CASTRUCCI
Artisti fiorentini attivi a Praga, Firenze e Roma nei secoli XV-XVI. È difficile stabilire i rapporti di parentela fra loro, anche se è possibile distinguere fra quelli che operarono di commesso in pietre dure (Cosimo e Giovanni) e gli orafi e intagliatori di pietre dure (cfr. Neumann).
Non è possibile distinguere la mano di Cosimo da quella di Giovanni, i quali crearono a Praga alla corte dell'imperatore Rodolfo II una delle prime botteghe oltralpe di commesso, molto attiva, analoga a quella di Firenze. Nel Kunsthistor. Museum di Vienna (Sammlung für Plastiku. Kunstgewerbe n.3037) è conservato un Paesaggio in commesso firmato e dat. "Cosimo Castrucij Flor/en/tino Fecit Anno 1576"; questo quadretto è probabilmente un campione che Cosimo aveva mandato all'imperatore Rodolfo II dall'Italia. Venti anni dopo Cosimo è documentato a Praga (23 apr. 1596), dove riceve 10 fiorini come dono di nozze dell'imperatore (Boeheim, 1888). Nel 1659 i nipoti ricevono il pagamento per un lavoro in commesso "fatto di mano di Cosimo Castrucci nostro zio" (Arch. di Stato di Firenze, Gr. 653, p. 517), rappresentante la Fama, conservato oggi presso l'Opificio delle pietre dure di Firenze (ill. a p. 50 del catal.).
Il 5 ott. 1604 il pittore Costantino De Servi scriveva da Praga a Belisario Vinta che "Quanto alle cose di commesso non c'è altri che il Castruc.o che non ho ancor saputo quel che faccia al presente e si guarda da me con gran gelosia ch'ha paura che io non dica qualcosa a S.Mtà, poi che conosce che io... dico il vero quando io son domandato per non inganare il principe..." (a proposito degli acquisti dell'imperatore), ma non sappiamo se il De Servi si riferisca a Cosimo o a Giovanni (G. Gargano, Scapigliatura ital. aLondra sotto Elisabetta e Giacomo I, Firenze 1923, p. 163).
Giovanni sembra fosse a Pragga gia prima del dic. 1602 (Fock, 1974, p. 123). È documentato in quella città nel 1605 (1º ott.) quando riceve 1.000 fiorini dalla Camera reale e nel 1608 (31 agosto) quando ne riceve 2270 sempre per opere eseguite. Il 1º apr. 1610 Giovanni fu nominato "Kammer Edelsteinschneider" con uno stipendio mensile di 20 fiorini (Boeheim, 1889). Nel 1611 gli fu chiesto dalla corte granducale di Toscana di andare a Firenze a sostituire i Caroni nell'Opificio delle pietre dure. Negli anni precedenti, Giovanni aveva avuto frequenti contatti con G. Bilivert, disegnatore nell'Opificio, in quanto procacciava pietre dalla Boemia per Firenze: agate, diaspri, ametiste, corniole, rubini di Boemia, cristallo di rocca. Nel 1612 ricevette un pagamento di 80 fiorini per lavori eseguiti nei quattro mesi precedenti a Praga (Zimmermann).
Negli inventari del Castello di Praga sono documentati, negli anni 1607-1610 e 1619, molti quadretti in commesso. Sedici di essi sono oggi conservati nel Kunsthistorisches Museum di Vienna (Samml. für Plastik..., nn. 2999, 3000, , 3002, 3001, 3005, 3006, 3032, 3034, 3035, 3039, 3048, 3049, 3060, 3061, 3397, 3411):paesaggi ideali, due vedute del Castello di Praga, due paesaggi con Sacrificio di Isacco e Maria Maddalena. Nel Museo d'arti e mestieri di Praga sono conservate una veduta del Castello di Praga e un Paesaggio con una città fantastica.
Altri quadretti provenienti dalla bottega Castrucci adornano cinque "Kabinettschränke": uno nel Kunsthistorisches Museum di Vienna (n. 3392), tre nella collezione Liechtenstein a Vienna e uno al Museo d'arti e mestieri a Praga. Altri quadretti decorano un piccolo altare privato (oggi nel Museo del castello di Mĕlník in Boemia), offerto dall'imperatore Rodolfo II al cancelliere supremo del regno di Boemia Zdenĕk di Lobkovic in occasione delle nozze di quest'ultimo nel 1603:la scena centrale, con Maria Maddalena, di quest'altare proviene forse da Ottavio Miseroni.
Un altro Giovanni, intagliatore di pietre dure, eseguì nel 1622 (Arch. di Stato di Firenze, Gr. 397, p. 60) una Storia di Abramo, oggi nell'Opificio delle pietre dure di Firenze (ill. a p. 39 del catal.).
Figli di Bartolomeo di Salvestro furono Matteo e Salvestro (Fock, 1974): Matteo, orafo in Mercato nuovo, nel 1556 membro dell'arte della seta, nel 1580 era ancora al servizio dei Medici. Era specializzato nei vasellami d'argento, ma i documenti parlano anche di montature per vasi in pietre dure eseguite da lui. Secondo I. B. Supino (L'arte di B. Cellini, Firenze 1901, p. 52 b) Matteo nel 1560 era operoso per Giovanni de' Medici a Roma. Nell'inventario del 1565 del cardinale de' Medici sono registrate (Arch. di St. di Firenze, Guardaroba 62, c. 9v) sette medaglie d'argento eseguite da Matteo con vari personaggi delle corti compresa quella di Roma.
Salvestro, orafo in S. Andrea, nel 1571 membro dell'arte della seta, è menzionato nel libro dei conti di J. Bylevelt nel 1581, 1585, 1586, nei conti della Guardaroba dal 7 sett. 1583 al 7 giugno 1591 (Fock, 1974). Specializzato in vasellame d'argento, eseguiva anche montature di "fiaschi d'osso dell'India",conchiglie, uova di struzzo e corno. Nel 1590 finiva le quattro colonne in argento del prezioso letto eseguito per il primogenito di Cristina di Lorena.
Michele di Taddeo, "intagliatore di gioie",fu allievo di Cristofano Gaffuri e lavorava ancora nella sua bottega di Firenze nel 1610 (Fock, 1974). Dal 1617 al 1624 eseguiva con G. Cocchi il rilievo del pannello del paliotto d'oro, l'ex voto di Cosimo II (Firenze, Museo degli argenti, Inv. gemme, 489). È menzionato nei conti della Guardaroba fino al 1629. Un omonimo, Michele di Taddeo, intagliatore di gemme risulta operoso a Roma nel sec. XVIII (Bulgari, p. 265).
Stefano, orafo fiorentino operoso nella seconda metà del sec. XVI, avrebbe eseguito due candelabri d'argento per la chiesa della SS. Annunziata (L. Richa, Notizie... delle chiese fiorentine, VIII, Firenze 1762, p. 6).
I C. operosi a Roma sono registrati in Bulgari. Francesco, figlio di Giovanni Matteo, figura nel 1536 come teste a Roma. Un altro Francesco orefice fiorentino figlio di Lorenzocompare come teste nel 1581 e 1589. Giovanni Battista, figlio di Luca era maestro orefice e gioielliere: conla moglie Livia Tosiniabitava in via del Pellegrino; compare in atti dal 1598 al 1630, anno in cui avvenne la sua morte e quella del suo socio di bottega Girolamo Donati. Figli di Giovanni Battista e Livia Tosini furono Francesco e Silvestro: il primo nacque nel 1603, morì l'8 marzo 1661 e fu sepolto nella chiesa di S. Giovanni de' Fiorentini; varie notizie documentarie si riferisconoalla sua carriera di orefice con bottega all'insegna della palomba in via del Pellegrino. Nello stessa strada aveva bottega Silvestro che dopo il 1656 non figura più nella lista dei maestri orefici.
Fonti e Bibl.: Per gli artisti operosi a Praga e a Firenze, oltre alla bibl. in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 175, ad voces Castrucci e Castruczy (ma con varie confusioni), si veda: A. P. Giulianelli, Mem. degli intagliatori moderni, Livorno 1753, p. 141; J. R. Füssli, Allgem. Künstlerlexikon, Zürich 1779, p. 144; G. J.Dlabacž, Allgemeines Künstlerlexikon für Böhmen...,Prag 1815, col. 296; J. Arneth, Die Cinquecento- Cameen und Arbeiten des Benvenuto Cellini und seiner Zeitgenossen im k-k. Münzund Antikenkabinette zu Wien, Wien 1858, p. 30; G. K. Nagler, Neues allgemeines Künstlerlexikon, II, München 1835, p. 144; Id., Die Monogrammisten, II, München 1860, p. 183; F. Kenner, Cameen und Modelle des XVI. Jahrhunderts, in Jahrbuch der kunsthistor. Sammlungen... in Wien, IV (1886), pp. 15, 21; W. Boeheim, Urkunden , und Regesten..., ibid.,VII(1888), p. CCXXVI, reg. 5554 (Cosimo); X (1889), pp. XV, XVII, XVIII, regg. 5645, 5672, 5685 (Giovanni); H. Modern, Paulus van Vianen, ibid., XV (1894), p. 75; H. Zimmermann, Auszüge aus den Hofzakamurechnungen..., ibid., XXIX (1910), p. V, reg. 19517 (Giovanni); K. Chytil, La couronne de Rodolphe II, Prague 1921, p. 26; F. Eichler-E. Kris, Die Kameen im Kunsthistor. Museum in Wien (catal.), Wien 1929, p. 28; J. Morávek, Novĕ objevený inventář rudolfinských sbírek na Hradĕ Pražském (L'invent. recentemente scoperto delle collez. di Rodolfo II al Castello di Praga), Praha 1937, p. 11; E. Neumann, Florentiner Mosaik aus Prag, in Jahrbuch der kunsthistorischen Sammlungen in Wien, LIII (1957), pp. 157-202 passim;B. Bukovinská, Další florentské mosaiky z Prah-y (Altri mosaici fiorentini da Praga), in Umĕni, XX (1972), pp. 363-370; L. Bartoli-E. A. Maser, Il Museo dell'Opificio delle pietre dure..., Firenze S. d., ad Indicem; C. W. Fock, Der Goldschmied J. Bylivelt aus Delft und sein Wirken in den Mediceischen Hofwerkstatt in Florenz, in Jahrbuch der Kunsthistorischen Sammlungen in Wien, LXX (1974), ad Indicem. Per i C. operosi a Roma si veda: C. G. Bulgari, Argentieri…, d'Italia, I,Roma,parte 1, Roma 1958, pp. 264 s.