CASTELLO, Castellino
Nacque a Genova nel 1578 c. Benché fosse, come pare, parente di Bernardo Castello (si v., oltre a Soprani-Ratti, fonte principale, Belloni, p. 84). preferì farsi scolaro di G. B. Paggi. I pochi suoi quadri noti confermano questo alunnato: a cominciare dal Martirio di s. Andrea, ora all’Albergo dei poveri di Genova (da S. Francesco in Castelletto), firmato e datato 1607, che è la sua prima opera pervenutaci. Nel 1609 firmava e datava il Cristo deposto già nell’Oratorio della morte presso S. Donato, distrutto nel corso dell’ultima guerra; nel 1619 la bella tela con S. Caterina liberata dal martirio, indicata per errore nelle fonti come a Sestri Ponente (errore ripreso anche da guide moderne), ma conservata, come corregge il Castelnovi (1956), nella parrocchiale di Sestri Levante. Nel 1623 il C. spediva ai monaci di S. Giorgio a Venezia un S. Benedetto e uno Scherzo di fanciulli, oltre a un ritratto: opere tutte oggi disperse. Nello stesso anno egli aveva inviato disegni ad Alberico Cybo principe di Massa, per ordine del quale poi avrebbe fatto diverse opere: superstite la Pentecoste, già nella chiesa genovese dello Spirito Santo, se è quella che il Castelnovi (1971) ha identificato nella parrocchiale di Laigueglia, dove passa in genere come opera del Paggi. Nel 1629 aveva spedito a Roma “una maestosa tavola” appoggiandola al cardinale Gian Domenico Spinola con la vana speranza che fosse collocata in S. Pietro. Nel frattempo, “essendo... special prerogativa di questo Pittore il fare ritratti dal naturale” (Soprani), il C. era molto ricercato a Genova per questo genere di pittura. Nel 1647 fu indotto ad andare a Torino dove, secondo il Soprani, un ritratto di Madama Reale nelle vesti di s. Cristina (ora disperso) gli avrebbe assicurato la carica di pittore di corte; carica di cui poco godette, poiché morì a Torino nel settembre 1649.
Oltre alle opere menzionate, si conservano del C. un’Apparizione della Vergine a s. Teresa, ora nella chiesa del Carmine di Genova, da S. Agnese, e un Cenacolo nell’Albergo dei poveri, già nel refettorio dello Spirito Santo, ambedue citati nelle fonti; e ancora, un dipinto con le Stimmate di s. Francesco nella parrocchiale di Pietra Ligure, firmato (Castelnovi, 1971). Non sono stati rintracciati i quadri con la Madonna del Rosario in S. Giuseppe e quello con S. Rocco e santi in S. Rocco, sempre a Genova, ricordati in Soprani-Ratti. Risultano, inoltre, dispersi tutti i celebri ritratti che le fonti menzionano: del principe Doria, della principessa Doria Landi e don Federigo suo cognato, del duca di Tursi, dei marchesi Spinola e Serra, del duca d’Ausona e di una sua favorita, oltre a un “piccolo libretto” con i principali personaggi di casa Doria, preparato per la principessa d’Avello; di Gabriello Chiabrera e di Anton Van Dyck, che a sua volta fece il ritratto del Castello. L’unico ritratto noto che potrebbe essere di sua mano è quello di G. B. Marino che si trova nel museo di Lione (Jullian). L’attribuzione di altre opere al C. è stata respinta dal Castelnovi (1971).
Il C. è pittore sino a oggi poco studiato. Non esiste una trattazione critica della sua personalità e della sua opera, con l’eccezione delle brevi pagine che gli ha dedicato di recente il Castelnovi. Le pur scarse opere certe che ci sono pervenute rivelano un pittore robusto che tende a liberarsi dagli schemi manieristici di tradizione locale – per altro nobilissimi in vista di un più spoglio e drammatico fervore; talché è legittimo considerarlo, in senso lato, nell’alveo del cosiddetto realismo caravaggesco, anche per la predilezione di tagli luministici assai contrastati.
Il figlio Niccolò, presso il quale il Soprani aveva trovato lettere e materiale per redigere la biografia del C., fu pure lui pittore e, secondo il Soprani, soprattutto ritrattista, attivo a Torino con mediocre fortuna. Nulla risulta conservato della sua produzione.
Fonti e Bibl.: R. Soprani, Le vite..., Genova 1674, pp. 175 ss.; R. Soprani-C. G. Ratti, Vite de’ pittori... genovesi, I, Genova 1768, pp. 174-77; D. Castagna-M. V. Masini, Guida di Genova, Genova 1929, pp. 18, 62, 73, 122, 137; O. Grosso, Genova e la Riv. lig., Roma 1951, pp. 72, 107, 144, 224; Id., Genova nell’arte e nella storia, Milano s.d., pp. 106, 173; R. Jullian, Un portrait du Cav. Marini..., in Bull. des Musées lyonnais, II (1957-61), 4, pp. 232, 240; G. V. Castelnovi, in Mostra di op. d’arte restaurate, Genova 1956, pp. 42 ss.; A. Griseri, App. genovesi, in Studies in the Hist. of Art dedicated to W. F. Suida, London 1959, p. 321; V. Belloni, Pittura genovese del Seicento, Genova 1969, pp. 16, 84 s., 90, 98, 277, 279; D. Castagna, Nuova guida storico-artist. di Genova, Genova 1970, 1, pp. 52, 128, 138, 202; II, p. 612 (Sestri Ponente); G. V. Castelnovi, La pittura nella prima metà del Seicento..., in La pittura a Genova e in Liguria, II, Genova 1971, pp. 67 ss., 148 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 148.