Castel Sant'Angelo
. Monumento romano di epoca imperiale, fatto costruire dall'imperatore Adriano sulla riva destra del Tevere come mausoleo per la propria famiglia.
Inserito nel secolo III nella cerchia delle mura aureliane, sopportò i vari assalti delle orde barbariche che nei primi secoli del Medioevo attaccarono Roma. Nel secolo X fu abitato da Alberico e Marozia di Teofilatto, che arricchirono il centrale nucleo romano di costruzioni accessorie; passò quindi sotto il dominio dei Crescenzi, e infatti nei documenti dell'epoca il castello è denominato ‛ Torre de' Crescenzi '. Il nome attuale si cominciò a usare nel sec. XI, in memoria di un miracolo ivi avvenuto durante una processione di Gregorio Magno (590). Nel 1277, infine, il pontefice Niccolò III lo restaurò e lo adibì alla difesa del Vaticano, ove aveva trasportato dal Laterano la sede pontificia, e a questo scopo costruì un collegamento fra l'edificio e il palazzo apostolico lungo le mura di Leone IV.
D. cita il castello e il ponte che lo collega alla riva opposta del fiume, in If XVIII 28-33; qui allude al cammino contrario delle schiere dei seduttori e dei ruffiani, che gli richiama appunto quello dei pellegrini che al tempo del giubileo passavano il ponte Sant'Angelo, il romano ponte Elio. La particolare esattezza del percorso dei pellegrini e la notizia, unica contemporanea a noi pervenuta, del loro smistamento in schiere contrarie sul ponte, probabilmente diviso nel centro da una spina di transenne o meglio di ‛ casellae mercatorum ', ha avvalorato l'ipotesi di una partecipazione personale di D. al giubileo, o almeno di una sua visita successiva a Roma. Presupponendo quindi, data l'esattezza della descrizione, una memoria visiva del poeta, il romanista G. Cerioni, con ipotesi invero molto azzardata, ritenne di poter ubicare l'abitazione di D. in quell'occasione nella zona di via dei Coronari, il Corso di quei tempi. Da qui il poeta avrebbe potuto osservare le schiere dei pellegrini che si avviavano sul ponte verso il castello per dirigersi a S. Pietro, tornando poi per lo stesso ponte verso monte Giordano. D. quindi potrebbe avere abitato nell'area dell'attuale piazza S. Salvatore in Lauro.
Bibl. - G. Cerioni, Ricerche sul soggiorno romano di D., in " Illustrazione Italiana " 3 gennaio 1943, 15-16; A. Frugoni, D. e la Roma del suo tempo, in D. e Roma, Firenze 1965, 73-96, particolarm. 74-75; M. Borgatti, in Enc. Ital. IX 366-367.