Vedi CATANIA dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
CATANIA (v. vol. ii, p. 433)
Nel giugno del 1959, mentre si eseguivano lavori di sterro, nell'attuale piazza S. Francesco, alla profondità di circa m 3,50, fu casualmente scoper,ta una ricchissima stipe votiva di età greca: furono raccolte circa 1.200 cassette di materiale archeologico che si dispone dalla fine del VII a tutto il IV sec. a. C., costituito in massima parte di ceramiche e di terrecotte.
Fra le ceramiche sono prevalenti i prodotti delle fabbriche di Atene e di Corinto, ma sono anche largamente rappresentate le officine di Sparta, di Rodi e di Chio. La ceramica corinzia ci dà una precisa indicazione cronologica in quanto manca del tutto il Corinzio antico, mentre è rappresentato il Corinzio medio e tardo, che occupa tutto il VI secolo. La ceramica attica conferma questa cronologia con la serie delle kỳlikes che si dispongono lungo il medesimo periodo di tempo: la serie comincia con esemplari del cosiddetto Gruppo dei Comasti, che si data nel primo venticinquennio del secolo, e continua fino alle grandi coppe a fondo emisferico della fine del secolo. Della metà del VI sec. a. C. è anche una bella serie di coppe ad omphalòs con decorazione sovraddipinta. Allo stesso periodo appartengono un gruppo di frammenti di vasi calcidesi. Furono raccolti pochissimi frammenti di vasi a figure rosse del V e del IV sec. a. C. La coroplastica è invece ininterrottamente rappresentata dal VI fino a tutto il IV sec. a. C. Fra le terrecotte un gruppo a parte è costituito da numerose figurine di uomini e di animali più o meno rozzamente plasmate a mano; la rimanente massa, modellata con l'aiuto della matrice, si divide in due gruppi: il primo corrisponde cronologicamente alle ceramiche, e si dispone lungo tutto il VI sec. a. C.; il secondo è costituito da un nutrito gruppo di statuette del V e del IV sec. a. C., fra le quali predomina il tipo di kòre con la fiaccola. Fra i materiali arcaici alcuni gruppi appaiono importati, mentre altri, più numerosi, si possono attribuire ad una o più officine locali; prevalenti sono i prodotti locali fra gli esemplari del V e del IV sec. a. C.
Per quel che riguarda i monumenti romani, imponenti lavori di sgombero e di sistemazione sono stati eseguiti nel teatro antico, dove sono state demolite le costruzioni sovrapposte alla cavea, ed è stato liberato tutto il lato N dell'edificio lungo la via Teatro greco. Dopo la sistemazione della cavea è prevista la liberazione dell'orchestra e della scena.
La conoscenza della topografia della città si è notevolmente arricchita per una serie di scoperte fortuite: sempre lungo il versante S dell'altura dell'acropoli, resti di edifici romani furono rilevati in via V. Emanuele (angolo via S. Barbara) e in via Teatro greco nel 1959; in via Rotonda nel 1961. Sulla sommità dell'acropoli, in piazza Dante, notevoli resti di un edificio termale furono messi in luce nel 1959. Lungo il versante E dell'altura altri resti di edifici romani furono identificati nel 1960 in via Manzoni, e nel 1962 sotto il fondo stradale della salita di Sangiuliano.
Della grande necropoli romana e bizantina che si stendeva a NO di piazza Stesicoro sono venuti in luce altri due tratti che integrano le precedenti scoperte di via Androne e di via Dottor Consoli: uno a valle, lungo la via S. Euplio, costituito da un gruppo di monumenti funerari scoperti nell'area del palazzo Spitaleri oggi occupato dalla Rinascente; l'altro in via Plebiscito, all'angolo con via Antico Corso. Il complesso funerario della via S. Euplio sembra seguare col suo muro di recinzione il confine orientale raggiunto dalle necropoli in questo tratto.
Bibl.: G. Rizza, Necropoli romana scoperta a Catania in via S. Euplio, in Arch. St per la Sic. Orientale, LIV e LV, 1958 e 1959, pp. 249-251; id., Stipe votiva di un santuario di Demetra a Catania, in Boll. d'Arte, 1960, pp. 247-262; id., Un martyrium paleocristiano di Catania e il sepolcro di Iulia Florentina, in Oikoumene, Catania 1964, pp. 593-612; id., Scavi e scoperte archeologiche a Catania nell'ultimo decennio, Catania 1964.