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casuale

di Vincenzo Laraia - Enciclopedia Dantesca (1970)
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casuale

Vincenzo Laraia

. Da casualis, della tarda latinità: " che dipende dal caso ", " accidentale ", " fortuito ". Nell'unica occorrenza di Pd XXXII 53 Dentro a l'ampiezza di questo reame / casüal punto non puote aver sito, / se non come tristizia o sete o fame, la voce ha senso proprio. Nell'Empireo non può aver sito nulla di c., essendo tutto predisposto dalla sapienza divina secondo la legge eterna della giustizia.

L'Ottimo commenta: " E dice prima che casuale punto non puote essere in quello reame conciosiacosa ch'elli ha provvido e discreto rege, ma ciò è, però che 'l predetto re ha proveduto di volere aggregare questo suo reame, ed ha diterminato il numero e chi elli vuole che siano li eletti. La quale provvisione è tanto alta che intelletto umano senza rivelazione non puote ad essa montare. E però l'uomo giudica quella cosa essere a caso della quale elli non conosce la prima cagione ".

Col significato di " casualmente ", " per caso ", cfr. casualiter e casu, in VE II IV 1, 3.

Vocabolario
caṡüale
casuale caṡüale agg. [dal lat. tardo casualis, der. di casus -us «caso»]. – Che dipende dal caso, che avviene o si fa per caso: un incontro c.; per una c. sbadataggine; ogni riferimento a fatti o persone reali è da ritenersi del tutto casuale,...
caṡualità
casualita caṡualità s. f. [der. di casuale]. – L’esser casuale: la c. di un fatto, di un avvenimento; anche (ma meno bene), fatto casuale, caso, accidente: è avvenuto per pura casualità.
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