CASTELLANA (IX, p. 352)
La cittadina ha acquistato interesse nazionale per la scoperta relativamente recente (1938) di un sistema di grotte carsiche, che - dopo la perdita di Postumia - è il più vasto, complesso e pittoresco d'Italia. L'accesso è a circa 2 km. dalla stazione ferroviaria da una profonda grave, nota da antichissimo tempo, e mai esplorata sino alla discesa che vi fece Franco Anelli dell'Istituto speleologico di Postumia.
La bocca della grave è quasi circolare (circa m. 12 × 14), la voragine si apre a campana, profonda circa 60 m., con un fondo di m. 116 per 48, dal quale emergono grosse formazioni stalagmitiche, coperte da una patina verde-nerastra. Fra le varie anfrattuosità che si aprono sui fianchi del cavernone, una, sul fondo ad est, dà accesso alle grotte, costituite da una serie di cavità successive, con numerose ramificazioni, esplorate finora per circa 6 km., di cui uno è già stato adattato per il transito del pubblico con sentieri, ponticelli, cunicoli e illuminazione. Nella parte per ora accessibile sono comprese sei caverne più o meno ampie, alcune alte sino a 30 m. Ricchissimo e variatissimo è il corredo delle formazioni stalattitiche e stalagmitiche, con torrioni, velarî, colonnati, ecc., d'incomparabile bellezza e varietà di colori e toni. La discesa nel cavernone è permessa ora da una galleria a scalinata, scavata nella roccia a partire da un piccolo edificio in superficie. È in corso la costituzione di un Ente per la valorizzazione turistica e per lo sviluppo di ricerche scientifiche.