CASTELLIERE
Nome dato a villaggi preistorici fortificati, posti su alture isolate o su sproni. Tale denominazione si applica più propriamente agli abitati di questo tipo molto diffusi sugli altipiani carsici e dell'Istria, dove se ne trovano già nella prima Età del Bronzo ed ancora fino alla conquista romana. Il nome è stato esteso a stazioni similari in altre regioni d'Italia (Venezie, Liguria, Puglia), risalenti quasi sempre solo all'Età del Ferro. Fino a che punto questa comunanza di struttura rispecchi un'unità culturale è incerto.
Le forme più caratteristiche e complesse si trovano nella Venezia Giulia; sono abitati recintati da un doppio o triplice vallo. Questo, di forma generalmente circolare, è fatto di blocchi di pietra non connessi (c. a muraglione), o anche di un semplice terrapieno (c. a terrapieno), con accessi fortificati all'area interna che è un vero e proprio villaggio. Accanto a questa struttura più comune vi è quella cosiddetta "a cinta incompleta", limitata alla difesa dei lati più facilmente accessibili su alture con versanti in parte ripidi, o su sproni.
Scarsi ovunque i resti delle abitazioni; molta ceramica di impasto nero opaco, decorata a bugne solcate, ed utensili di pietra levigata, nei c. più antichi; capeduncole emisferiche di impasto nero lucidato, fibule del tipo Certosa e La Tène in quelli dell'Età del Ferro. Numerose le necropoli, con cassette di pietra che contengono il morto, spesso rannicchiato,e scarso corredo; nell'Età del Ferro con urne cinerarie di terracotta deposte in buche scavate sotto i valli o tra un vallo e l'altro.
Stazioni analoghe si ritrovano nei territorî slavi più prossimi all'Istria coi nomi di Gradine, Gradisce, ecc.; per questo si è pensato (Marchesetti, Battaglia e altri) ad un'emigrazione in due ondate successive: all'inizio dell'Età del Bronzo e più tardi, con l'introduzione del rito crematorio, di popolazioni provenienti dall'E. La prima ondata avrebbe portato con sè il nuovo tipo di stazione. Per alcuni studiosi, invece (Ghirardini, v. Duhn e altri), il c. sarebbe una creazione locale delle popolazioni di tradizione neolitica. Certo villaggi recintati su alture sono molto comuni anche altrove nell'Europa centrale (coi nomi di Burgwall, Ringwal, ecc.) durante l'epoca hallstattiana e di La Tène; nel Nizzardo e nella Provenza (col nome di Castellar), ai quali ultimi si ricollegano forse quelli della Liguria.
Tra i c. istriani più noti sono: quello di M. Ursino (dell'Età del Bronzo), a muraglione, con un'ampia necropoli a inumazione nelle vicinanze; quelli di Nesazio (qui anche un sacrario con pietre scolpite, ecc.), Pizzughi, Verno, ecc., dell'Età del Ferro. Con la conquista romana alcuni c. si trasformano in città, come, per esempio, Trieste e Pola.
Bibl.: C. Marchesetti, C. preistorici di Trieste e della Regione Giulia, Trieste 1903; R. Battaglia, Necropoli e c. dell'età del ferro nel Carnaro, in Bull. Paletn. It., XLVII, 1927, p. 93 ss.; N. Lamboglia, Castelli liguri e romani in Valle Argentina, in Riv. Ingauna e Intemelia, III, 1937, fasc. 3/4, p. 106 ss.; L. Bernabò Brea, Un c. ligure presso Pignone, in Riv. Ingauna e Intemelia, VII, 1941, fasc. i, p. 32 ss.; P. Leonardi, Il C. del Dos Zelor in Val di Fiemme, in Cultura atesina, 1949-2, p. 45 ss.; id., in Studî Trentini, IV, 1950; E. Ortore, I c. della Val di Non, in Archivio per l'Alto Adige, XLII, 1949, pp. 150-169.