalli, a causa della vasta ampiezza del suo fogliame" (J. Houel, Voyage de la Sicilie, de Malta et de Lipari, 1784).