Castelnuovo Guido
Castelnuovo Guido (Venezia 1865 - Roma 1952) matematico italiano. Conseguita la laurea a Padova nel 1886, dopo un anno di perfezionamento a Roma sotto la guida di L. Cremona si trasferì a Torino come assistente e vi rimase per quattro anni durante i quali portò avanti brillanti ricerche e stabilì un sincero e duraturo rapporto di amicizia con C. Segre. Nel 1891 vinse il concorso per la cattedra di geometria analitica e proiettiva a Roma dove insegnò fino al 1935, anno del suo collocamento a riposo, tenendo anche corsi di matematiche complementari, calcolo delle probabilità e geometria superiore. Fu in stretti rapporti di collaborazione scientifica e di amicizia con F. Enriques, con il quale firmò diverse pubblicazioni sulla classificazione delle superfici algebriche e due articoli per la prestigiosa Enzyklopädie der Mathematischen Wissenschaften. Insieme a C. Segre, F. Enriques e F. Severi, Castelnuovo è considerato tra i fondatori della scuola italiana di geometria algebrica; numerosi e importanti i risultati conseguiti nell’ambito delle superfici algebriche, fra cui le condizioni necessarie e sufficienti per la razionalità di una superficie algebrica, lo studio delle superficie irregolari e la dimostrazione della razionalità dell’insieme delle involuzioni piane, risultato, quest’ultimo, che gli valse la medaglia d’oro della prestigiosa «Società italiana», detta Società dei xl, dal numero degli originari soci. Egli è stato, inoltre, uno dei principali artefici della geometria su una curva algebrica e della teoria generale delle superfici algebriche dal punto di vista delle trasformazioni birazionali. Castelnuovo rivolse la sua attenzione anche a questioni di tipo metodologico, didattico, storico e fisico, pubblicando importanti riflessioni sul valore culturale e formativo della matematica e della fisica. Dal 1913 si dedicò al calcolo delle probabilità, pubblicando nel 1919 un trattato in due volumi divenuto in seguito un testo classico. Si occupò anche della teoria della relatività (Spazio e tempo secondo le vedute di Albert Einstein, 1923), e scrisse la voce «relatività» della Enciclopedia Treccani. Si oppose alla riforma Gentile e durante il fascismo limitò i suoi impegni alla ricerca scientifica e all’insegnamento universitario. Le leggi razziali, emanate quando era già in pensione, non lo toccarono direttamente, salvo la necessità che ebbe di nascondersi per qualche mese. Le sue ultime pubblicazioni risalgono al 1937 (Memorie scelte di geometria, curate da lui stesso), e al 1938 (Le origini del calcolo infinitesimale nell’era moderna). Nel 1944 fu nominato commissario del Consiglio nazionale delle ricerche; nel 1945 contribuì alla rinascita dell’Accademia dei Lincei (soppressa dal fascismo nel 1939) di cui era socio sin dal 1918 e di cui fu presidente sino alla morte. Per i suoi meriti scientifici, nel 1949 fu nominato senatore a vita della repubblica italiana.