CASTELLON DE LA PLANA (A. T., 41-42)
PLANA Città della Spagna orientale, fondata nel 1251 sotto il regno di Giacomo I, capoluogo della provincia di Castellón, con 34.600 abitanti, sulla ferrovia da Valenza a Barcellona, a 5 km. dal Mediterraneo, in mezzo a una pianura abbondantemente irrigata dalle acque del Mijares, condottevi da un acquedotto arabo, e fertilissima di agrumi e altre frutta meridionali e ortaglie. È ben costruita, con larghe strade, regolari, belle piazze, alcune ornate da monumenti commemorativi, come quelli al pittore Francisco Ribalta che vi naque, al re Giacomo I d'Aragona, il quale nel 1251 riedificò la città nel sito attuale, dopo avere preso ai Mori e distrutto l'antica che sorgeva su un'altura a poca distanza nell'interno. Le industrie consistono nella filatura e tessitura di lino, canapa e seta, fabbriche di porcellana, di carta, di cordaggi, di oggetti di pelle e sughero. Attivo è il commercio, specialmente di vino, arance e altre frutta che vengono esportati dal piccolo porto artificiale di Castellon, detto Grao y Faro de Castellón.
Monumenti. - La chiesa arcipretale, di stile gotico a una navata con tre portali, fu costruita dal 1378 al 1409. Ha due opere del celebre pittore locale Francisco Ribalta, di una delle quali, rappresentante le anime del purgatorio, esiste una replica nella chiesa di S. Agostino della stessa città. Le pitture della cappella della Comunione nella chiesa del Santo Sangue sono del Vergara; i dieci quadri della chiesa delle Cappuccine, rappresentanti i fondatori di dieci ordini monastici, sono dello Zurbaran.
Nel Museo provinciale si conserva l'opera più notevole del Ribalta, S. Brunone e l'ordine certosino.
Bibl.: T. Llorente, Valencia, in España, I, Barcellona 1887, pp. 227-277; E. Tormo, Levante, Madrid 1923, pp. 38-45.
La provincia di Castellón. - Ha un'area di 6663 kmq. e 314.712 abitanti (dicembre 1927). Confina a O. con la provincia di Teruel, a N. con questa e con quella di Tarragona, ad E. col Mediterraneo, a S. con la provincia di Valenza. La costa è piatta, costituita dai depositi fluviali dei numerosi corsi d'acqua, di carattere per lo più torrentizio, che scendono dal groviglio dei monti interni. In prevalenza montuoso è infatti il suolo della provincia: nel centro e nel settentrione la regione detta El Maestrazgo è un agglomeramento confuso di monti, di notevole altezza relativa, se non assoluta, separati da profondi burroni, precipizî e tortuose gole; ora sono in gran parte denudati, con vaste zone quasi improduttive, ma diligentemente coltivati a viti, olivi, cereali o sfruttati per pascolo del bestiame ovino. Nel mezzogiorno sorgono le Sierras de Espina e de Espadán, non molto elevate né molto aspre. Vivo contrasto con la brulla regione montuosa offrono le non vaste ma feracissime e popolose pianure, alle quali numerosi canali artificiali, che risalgono all'epoca della dominazione araba, distribuiscono con perfetta regolarità l'acqua indispensabile alla coltivazione intensiva degli agrumi, delle frutta e delle ortaglie: tali all'estremo NE. della provincia la piana di Vinaroz e Benicarló; tra le Atalayas de Alcalá e la Sierra de Irta la piccola piana di Alcalá de Chisbert, mentre la Plana de Castellón, che nella sua massima larghezza raggiunge i 12 km., è una continuata successione di orti e giardini, cui le acque derivate dal Mijares e dal suo affluente Monlleó dànno una fertilità straordinaria; infine, presso il limite con la provincia di Valenza, la pianura di Segorbe, bagnata dal Rio Paláncia, ammirabilmente coltivata a viti, olivi e carrubi nella parte alta, a cereali, ortaglie e frutta nella bassa.
All'infuori di alcune industrie locali, tutti gli sforzi della popolazione sono rivolti all'agricoltura e alle varie forme di attività a essa connesse: onde una grande esportazione all'estero e nell'interno del regno di vini, olî, arance e frutta meridionali. Quasi nulla è l'industria estrattiva. La pesca e la conservazione dei prodotti del mare occupano la popolazione della costa.